TERRORE IN CITTÀ . COME SVENTARE GLI ATTACCHI PREVENENDOLI.  di Antonio de Martini

Se gli italiani credessero veramente alla resurrezione, brevetterebbero subito una bara con apertura telecomandata dall’interno! 

La lettura del “Corriere” di oggi mi ha messo decisamente di buon umore. Una serie di architetti e vivaisti ha intravisto il business e vi si è lanciata famelica.

Tra gli “amici” intervistati c’è chi raccomanda di mettere all’imbocco delle strade pedonali querce ( dieci anni per una crescita adeguata…) e melograni ( per i primi cinque anni sono poco più di un cespuglio).I nostalgici del medio evo propongono fossatelli con acqua, tutti raccomandano ” più verde in città ” e una sequela di altre pazzesche stronzate.

FACCIAMO ORDINE.
a) anzitutto esiste una legge dello stato che proibisce di trasformare in zona pedonale una strada. È consentito solo alle piazze. Pare che anche questa non la sappia nessuno, eppure, gli abitanti ( o i commercianti…) di Borgo Pio a Roma riuscirono a far revocare la zona pedonale che temevano avrebbe danneggiato il commercio….
b) esiste – e resiste – una mentalità legalitaria incapace di immaginare comportamenti eterodossi. Una volta, un tutore della sicurezza mi tranquillizzò , esaminando un certo tragitto, dicendomi ” da lì non possono attaccare : è un senso unico”.
c) esistono inoltre strade che nonostante non siano pedonali, lo diventano nei giorni festivi e semifestivi ( ad esempio via del Corso e adiacenze a Roma, ma ce ne sono ovunque) stipate all’inverosimile che potrebbero costituire “obbiettivi paganti” e al contempo non potrebbero usufruire di ostacoli passivi fissi data l’informalità dell’utilizzo. 
d) si dimentica troppo spesso che il terrorista-guerrigliero è un essere mutante e che una volta trasformata una zona pedonale in una fortezza senza armi, potrebbe usare l’altra arma imparabile dagli inermi: il coltello. E a quel punto gli ostacoli all’entrata si trasformerebbero in ostacoli al deflusso.

È dimostrabile ( e ahimé, dimostrato) che un uomo ( o una donna, non dimentichiamolo) armato/a di un coltello ben affilato può colpire molte persone in breve tempo ed essere anche indistinguibile dagli altri membri della folla. Due assassini procedenti in senso inverso in una area pedonale potrebbero provocare una ecatombe. Vedremo in appresso come reagire a questo tipo di attacco.
COME DIFENDERSI.
A) Contro gli esplosivi radiocomandati

1) isolare le zone pedonali rispetto ai ponti aerei dei telefonini e obbligare i frequentatori a chiudere i loro apparecchi prima di accedere alle zone sicure. Molti attentati sono fatti innescando l’esplosivo con un impulso elettronico.
Inoltre ” mappare” magneticamente le zone da proteggere ( come hanno fatto gli americani in Afganistan) in maniera che – se i cittadini hanno spento i loro apparati- il/i possessori di un cellulare acceso verrebbero evidenziati come una mosca bianca sugli schermi di rilevamento delle forze dell’ordine e messi in condizione di non nuocere.

2)Il presidente della Repubblica e le principali personalità dello stato, nei loro spostamenti, sono scortate da un furgone nero al cui interno ci sono attrezzature che inibiscono l’uso dei cellulari utilizzabili per innescare una esplosione ( e anche quelli dei malcapitati innocui passanti ) .Anche numerosi ambasciatori ( e Berlusconi…) hanno questa forma di protezione.

Le cinquecento/mille principali piazze d’Italia meritano questo trattamento, unico sistema per evitare apparati da stato d’assedio e stragi.
Le tecnologie esistono, gli uomini sono addestrabili in sei settimane. Certo la gara d’appalto non andrebbe commissionata a CONSIP, ma ai militari perché le stellette che sono l’ultima cosa pulita rimasta in questo paese.
B ) Contro l’utilizzo dei furgoni per attentati.
La sola Ford Motor Company ha immesso sul mercato 44 versioni differenti del TRANSIT. La città , in specie le grandi metropoli, rigurgitano di furgoni che – sia detto per inciso- intralciano il traffico cittadino parcheggiando ovunque.

