è di una semplicità che rasenta il banale e si può fare anche senza varare riforme mega:
La corruzione e i suoi costi sono così raggruppabili: il costo dei medicinali, quello delle attrezzature mediche e quello del personale ospedaliero e i ritardi “strategici” nei pagamenti. Tutti questi costi sono abbassabili di un buon dieci per cento. I farmacisti prendono – unici al mondo – una percentuale pari al trenta per cento del costo delle medicine.
Cifra inaccettabile per una attività ormai quasi solo distributiva quale è quella dei farmacisti e che resiste, ovvio, grazie al potere lobbistico della categoria. Portare la cifra al 20% sarebbe il primo dovere di un governo appena passabile e i farmacisti avrebbero poco da dire. Sarebbe ancora il record mondiale di aggio per il magazzinaggio delle merci.
Le attrezzature: la produzione è in capo alle grandi multinazionali ed alle filiali italiane, quando ci sono. Alle gare per la fornitura delle ASL partecipano in genere delle Agenzie. A vederle da vicino, le Agenzie non hanno che una piccola struttura di vendita e qualche volta un magazzino.
Le attrezzature e il servizio di manutenzione, poniamo a una TAC o di un apparecchio per la risonanza magnetica nucleare , vengono dalla sede centrale e qualche volta dall’estero.
Basta chiedere alle grandi aziende di far presentare le offerte a firma – e responsabilità – del manager nazionale e non dai volenterosi rappresentanti che a fronte di una piccola percentuale si accollano la responsabilità legale dell’offerta. Vedrete che un dirigente che guadagna laute cifre non correrà mai il rischio di agire per corrompere ( e non si farebbe concutere) coinvolgendo l’immagine di un marchio su cui si è investito molto in tutto il mondo.
Questo significcherebbe un risparmio della percentuale di Agenzia ( dal 2 al 5%) e quello della mazzetta ( dal 5 al 10%). Lo sanno tutti e tacciono tutti. Nessuno interviene – nemmeno i medici – a pena di perdere inviti a congressi internazionali o ricerche. Anche i congressi sulla lebbra si tengono in località amene. Altro che costi standard da concordare tra politici onesti!
E siamo al Capitale Umano. Gli ospedali non fanno concorsi per assumere personale ausiliario, infermiere o di servizi di mensa e pulizia, preferiscono fare , eventualmente, gare tra subappaltatori di mano d’opera chiamati anche “cooperative”. Molto gettonate sono le organizzazioni sponsorizzate da “Comunione e fatturaz, pardon, liberazione”.
Sulle prime il costo sembra conveniente e poi – ricordo un servizio ben documentato di REPORT in TV – finisce per lievitare sempre di più. Spesso si rivolgono a ditte di lavoro interinale. Ma quale interinale ? C’è gente che lavora in queste condizioni da venti anni. Come si può considerare interinale un servizio di pulizie o un infermiere? Anche qui , a parte la maggior etica verso le persone, il costo può abbassarsi di almeno il 10%. Probabilmente del 20%.
Pagamenti: L’esercito degli Stati Uniti d’America, anni fa , ha organizzato i propri pagamenti mediante carta di credito. Studi analoghi sono stati fatti al CNEL in Italia. Nella fase sperimentale , fatta alle Hawaii, l’esercito USA ha realizzato risparmi per circa 150 milioni di dollari.
Come vedete, nulla di trascendentale, nulla che richieda riforme storiche e senza parlare di privatizzare o nazionalizzare la sanità. Magari si potrebbe evitare di indire gare con scadenza in agosto. Per fare queste riformette, basterebbe una circolare ministeriale. Già.