USA UN PAESE SURREALE: MENTRE I MARITI VANNO IN GUERRA LE MOGLI PARTORISCONO PER CONTO TERZI. di Antonio de Martini

Una storia americana che non riesco a commentare tanto è il senso di sgomento e inadeguatezza che provo. O sono io ad essere ormai superato da questi bagliori di nuovo mondo, oppure la psicologia degli appartenenti al mondo militare americano richiede interventi in profondità , così come il trattamento economico della truppa.

http://www.nationalreview.com/article/352254/wombs-rent-http://

abcnews.go.com/GMA/Parenting/military-wives-surrogates-carrying-babies-love-money/story?id=11882687

http://www.ozy.com/acumen/serve-our-country-serve-as-a-surrogate/33106

Faccio precedere questo post da ben tre collegamenti con articoli di giornali americani sull’argomento perché , a mio avviso, questa notizia ha dell’incredibile e la nostra cultura europea ci porterebbe a pensare che si tratta di uno scherzo.

L’ultimo dato statistico USA disponibile sulle madri surrogate è del 2008 e ci dice che vi furono in tutto il paese 1400 gestazioni per conto terzi.
Una ricerca sui casi di madri surrogate ( le donne che affittano a pagamento l’utero a terzi che non vogliono o non possono avere una gestazione classica) ha rivelato che una alta percentuale di queste persone – dal 19 al 50% – sono mogli di militari in missione e che lo fanno ” per arrotondare lo stipendio e anche per dare un figlio alla Patria”.

Cosa spinge queste persone pare sia il fatto che una famiglia raddoppia i suoi proventi. Ai 30.000 dollari annui dello stipendio del marito , si aggiungono i trentamila che vengono dall’affitto dell’utero della moglie. C’è chi ha calcolato che, a questi prezzi, una gestazione completa costa tre dollari l’ora.

Una seconda motivazione dice che la signora con questo sistema riesce a stare a casa per accudire i figli invece di andare al lavoro.

A ben vedere c’è una sorta di tragico contrappasso in questo: lui guadagna uccidendo, lei creando una nuova vita.
Lui viene visto come un eroe, lei come una poco di buono.

La parte più aberrante di questo fenomeno è la protesta di chi dice che la puerpera froda lo stato godendo dell’assistenza sanitaria gratuita mentre in realtà sta sta facendo un affare privato e quindi non dovrebbe godere delle cure gratuite, ma accollarsi il costo produttivo di reddito imponibile.

Una fiera delle aridità .

Come può un popolo del genere aspirare a dettare codici etici al resto del mondo? Come fanno a non rendersene conto?
Il solo comportamento moralmente ancora più discutibile è quello dei giornalisti che non scrivono o commentano queste notizie.
Fatele girare voi.

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Commenti

  • armstav  Il ottobre 29, 2014 alle 12:53 am

    http://www.corriere.it/inchieste/roma-10-autobus-evitare-assolutamente/dff20f26-5e77-11e4-9933-2a5a253459da.shtml

    questo non succede li’! Vogliamo vedere chi ha le corna piu’ lunghe, invece di curare le nostre ben ramificate? Se circoscriviamo il tutto a mero paragone di vita sociale.

    Se invece parliamo di potere geopolitico, ma che per caso il Machiavelli scrisse il Principe analizzando la storia americana? che visionario!

    Le risposte vengono da se!

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    • antoniochedice  Il ottobre 29, 2014 alle 6:10 am

      Con difensori d’ufficio come lei non mi meraviglia che gli Stati Uniti siano al minimo storico in fatto di popolarità . Ogni volta che si legge su questo blog qualcosa che suona come critica agli USA e al loro stile di vita,alcuni fascistoidi esultano ( e li ho bannato tutti) per principio e lei interviene a sproposito, ma educatamente. È per questo che non la banno, ma non so se i suoi nipotini americani le saranno grati .

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  • abrahammoriah  Il ottobre 29, 2014 alle 4:50 am

