UNIONE EUROPEA & N.A.T.O: DUE MODI PER DIVIDERSI. SOLO LA NEUTRALITÀ CONSENTE L’UNITA NAZIONALE E LA CREAZIONE DI UN BLOCCO DI NAZIONI PACIFICHE.

Ormai siamo annegati da comunicazioni interessate di gruppi di paesi che aggregano i membri e li orientano a seconda della convenienza di pochi. L’ appartenenza alla NATO è giudicata superata dal 38% degli italiani ( PEW research) e l’Unione Europea viene regolarmente respinta da ogni referendum popolare ( Irlanda, Danimarca, Grecia ecc) che venga fatto. Ormai queste organizzazioni vengono recepite per quel che sono: pretesti idealistici per pompare quattrini a favore di minoranze ormai identificabili. Inevitabile dividersi tra pro e contro, consentendo a potentati stranieri l’intromissione nel nostro vivere.

https://www.youtube.com/watch?v=ogq2rD2ooCo che

La soluzione per non essere coinvolti nel conflitto che si profila è

a) valorizzare l’aspetto difensivo delle alleanze e distinguere in ogni fase, come da insegnamento di Giovanni Giolitti e benedetto Croce che ci invitarono, invano a stare fuori dalla prima guerra mondiale. Se una controversia ha chiare stimmate aggressive ( es Ucraina e Siria) starne fuori ad ogni costo.

b) creare una lega di stati mediterranei, possibilmente anche  contigui ( Austria, Svizzera, Italia, Slovenia, Croazia ) che si dichiarino  a priori comunque neutrali in caso di conflitto. Un blocco di paesi sufficientemente forti da incutere rispetto e da impedire – di fatto – l’uso del mediterraneo come zona di guerra.

Cattolici e Ortodossi e mussulmani dei Balcani sono certamente a favore di questa idea, osteggiata solo da poche decine di politici e giornalisti schiavi dei loro bisogni. Questa estate sarà decisiva per l’avvenire dei nostri figli e dei nostri paesi.

Buona visione.

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Commenti

  • ...  Il luglio 14, 2015 alle 11:06 am

    L’ha ribloggato su Il Blog di giornalismo economico e finanziario.

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  • FrancescoC.  Il luglio 14, 2015 alle 11:04 PM

    Vorrei ringraziarla direttamente sul suo blog, Sig. De Martini. La mia non voleva essere semplicemente una provocazione ma era una sincera domanda da parte di chi studia altre cose (storia della chiesa, in particolare) e soffre (ha indovinato pure questo) di vedersi parte di una coalizione di stati “cattiva” e che ottiene l’ipocrita avallo dei più, anche di quelli istruiti (ho troppi esempi sul posto lavoro), e questo al punto di difendere la moralità di interventi di politica estera anche quando questi si sono rivelati fallimentari (la qual cosa ritengo, da umanista, estremamente irritante). Accolgo a piene mani tutti i suoi suggerimenti, compresi, per quanto mi è possibile, quelli di lettura: già vedevo da me che mi mancano gli strumenti, e che il mio interesse molto saltuario per la storia contemporanea non mette nessuna pezza. Ho sicuramente formulato male la mia domanda, che fu estemporanea, ma la ringrazio vivamente per aver saputo sfruttare sapientemente l’occasione. Cordiali saluti dall'”ignoto provocatore”, Francesco C.

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    • antoniochedice  Il luglio 15, 2015 alle 3:09 am

      Uno dei problemi dell’Italia è il non fare politica che con pseudonimi. Quando parlo di cambiamento culturale penso anche a questo.
      Eserciti i suoi diritti di cittadino a viso aperto. È così che un uomo cresce e merita l’indipendenza

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      • FrancescoC.  Il luglio 15, 2015 alle 10:13 am

        Ha ragione anche in questo, è un cattivo costume acquisito su internet e covato nel generale disprezzo per la casta politica. Saluti, Francesco Celia

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      • antoniochedice  Il luglio 15, 2015 alle 10:47 am

        Evviva. Benvenuto!

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