Il Mediterraneo gode di due grandi esclusive mondiali: l’olio d’oliva (92% della produzione mondiale) e il patrimonio archeologico ( 90% , mia stima personale).
Oggi mi limito al turismo ( archeo e balneare) che frutta circa 75 miliardi di dollari annui ai paesi della riva sud del Mediterraneo, nel Vicino Oriente.
I grandi detentori di beni archeologici nella zona, sono la Siria, l’Egitto e la Turchia. Potenzialmente anche l’Iran, ma lo considero fuori zona ( è MEDIO ORIENTE) e a causa del sabotaggio subito dagli occidentali, poco sfruttato.
Benché ci sia carenza e sottoutilizzo di infrastrutture, questi 75 miliardi annui rappresentano il 10% della intera rendita petrolifera dell’area e sono la fonte di valuta dei paesi in cui il petrolio scarseggia.
La Turchia, paese quasi interamente circondato da zone petrolifere, ma privo di questa rendita ( ha solo attraversamenti di oleodotti tra Caucaso e Mediterraneo) riceve annualmente 15 milioni di visitatori che procurano valuta pregiata per 14 miliardi annui.
L’Egitto incassa circa 5 miliardi di dollari annui di valuta e fa lavorare 200.000 persone in questa industria, anche se praticamente tutta la popolazione vive di turismo in un modo o nell’altro.
La Tunisia, che sfrutta più il potenziale balneare che quello archeo, nel 2015, l’anno dei due attentati al museo del Bardo ed a Sousse, ha avuto un calo del 35% del flusso rispetto al 2014 che già era stata una cattiva annata. 3 miliardi di rendita.
Gli addetti tunisini sono passati da 300.000 a 200.000 con un crudele taglio di posti di lavoro in un periodo già carente di opportunità.
La Turchia, grazie all’intelligence ( che ha 150 anni di vita in zona) alla polizia e a metodi efficaci, ha stroncato abbastanza rapidamente i periodici tentativi di sabotare la stagione delle prenotazioni turistiche con gli attentati.
Il giovanotto catturato a inizio anno, state certi che sta rivelando anche quel che non sa. I mandanti non ci riproveranno. In più ha diversificato la clientela rivolgendosi al mercato asiatico ( Indonesia, Australia).
Meno “fortunato” l’Egitto che ha flussi turistici occidentali un po’ fifoni e una intelligence che ancora risente dalla mancanza del generale Soliman deceduto nel 2012.
Questa riduzione di flussi valutari, ha reso Al Sissi tributario verso l’Arabia Saudita e gli USA, per una serie di prestiti che sappiamo tutti verranno rimborsati più in natura che in valuta.
La Tunisia, il paese meno strutturato militarmente, è stato il più facile da colpire ed ha subito i danni maggiori in proporzione, dato il livello medio-basso della clientela, timorosa anche perché incapace di valutare le situazioni politiche e guidata dai media.
Questi attacchi al turismo nell’area, sono particolarmente fruttuosi per i terroristi, perché colpiscono gli Stati nel portafoglio e , in contemporanea, gli occidentali con effetti di amplificazione media.
Tirando le somme,
A) esistono cinque aspiranti al ruolo di “potenza regionale egemone” nel Levante: Arabia Saudita, Egitto, Iran, Israele e Turchia.
B ) Privare o ridurre la rendita turistica nei vari paesi privilegia chi dispone della rendita petrolifera ( Arabia Saudita, Emirati, Iran) ed è nell’interesse di chi dispone dei mezzi finanziari per indebitare i bisognosi ( USA, FMI, UE).
C) Chi ha beneficiato principalmente dello sviamento dei flussi turistici estivi sono i paesi UE ( Italia, Spagna, Grecia)
D) L’Iran è quasi certamente innocente dati gli ottimi rapporti con la Turchia che l’ha aiutato a vendere il petrolio in tempi di embargo.
E) Il Katar è stato recentemente accusato dai sauditi di ” finanziare il terrorismo” , ma poi le richieste fatte ( rompere i rapporti con l’Iran e accettare ispettori nel paese, invece che sugli investimenti a Wall street) hanno mostrato la corda.
La protezione offerta dalla Turchia che ha rafforzato la propria base militare a Doha portando gli effettivi a un reggimento, è un’altra prova di innocenza.
F) Restano in lizza, come sospetti paesi di provenienza dei terroristi, l’Arabia Saudita e Israele, peraltro sempre più vicini e collaborativi, benché formalmente ancora in stato di guerra.
In più , l’Arabia Saudita, tramite il Crownprince Mohammed ben Salman, ha annunziato un mega investimento ( 50 miliardi) in infrastrutture turistiche nel paese ” dove le donne potranno andare in bikini”.
Questi posti già esistono, ma sono accessibili unicamente ai sauditi e nemmeno a tutti.
Vuol far cessare l’ipocrisia, fare la concorrenza o cerca un alibi?