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NATO O ESERCITO EUROPEO? IL FALSO DILEMMA.

L’articolo cinque del trattato NATO fu concepito perché gli USA si impegnassero, automaticamente o quasi, a difendere l’Europa dall’aggressione sovietica. Invece é stato usato per farci intervenire in Afganistan come truppa ausiliaria degli USA contro un’orda di pastori spacciati per terroristi.

Non era una guerra difensiva e non l’abbiamo nemmeno vinta. La base giuridica del nostro intervento militare in Afganistan era che – In base all’articolo 5 del trattato NATO, applicato per la prima volta dalla sua esistenza- gli Stati Uniti d’America erano “stato aggredito” ( ma certamente non dall’Afganistan).

Su ventuno assalitori diciannove erano sauditi, uno libanese e comunque nessun afgano.) e l’intero dispositivo militare concepito per difendere l’Europa si é attivato per sguarnire di truppe il continente, violare sia la Costituzione italiana (art 11) e quella tedesca che proibiva interventi all’estero; favorire la costituzione di una forza multilaterale a conduzione statunitense mirante a occupare un paese di circa quaranta milioni di abitanti col pretesto che “ospitava terroristi ricercati”.

Anche questa asserzione é falsa. Non é mai stato spiccato un mandato di cattura internazionale a carico di Osama Ben Laden o del Mullah Omar, pur avendo arrestato, in giro per l’Asia e L’Europa – Italia inclusa- circa 750 persone rinchiuse nella base militare di Guantanamo ( a Cuba), nessun capo di imputazione é stato formulato a loro carico. A diciannove anni di distanza dalla cattura ( e detenzione) degli stessi, non si é proceduto nemmeno alla contestazione di un capo d’accusa. Poiché Guantanamo non é territorio degli Stati Uniti, nessun magistrato é mai intervenuto, fino a che un avvocato é riuscito a incardinare un giudizio in Florida contro i guardiani che procedevano alla alimentazione forzata di alcuni detenuti che protestavano col digiuno. Il ( la ) giudice trovò regolare ala procedura di ingozzare a forza i prigionieri quattro volte al giorno con un imbuto.

Tutti temi che oggi vengono trattati per analizzare la situazione afgana, ma che io preferirei oggi analizzare sotto il profilo NATO. Il trattato transatlantico nacque per interessare le aree occupate dagli alleati vincitori della seconda guerra mondiale alla data del 1 aprile 1948 ed era stato concepito come alleanza difensiva di fronte alla minacciosi attribuita a Stalin e alla Unione Sovietica che aveva dimostrato di perdere sei milioni di uomini senza che la nazione perdesse coesione o il governo autorevolezza.

Per rendere più ” operativa” l’alleanza, gli Stati Uniti videro con favore anche l’idea di creare una Comunità Europea di Difesa( CED) in analogia con la CECA ( Comunità Carbone e Acciaio), L’EURATOM e il Consiglio d’Europa e questa coincidenza di intenti federativi si protrasse fino alla morte di Stalin nel 1953 ( a marzo). A quel punto l’unità di intenti si spostò verso il disinteresse e il partito gollista francese affondò il progetto di esercito comune ( 1954) che finì nel dimenticatoio.

Ecco un media inglese degli anni sessanta che trattava della guerra segreta tra Francia e USA e che portò alla defezione di Arnaud de Borchegrave capo centro dello SDECE a Washington

L’arrivo di De Gaulle al potere ( 1958) scatenò una guerra segreta con gli USA e l’Inghilterra che culminò nella uscita della Francia dal dispositivo militare NATO (1966, ma rimase nel Patto Atlantico); nella cattura del più alto funzionario francese nella NATO per spionaggio a favore della URSS ( il dr Pasqua) e nella rinunzia di Nixon a mantenere la convertibilità del dollaro con l’oro che segna l’inizio della fine del dominio post bellico USA. Il comando NATO si trasferì da Parigi alla periferia di Bruxelles. Segno di competizione con l’UE, perché logica strategica avrebbe voluto una posizione inglese o spagnola e logica politica la Germania. La Francia di Sarkozy rientrò nel dispositivo militare atlantico ( 2009)argomentando che ” non potevamo restare soli”, ma le frizioni e l’emulazione continuano e Macron ha riscoperto l’Europa non essendo riuscito ad ottenere il comando militare dell’alleanza.