Anche qui troviamo disposizioni comunali disattese: i rifornimenti ai negozianti vanno fatti PRIMA degli orari di apertura dei negozi ( tra le 5,30 e le 7,30, oppure tra le 21,00 e le 23,30).
Il ripristino di questo provvedimento comunale , oltre a snellire il traffico e alleggerire la carenza di parcheggi delle grandi città, ridurrebbe di molto Il numero dei mezzi da monitorare specie negli orari dello “struscio”.

Vitale regolamentare anche la circolazione dei mezzi pesanti ( Benne, impastatrici di cemento, camion delle immondizie, camion frigoriferi e autobotti con benzine. ) che valgono quanto un carro armato o una grossa bomba e sono inarrestabili.                                
Terroristi decisi possono impadronirsi , senza affittare, questi mezzi bloccabili solo con bazooka o strumenti analoghi .

Zelante e doverosa la decisione di monitorare gli autonoleggi, ma si dà per scontato che i terroristi non pensino….
C) Contro attacchi con armi leggere e all’arma bianca.
È il tipo di attacco più probabile e meno complesso da pianificare.

Richiede buoni contatti con la malavita per l’acquisto di armi a meno che non si tratti di coltelli.
Contro questi attacchi vanno armati – anche in libera uscita- tutti gli ufficiali di polizia e delle FFAA ( anche quelli in congedo di età ragionevolmente limitata) , sottufficiali e graduati fino a caporal maggiore.

Anche – sopratutto- quando vestono abiti borghesi. Ai militari andrebbe ripristinato l’obbligo di vestire l’uniforme. La gente si sente più tranquilla e protetta da un uniforme.
Solo creando una rete diffusa di persone armate ( stimo circa centomila tra ufficiali, sottufficiali in servizio e in congedo) che si trovino nei cinema, nei centri commercial, nelle piazze, nel metrò, è possibile intercettare e abbattere dei malintenzionati che attaccano credendo di trovare esseri inermi.
L’aver servito in armi la Patria e lo Stato può e deve essere considerata garanzia di buon uso ed utilizzo di un’arma. 
Se la polizia insistesse nel cercare di mantenere il monopolio delle armi assieme alla malavita, porterà la responsabilità di questa stupida miopia e delle conseguenze.
Nota aggiunta posteriormente, alle 13.00: i funzionari della polizia diventano tali superando un concorso pubblico. Niente di male.

Chiunque può perdere la testa durante il primo scontro a fuoco e non intendersi di esplosioni.
A parte che “colpire la cultura italiana” per un medio orientale , secondo me, significa colpire Venezia ( chi intercetterebbe un motoscafo che arriva al ponte di Rialto e si fa esplodere facendo saltare una perla d’arte e di storia?) credo che ogni tunnel ( da quello del Tritone a quello di fuorigrotta, ai sottopassaggi) funzionerebbe come ” camera di scoppio” moltiplicando l’effetto di una eventuale esplosione.  

Andrebbero inibiti a autobotti trasporti di bombole ecc. Ma non basta mettere il palo col segnale di divieto…….

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Commenti

  • Armando Stavole  Il agosto 21, 2017 alle 8:39 PM

    Ha citato le armi da taglio, facilmente acquisibili, su cui l’unica obiezione idiota e’ quella di chi guardando alla legge considera che sparare e’ un eccesso di difesa personale. Altro e’ anche la possibilita’ di riesumare una legge per i militari gia’ emessa dal Fascismo e rimasta in vigore fino agli anni ’70 per un’arma di proprieta’ personale, dopo di che si e’ potuto continuare a possedere il porto d’armi a pagamento. L’arma di servizio per noi militari era utilizzabile solo se era incaricati operativamente di svolgere una determinata mansione.

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    • antoniochedice  Il agosto 21, 2017 alle 9:35 PM

      Ha ragione. Si potrebbe fare un decreto a zero costo sui doveri dei militari in congedo, ridando il porto d’armi a ufficiali e sottufficiali e riconoscendo che rispondere a un attacco all’arma bianca col fuoco non costituisce eccesso di legittima difesa.

