Molti ormai convengono che le tecniche di combattimento si sono tanto evolute da giungere al sanguinario paradosso che in un evento bellico si tende a zero perdite militari, mentre il numero delle vittime civili non cessa di crescere.
A volte si tratta di “incresciosi incidenti”, altre volte, i civili vengono deliberatamente colpiti a scopo intimidatorio o di rappresaglia. In numerose occasioni la guerra asimmetrica fa si che siano gli ” avversari deboli” a confondersi coi civili deliberatamente o per mancanza di segni distintivi riconosciuti. Mancano incentivi al comportamento corretto e disincentivi per i trasgressori. Mancano sopratutto regole condivisibili e condivise.
I media ci hanno abituato a vedere queste stragi da casa, a ora di cena come fossero inevitabili contrattempi digestivi quanto una alluvione o una dichiarazione di Alfano, ma da qualche tempo con maggior impegno, giuristi, militari e operatori della croce rossa cercano di arginare il fenomeno, educare i protagonisti, formare gli operatori sul campo e creare una pubblicistica e una giurisprudenza internazionale in materia.
Tutti questi uomini di buona volontà sono riuniti nei giorni scorsi ( 4-6 settembre) a Sanremo presso L’ISTITUTO INTERNAZIONALE DI DIRITTO UMANITARIO http://www.iihl.org per una tavola rotonda di duecentocinquanta persone organizzata assieme al COMITATO INTERNAZIONALE DELLA CROCE ROSSA.
Il tema: “La condotta delle ostilità: prassi, diritto e futuro” e la partecipazione di 250 delegati da tutto il mondo mi aveva predisposto ad assistere a polemiche, ma la politica è rimasta fuori della porta grazie all’ imprinting dell’Istituto, alla qualità dei diplomatici partecipanti ( dal mitico Umberto Vattani – presiede un consorzio universitario che riesce a far collaborare anche cinesi e giapponesi- agli ambasciatori Maurizio Moreno e Stefano Stefanini entrambi reduci da incarichi NATO) a Massimo Barra ( Standing Commission della croce e mezzaluna rossa) che ha inaugurato la riunione con un appassionato, breve intervento che ha dato il tono etico a una serie di interventi pacati, precisi, documentati. Presenti in forze gli svizzeri. La patria della neutralità aspira anche ad essere quella del diritto umanitario.
Presente l’élite delle nostre FFAA con i generali Gian Marco Chiarini ( Rappr italiano nel Comitato militare NATO ed UE) e Giorgio Battisti ( comandante della Forza di Intervento Rapido NATO), nonché il presidente del Centro Alti Studi della Difesa, Ammiraglio Rinaldo Veri.
La politica era rappresentata dal ministro Pinotti ( in India) sostituito dal sottosegretario Benedetto Della Vedova arrivato in ritardo e partito in anticipo. Come il sindaco di Sanremo che mi è parso non comprendere appieno l’opportunità strategica offerta alla città dall’Istituto presieduto dal professor Fausto Pocar past President del Tribunale Penale internazionale sulla ex Yugoslavia e attualmente giudice che si divide tra Sanremo e l’Aia. Il sindaco ha promesso di rimediare alla trascuratezza passata. Vedremo.
Il punto debole e di forza al contempo dell’Istituto è l’indipendenza dalla politica, la sua internazionalità. Riceve miseri fondi, recentemente implementati dall’attivismo dell’ambasciatore Moreno – sanremese doc – che ha preceduto il goriziano Pocar nella presidenza.
Lo scorso anno 1.700 frequentatori di corsi hanno premiato l’impegno e adesso si pensa anche di andare sul posto a spiegare ai soldati nigeriani che se uno abborda una fanciulla tenendosi il mitra a tracolla, forse la ragazza non è al fascino che cede.
Iscriversi e sostenere questa organizzazione indipendente costa quanto una stecca di sigarette e fa bene all’anima.