Ora che la Francia attraversa uno dei suoi flussi periodici marziali, spinta dalla necessità di conservare il suo impero coloniale e consapevole che dal 1940 ad oggi non ha più vinto una battaglia perdendo brandelli d’impero in Asia, Macron cerca di risuscitare il fantasma della CED a dispetto della NATO di cui sarebbe un doppione, ma che sancirebbe la supremazia francese per via dell’armamento nucleare che ala sola ad avere dopo l’uscita della Gran Bretagna. L’idea in sé non sarebbe malvagia se preceduta dalla integrazione delle rispettive politiche estere e dalla unanimità dei paesi membri. Mentre è parzialmente comprensibile la nascita della moneta comune condivisa da19 paesi su 28, la creazione di un esercito cui contribuirebbero solo alcuni paesi creerebbe un caos politico, militare e di educazione e formazione ( basti pensare a Elettronica, telecomunicazioni e distribuzione delle truppe sul territorio

COSA CAMBIEREBBE ? NULLA SE NON IN PEGGIO.

In buona sostanza, si creerebbe un nuovo comando che andrebbe a giustapporsi a quelli già esistenti, senza eliminarne alcuno. L’esempio più calzante – e meno convincente- sarebbe la ricostituzione dell’area ABDA ( American, British, Dutch, Australian ) creato nel 1941/42 affidato al generale Wavel ( inglese) che fu descritta da Churchill nelle sue memorie come “un enorme numero di telegrammi” e che incassò tutte le sconfitte in Asia nella primavera del 1942 quando fu sciolta. Un altro tentativo di integrazione militare fu fatto negli anni 60 per creare una Forza Multilaterale NATO principalmente aeronavale e che naufragò anch’esso. Comando ABDA,

Gli ostacoli di sempre sono stati il controllo dei missili nucleari e il comando della coalizione. I missili tattici potevano essere gestiti anche a livello brigata, ma il comando strategico della coalizione capace di decidere se spedire missili a lunga gittata ( scatenando così rappresaglie verso il territorio USA) doveva restare in mani americane.

Servirebbe quindi una strategia chiara e condivisa tra tutti, in quanto la NATO, sorta in funzione antirussa, guarda – o dovrebbe guardare- a est e fronteggiare il ” patto di Varsavia” che fu sciolto trenta anni fa. Alcuni suoi partner ora fanno addirittura parte della NATO. Tentativi nuovi di trovare una mission comune a tutti i partner, sono falliti, vuoi per opposizione Germanica e Turca all’operazione Libia, che per ostruzionismo francese all’intervento in Irak nel 2003, che per la svogliatezza degli altri meno coraggiosi ma ugualmente stanchi.

La perdita di credibilità e leadership statunitense non ha fatto che aumentare nel decennio che ci ha preceduto e la sequela di sconfitte politiche ( Siria, Irak, Libano, Somalia, Yemen, Turchia,) subite non ha migliorato la situazione. Molti ormai sono i partner occidentali che si chiedono se la leadership del mondo libero possa ancora essere affidata agli Stati Uniti. In questo contesto, voler riformare la NATO o eseguire una sostituzione surrettizia – più debole- con un esercito o un corpo di spedizione a intervento rapid europeo, non sia un’idiozia partorita da geronti italiani con attitudine genetica all’ambiguità e al tradimento.

In questo momento storico, L’Unione Europea non ha nemici, ma corteggiatori e gli USA non hanno più alleati ma é circondata da avversari dichiarati e potenziali, tra cui l’Europa che guarda ai mercati dell’est e ha capito che l’emigrazione é diventata un tallone d’Achille. Senza prima chiarire all’interno e all’esterno dell’Unione questi due punti, ogni ristrutturazione é inutile e la sua direzione strategica é minata dalla perdita di credibilità accumulata nel decennio scorso e indebolita dalla uscita del Regno Unito dalla UE.