Come mai in breve tempo si è accesa la situazione politica in Nord Africa ( Egitto, Tunisia, Algeria) , nel Levante ( Libano), nei Balcani( Albania) e in Russia ? Come mai delle zone calde di pochi mesi fa ( Sudan, Georgia, Ucraina,Iran) non si parla quasi più?
Esiste un l fil rouge che collega questi avvenimenti ? Gli eventi italiani sono collegabili ? Come mai la chiesa si è schierata pubblicamente in maniera inusuale, riconoscendo il conflitto tra i poteri dello Stato, spiazzando la sinistra anche cattolica che sperava di utilizzare il sesto comandamento come grimaldello per tornare a Palazzo Chigi? Il fil rouge va cercato in Cina.
Il discorso sullo stato dell ‘Unione tenuto da Barak Obama ieri e l’atteggiamento bipartisan delle forze politiche USA ci possono aiutare a inquadrare il fenomeno, specie se avete letto tutti i lanci de “IL CORRIERE DELLA COLLERA” a partire da quelli sul “caso de Lorenzo“, sul Sudan, sulla situazione economica o sul viaggio di Obama in Asia.
Erano tutti pezzi di un “puzzle” che, assemblati, possono aiutarci a capire quel che accade oggi, conoscendo gli antefatti. Non è una congiura, ma una ovvia strategia mirante a creare le premesse di una sfera di prosperità anglosassone per i prossimi trenta anni, mentre l’Italia è ” non donna di provincie, ma bordello”.
Da quando il mondo e il mercato sono globali, gli Stati Uniti stanno lottando per la sopravvivenza del loro sistema di vita, della loro moneta, della loro supremazia industriale e militare nel mondo. L’attacco di Ben Laden alle due torri ha segnato l’inizio della contestazione globale verso l’egemonia USA in tutti i campi.
Mentre l’Europa durante la guerra fredda era una anziana signora bisognosa di protezione militare e politica, adesso, la vecchia signora si è rinforzata con l’apporto della Russia che non ci sta più a fare la parte del cattivo e ha rinunziato a creare un proprio polo di influenza, preferendo cercare di inserirsi nella realtà europea e perfino nella NATO . Questa scelta ha cambiato gli equilibri politico-economici del mondo rafforzando l’Europa in maniera determinante.
In prospettiva, questa Europa “dall’Atlantico agli Urali” è un mercato di oltre settecento milioni di persone favorito nei commerci da una maggiore compattezza etnica e culturale, facilità logistica, con governi troppo dirigisti (e quindi di difficile conquista) e troppo vicino ai mercati indiano e cinese .
La scelta dell’establishement USA – abbandoniamo, per favore, l’idea provinciale del Presidente che comanda: l’apparato politico-economico- militare USA è una formidabile macchina impersonale e “sceglie” il presidente in funzione delle esigenze del periodo – è stata quella di
- Presidiare l’Afganistan – porta di ingresso al sub continente indiano per chi viene dalla Russia o dal Bosforo, dopo averne cacciati i russi.
- Scegliere la ricerca di una alleanza semi- secolare con la Cina, come nel 1940 scelse l’alleanza con gli anglosassoni democratici con le conseguenze che sappiamo.
- Compattare la nazione negli strati più deboli con la scelta di un Presidente di colore ( e semi islamico) e con la concessione dell’assistenza sanitaria.
- Puntare sull’opzione cinese al posto di quella tradizionale dell’ingrata Europa. ( battistrada Bush senior).
- Identificare Israele come il solo alleato mediterraneo affidabile cui tutto sarà concesso e consentito.
- L’attuale “unrest” di tutto il mediterraneo ( consentito attivamente) serve a mostrare alla Cina che il Mediterraneo non è un hub affidabile per i suoi traffici, investimenti e progetti. La ripresa degli attentati in Russia è la logica appendice.