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      • armstav  Il agosto 22, 2017 alle 12:06 am

        Come tutti gli anni sono all’estero a fare felicemente il nonno e leggo una notizia su un giornalino digitale che sono state date in dotazione alla polizia delle “armi a microonde”, io conoscevo le pistole taser americane, che non sono mai state introdotte in Italia per il solito garantismo da una parte e per fatti di corruzione dall’altra. Ne ha contezza lei? Grazie

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      • antoniochedice  Il agosto 22, 2017 alle 2:38 am

        No.

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  • SC  Il agosto 22, 2017 alle 8:08 am

    del fatto che i terroristi pensino (o pensino in maniera intelligente), dubito fortemente. Fare del volgare tritolo in quantità è facile e poco costoso, cosi come gli inneschi (non bisogna prima forza usare le frequenze dei cellulari, per cui tali assemblee sarebbero inefficaci..) e colpire un acquedotto ho linee di approvvigionamento elettrico sarebbe più facile e sicuro senza rischiare la vita di un piccolo commando riutilizzabile più volte.
    Credo, come lei untuisco, che questi ‘fessi’ siano pilotati (possibile che possibili fonti vengano sistematicamente ammazzati?) E che cerchino più spettacolo è meno sostanza (che rapresenterebbe, per i cittadini un pericolo ben più grande). Apprezzo la sua apertura su più armi per tutti: questo punto di vista illuminato è una rarità di questi tempi (in Italia)

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    • antoniochedice  Il agosto 22, 2017 alle 9:02 am

      Meno male che qualcosa accetta…i terroristi hanno mostrato più spirito di adattamento e inventiva delle forze dell’ordine e adottato armi ( auto e coltelli) che è impossibile proibire o intercettare prima dell’uso.
      I terroristi non hanno mai attaccato infrastrutture, bensì persone. Hanno individuato il loro massimo addensamento nelle isole pedonali ( la prima fu Berlino a Natale).
      Adesso, in una escalation continua puntano all’uso combinato di auto+ Esplosivi. In questo hanno una vasta esperienza maturata in Irak dove hanno usato fino a duecento kg di esplosivo alla volta.
      Equivale a un bombardamento aereo, con la differenza che l’aereo lo sentì arrivare.
      Sono matti, non scemi.

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      • SC  Il agosto 22, 2017 alle 9:26 am

        E ragionano da beduini. Tutte le misure che ha elencato sono notevoli e di grande intelletto strategico. Ho sottolineato solo alcune lacune (che in un mondo libero non si possono colmare). La soluzione Usa, hard adottata con i Giap. puo’ non piacere, ma e’ stata efficacie. Cosi’ come la sponsorship nazzista (all’inizio pagavano il viaggio ed infrastrutture agli ebrei che desideravano tornare in palestina, cosi’ come sponsorizzavano con gli inglesi la creazione di un loro stato).
        La seconda soluzione e’ migliore per quantita’ di manodopera e come sbocco all’attuale eccesso di produzione e di disoccupazione (si possono creare citta’, acquedotti, laghi (come da lei suggerito)), si concentra questa gente come nelle colonie penali australiane e si possono controllare meglio.
        Creare uno stato satellite dove possono concentrare i loro ideali e le loro leggi si puo’ facilmente.
        Noi al contrario dei francesi, siamo ancora in tempo… meglio recitare loro che essere recintati.

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      • antoniochedice  Il agosto 22, 2017 alle 10:04 am

        Nell’area MENA ( Middle East and North Africa) ci sono 400 milioni di abitanti e siamo noi che vogliamo andare da loro perché hanno petrolio, gas e terre rare.
        Gli ebrei saranno stati 12 milioni al più.
        Direi di riprendere la conversazione quando cala il caldo 🙂

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      • SC  Il agosto 22, 2017 alle 1:12 PM

        Del resto a molte piu’ estati di me e se non erro’ domani una in piu’.
        Per cui colgo l’occasione di farle dei sentiti auguri
        1) Petrolio e gas, come lei ben suggerisce e sapeva anche il povero Mattei, ci sono anche nel nostro mediterraneo.
        2) Quelli in europa saranno pochi milioni… una decina al piu’

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      • antoniochedice  Il agosto 22, 2017 alle 1:35 PM

        Non conta il numero delle estati, ma il loro impiego….grazie per gli auguri.

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