    29 ottobre 2014

    E’ una evidenza storicamente accertata che le classi emarginate e quelle a più basso reddito costituiscono il maggiore elemento catalizzatore nell’evoluzione (o involuzione, dipende dai punti di vista) della morale e dei costumi. Sulla base di questa acquisizione, Karl Marx arrivò addirittura a concepire la classe operaia come la classe che avrebbe portato al trapasso dal capitalismo al comunismo e alla dittatura del proletariato. In questo errò clamorosamente perché se è vero che gli strati sociali più svantaggiati sono i protagonisti dell’evoluzione/involuzione della morale e dei costumi insistenti sulla sfera privata, non hanno mai assunto il ruolo di protagonisti del cambiamento nella sfera pubblica ed economica, non sono, cioè, mai riusciti a trasformarsi in ‘agenti strategici’ (dei quali, anzi, hanno sempre subito e patito l’azione rivoluzionaria e trasformatrice nella sfera pubblica). Rispondendo alla domanda retorica (ma che individua esattamente l’attuale problema geopolitico) di Antonio De Martini di come possa un “popolo del genere – il popolo degli Stati uniti – aspirare a dettare i codici etici al resto del mondo?”, emerge con solare chiarezza che il perdurante dominio geopolitico dell’America è dovuto ad un mix di primato nel campo militare e della capacità di imporre all’estero, con una ‘noopolitik’ aggressiva e volgare, stili di vita e comportamenti volti a distruggere le tradizioni dei popoli da dominare, comportamenti e stili di vita sperimentati ed adottati, in primo luogo, dagli strati più bassi e con un maggior tasso di emarginazione della società americana. Ma siccome “Nihil sub sole novum”, questa situazione non è la prima volta che si presenta e ricordando perciò che il successo dell’imperialismo romano fu dovuto all’eccellenza delle sue “buone armi” unita all’imposizione ai popoli sottomessi del suo stile di vita, basato essenzialmente sulla conquista del consenso attraverso la pratica, al popolo molto gradita, del “Panem et circenses”, concludo che questo dominio statunitense porta gli stessi germi autodistruttivi di quello romano. La sfida è che il crollo dell’impero non porti alla barbarie. Allora le cose non andarono, come sappiamo, molto bene. Oggi (nel presente secolo e in quello che ci ha appena lasciato) le cose sono iniziate altrettanto male, con un aspirante successore storico del capitalismo, il socialismo, che si è rivelato nient’altro che una brutta e caricaturale copia, con meno libertà e meno prosperità, del capitalismo (e per carità di patria ed idiosincrasia estetica non ci diffondiamo sugli gli esperimenti totalitari del Novecento di ‘destra’ …). E’ aperta quindi la gara agli aspiranti ‘Principi’ e/o agenti strategici che vogliano proporsi come Katechon a questo apparentemente ineluttabile imbarbarimento. E il repubblicanesimo geopolitico è uno di questi.

    Massimo Morigi

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    • Francesco  Il ottobre 4, 2016 alle 1:35 am

      Anche se in estremo ritardo, su questo punto consiglierei la lettura dell’ultimo capitolo del libro di Valerio Marotta, La cittadinanza romana in Età Imperiale (Secoli I-III d.C.), intitolato “Cittadinanza e impero. I rischi della comparazione storica”.

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  • antoniochedice  Il ottobre 3, 2016 alle 8:53 PM

    L’ha ribloggato su IL CORRIERE DELLA COLLERAe ha commentato:

    28 ottobre del 2014. avevo cancellato questa notizia dalla mente….

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  • Anafesto  Il ottobre 3, 2016 alle 11:09 PM

    Della serie: “non lo fo’ per piacer mio, ma per dar dei figli a Dio, anzi all’esercito USA”. Non si preoccupi, stanno esportando pure questo in Europa, vedremo quando?

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  • armstav  Il ottobre 4, 2016 alle 9:16 PM

    Visto che lo ha ribloggato e, rileggendo il mio commento ed il suo, sento l’obbligo di precisare quanto segue, ammettendo che si dovrebbe rileggere piu’ di una volta prima di inviare:

    1. ai vari imperi nella storia dell’umanita’ ora si e’ aggiunto quello americano, che, con una dinamica diversa, dovuta al progresso tecnologico, non civile, sta percorrendo con alcune variazioni le stesse strade degli altri(Machiavelli docet). Non era una difesa, era una constatazione. Sul comportamento morale in cui la donna mette in vendita il proprio utero o per dar piacere o per generare, fa parte anch’esso parte della storia dell’umanita’. Gli USA non sono i primi.
    2. distinguo fra progresso e civilta’, poiche’, specialmente a noi occidentali, ha fatto molto comodo confondere la curva di crescita dell’una con l’altra. Purtroppo cosi’ non e’, il progresso ha seguito una crescita da curva iperbolica, ci stiamo sempre piu’ avvicinando a scoperte e conoscenze impensabili con ricadute tecnologiche altrettanto elevate. Ma la curva della crescita della civilta’ e’ di tipo geometrico con un basso gradiente. Civilta’ e’ riferita ad elevazione del pensiero e della morale con un comportamento coerente agli elevati principi enunciati. Un mio professore concluse, ora invece della clava usiamo l’atomica…
    3. talvolta difendo gli americani, poiche’, non essendolo dall’origine, erano bensi’ degli europei che con il prestesto della scoperta, della superiore “civilta’” e, ciliegina sulla torta, di un dio vero, superiore, assoluto hanno effettuato uno dei piu’ grandi genocidi della storia e mi fermo qui per non tediare.

    Concludo il mio vaneggiare con l’esprimere un forte sospetto che ormai la geopolitica sia completamente asservita alla geofinanza.

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    • antoniochedice  Il ottobre 5, 2016 alle 6:34 am

      Perbacco! La sua rimeditazione ha migliorato il suo commento sia qualitativamente che per espressione!
      La geopolitica è il complesso di conoscenze e capacità previsionali che viene utilizzato da chi governa.
      Naturale quindi l’odierna funzione e vitale lo sviluppo di centri indipendenti.
      L’America è certamente costituita in gran parte di europei, ma di europei colonizzati dalla mentalità inglese ( poi innestata con altri, ma ancora prevalente).
      Da l’idea di cosa sarebbe stata l’Europa se colonizzata rozzamente dai britannici.

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  • antoniochedice  Il ottobre 9, 2016 alle 8:46 PM

    E io cancello anche lei.

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