- Ordinare al tesoro degli USA di acquistare 700 miliardi di dollari di nuovi Bond e annunziare la detassazione delle imprese
- Accontentare le esigenze dell’opposizione con 78 miliardi di risparmi sul bilancio della Difesa.
- Mettere la sordina a Sudan, Ucraina, Iran e Georgia in cui lo zampino USA era troppo marcatamente pubblico, per non addossarsi responsabilità di esecutori maldestri. Il Libano è in controtendenza, vittima della controffensiva antiamericana che aveva preteso di processare mezza popolazione.
Tutti i vertici militari sensibili che attorniano il Presidente provengono dall’area del Pacifico, perchè è li che si giocherà la partita più importante. Il viaggio di Obama in Asia ha dato il via all’operazione ” con me o con nessuno” verso la Cina e la visita del presidente cinese ha mostrato che il feeling c’è, anche se deve essere sudato ogni giorno: l’impero di mezzo non vuole essere trattato come l’Arabia Saudita. Vuole l’Africa come spazio vitale e non farà concessioni economiche o democratiche che possano favorire gli USA.
Con la chiesa cattolica messa in mora dagli scandali sessuali; con tutti i governi mediterranei “tiepidi” o” incerti” messi in difficoltà; con l’operazione wikileaks che ha scoraggiato le comunicazioni “discrete” e mostrato la debolezza di tutti i leaders europei; La rivelazione dei negoziati falliti israelo palestinesi ha completato il quadro per l’opinione americana che si è vista presentare la scelta cinese da entrambi gli schieramenti politici che hanno presentato
- un quadro desolante dei vecchi, competitivi, alleati che è meglio mettere da parte.
- una prospettiva di un mercato ricchissimo in grado di assorbire di tutto.
- una minaccia di crisi e povertà imminente come quella del 1929
Il discorso sullo Stato dell’Unione ha lanciato l’ appello alla riscossa per gli americani e la sfida al mondo.
Noi italiani siamo l’immagine dell’incertezza. L’ opposizione – la stessa che ha fatto la guerra di Serbia con gli USA – gongola del disastro di immagine, di influenza e di stagnazione. Il governo – lo stesso che ha sacrificato 34 cittadini in Afganistan – non sembra aver capito granchè, ma ha fatto vendere il 2% di Finmeccanica ai libici. L’elicottero alla casa bianca era evidentemente solo un comunicato stampa.
La strada è una intesa nazionale per affrontare la grande crisi prima di esservi costretti dagli eventi.
Commenti
Una intesa nazionale fra chi e con chi ? GiC
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Una risposta completa mi toglierebbe il pane di bocca, nel senso che dovrei abbandonare il lavoro per una settimana. La risposta rapida è in quella che Bush Jr chiamò la ” coalition of the willing”. La risposta romanesca è con chi ci sta. Il problema vero non è questo però: è “per fare cosa”. Risposta tutta una serie di provvedimenti economici volti a rimettere in moto la macchina dell’economia italiana. La risposta aggiuntiva è: ” non si fa nulla altro, dato che si creerebbero divergenze e calcoli meschini “( es riforma elettorale, riforma del processo ecc.). Per farti un’idea, leggi le proposte di Obama agli americani che improvviso italianizzandole: Aumentare l’export del 15% all’anno per i prossimi dieci anni. Creare intese di mercato con partner mediterranei per ogni possibile settore ( es olio di oliva che il mediterraneo produce al 92% della capacità mondiale). Vendere le nostre tecnologie non nuovissime a paesi che ne hanno bisogno ( es Turchia). Invitare i capitali esteri a entrare in Italia in aree non industriali ( produzione di energia, centri di scambio di containers, valorizzaione turistica, museale ecc). Perché oltre al bilancio contabile non creiamo anche noi un bilancio sociale e morale della nazione da farsi una volta l’anno?
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L’ha ribloggato su IL CORRIERE DELLA COLLERAe ha commentato:
gennaio 2011. Altro avvertimento caduto nel vuoto.
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