La Siria si adegua

nel post del 9 marzo sulla situazione siriana, analizzando le diversità rispetto all’Irak e alla Libia, concludevo che  la Siria avrebbe virato di bordo con prontezza , tanto piu’ che qualche riforma voleva farla.

Infatto il Presidente Bashar al Assad ha annunziato sabato che entro una settimana avrebbe tolto lo stato d’assedio e in poco più avrebbe promulgato nuove leggi libertarie con riguardo alla possibilità di manifestare senza farsi sparare addosso, a patto che venissero rispettate le proprietà e l’ordine pubblico.

Adesso vedremo anche qui se tra le riforme che l’ambasciatore americano ROBERT FORD  gli metterà anche l’adesione alla BRI ( Banca dei regolamenti internazionali con sede a Basilea)  che sarebbe poi la Banca che ha sponsorizzato gli accordi di Basilea  ( siamo a Basilea 2 e tra poco arriviamo al 3) che stanno strangolando le nostre economie.

La nostra tesi, invece è che bisognerebbe tornare alle Banche Centrali di proprietà pubblica che prestino ai governi senza interessi quando i governi debbono finanziare opere e infrastrutture di pubblica utilità. Si faceva così negli anni del buon governo. Bisogna cambiare i ladri, non mettere le serrature ovunque.  Siamo ormai a metà del mondo che sorveglia l’altra metà. Non è questo il modo di vivere.

Dobbiamo sviluppare  le nostre economie e dare una prospettiva anche etica ai nostri posteri. Per adesso stiamo solo facendo loro pagare i debiti contratti dal governo Moro per finanziare una serioe di follie utili a  portare i socialisti al governo negli anni sessanta. Abbiamo nazionalizzato l’elettricità e privatizzato la Banca d’Italia. 

Al mio paese li chiamano gli affari di Maria Calzetta.  In Siria, si cede alle pressioni dei più forti, ma con dignità e in coerenza con gli interessi nazionali, cedendo il terreno palmo a palmo.

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