STIAMO BACIANDO LA MANO SBAGLIATA?

BIDEN IN DIFFICOLTA’ AL CONGRESSO. LE ELEZIONI DI MID TERM SARANNO UN BAGNO DI SANGUE DEM?

Joe Manchin, senatore democratico della Virginia occidentale- dove proprio ieri è stato eletto un governatore repubblicano, a dimostrazione che l’assalto al Campidoglio non importa a nessuno- è considerato assieme alla più moderata ma ugualmente frondista senatrice Kystern Sinema (dem, Arizona che ha affossato la tassa ai supericchi) un ribelle che mette in continuo pericolo la stabilità del governo di Joe Biden.

Con un senato in cui gode della maggioranza di due voti ( il voto di Kamala Harris, che presiede il Senato, vale doppio in base al regolamento) e con due piantagrane nel gruppo parlamentare, il grande progetto di Biden di spendere 3500 miliardi per creare un welfare americano in risposta alle politiche di Trump – già dimezzato in sede negoziale- rischia di non essere varato o di subire modifiche troppo significative che ne metterebbero in dubbio la paternità.

Oltre alla iattura del risultato elettorale che ha attribuito 50 seggi ciascuno ai contendenti, ci sono due regole parlamentari su cui Biden si gioca tutto: anche se la maggioranza é 51 voti, nella maggior parte dei casi la maggioranza dei voti richiesta é di 60 e questo obbliga a negoziare coi repubblicani per trovarne nove favorevoli ( semprecchÉ non ci siano defezioni in campo democratico).

Vecchia volpe del Senato dove opera da quaranta anni, Biden ha fatto ricorso alla “riconciliazione bugettaria” che impone l’eccezione della maggioranza a 51 voti, ma – sempre per regolamento- non può che usarla tre volte nell’anno e può essere usata in campo fiscale, per determinare spese o intervenire sul debito federale. Una l’ha già bruciata con

l’American Rescrue plan usato per la pandemia e un aiuto ai cittadini, che però non sembra avergli attirato simpatie.

Proprio oggi é giunta la notizia che lo stato della Virginia ha scelto un governatore repubblicano, Glenn Youngkin, un novizio che ha sconfitto una colonna democratica del calibro di Terry McAuliffe che era già stato eletto nel periodo 2014-18. Un brutto presagio per le elezioni di mid term del prossimo novembre che in genere penalizzano il partito al governo.

Paralizzato di fatto in Parlamento per la politica interna , Biden deve ottenere una solidarietà bipartisan e può ottenerla – come nel 1917 e nel 1941 entrando in guerra oppure con un successo estero equivalente.

Forse é per questo che William Burns – il primo diplomatico posto a capo della CIA- martedì scorso è andato a Mosca per un incontro con il capo del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrouchev. Nessuno ne ha parlato sia a Mosca che a Washington e tutti hanno rifiutato di commentare.

Di certo c’é solo che se gli USA riescono a separare Cina e Russia hanno vinto la partita e Biden rimonta in sella, ma rinnegando anche la contrapposizione con Trump sulla politica russa.

In entrambi i casi le elezioni di novembre 22 saranno un rebus. Poi sapremo a chi inchinarci.

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