Prima che cominciamo a litigare, da bravi italiani, tra filo americani e filo tedeschi, è necessario spiegare che non si tratta di una vera guerra, ma solo di una crisi di gelosia tra razzisti conclamati. Passo a spiegare.
E’ un po di tempo che la Germania da segni di irrequietezza che i Bismarkiani tedeschi ( coloro che ricordano l’invito di Otto von Bismark a cercare sempre una intesa con la Russia) cercano di presentare come segnali di una volontà di emancipazione che in realtà non credo esista davvero. la merkel vuole solo essere cooptata, mentre esiste il partito contrario.
Si tratta di un partito che ha alla sua testa Helmuth Scmidt , ex cancelliere SPD oggi novantenne e Gerardt Schroeder, anche lui ex cancelliere tedesco, ora consulente senior della Gasprom russa, seguiti da un codazzo di industriali desiderosi di insediarsi a est invece di competere asimmetricamente con gli USA.
La vera differenza strategica sta nella politica monetaria: gli USA da anni (ufficialmente dal 1971) praticano l’affrancamento della propria carta moneta dall’ancoraggio all’oro e la Germania pratica in senso contrario dal 1949 l’opposta religione.
Alla lunga questo atteggiamento tedesco costituisce un pericolo reale per il governo e la prosperità degli Stati Uniti, specie da quando l’Euro da prova di riuscire a resistere agli attacchi della finanza ( privata) americana senza mai eccedere nei toni, senza bellicismi, senza perdere in rigidità e senza perdere pezzi.
Inoltre, la Germania ha sempre avuto – cominciò Bismarck per controbilanciare l’intesa Franco-inglese – un partito filorusso.
Il credo politico americano recita che l’egemonia mondiale americana può essere insidiata soltanto da una intesa Euroasiatica.
Un paese ricco di materie prime come la Russia ( ha mantenuto per 70 anni il comunismo improduttivo…!.) abbinato a una Ue forte di tecnologie di prim’ordine e un mercato di 500 milioni di consumatori , segnerebbe l’inizio di un rapido declino politico, economico e tecnologico degli USA.
Da parte tedesca, oltre alla divergenza strategica – che non si può sottovalutare e di cui tratteremo – esiste una crescente irritazione per la mancata ammissione al club dei cinque paesi con cui gli USA hanno un patto di non spionaggio reciproco ( USA, Canada, Uk, Australia e Nuova Zelanda). Gli viene negato il seggio in consiglio di sicurezza e la si considera meno affidabile della Nuova Zelanda. Eppure ha contribuito economicamente e militarmente alla guerra Afgana ed altre iniziative che a giudizio della Germania le valgono il titolo.
Le prime frizioni pubbliche dopo anni di lavorio sottotraccia hanno preso corpo con l’operazione contro la Libia ( 2011) in cui entrambe le potenze, Germania e Turchia, si astennero dall’intervento NATO , recando un vulnus all’intesa e dando adito al sospetto che la posizione di non belligeranza fosse in qualche modo concertata, visto che la Germania si era assunta il compito di coach della Turchia nella vicenda siriana già in corso, peraltro non riuscita bene.
Nell’ottobre del 2012, l’intervento della corte dei conti tedesca che richiedeva il rimpatrio dell’Oro depositato presso la Federal Reserve ( colpo al cerchio) e concordando per la restituzione un lasso di tempo di tre anni ( colpo alla botte).
Sulla crisi Ucraina, ho già scritto un post illustrando come si è trattato ANCHE di un test per provare la fedeltà alla NATO della Germania, che si è limitata però a veementi comunicati stampa,( colpo al cerchio) ma che si è rifiutata di passare alle sanzioni ( colpo alla botte).
L’ha fatto con diplomazia, ma l’ha fatto: in Germania ora una parola d’ordine in politica estera è EMANCIPAZIONE un termine sconosciuto da anni, mai usato dal governo ( colpo al cerchio), ma che comincia a serpeggiare nel paese e nei convegni economici (colpo alla botte).
Dopo la pausa elettorale, le punzecchiature erano riprese con la vicenda Edward Snowden, il transfuga USA che rivela le intercettazioni telefoniche del cellulare della Cancelliera tedesca ( colpo al cerchio) e la promessa di Barak Obama di non farlo più (colpo alla botte) ma rifiutò nuovamente l’impegno a non fare spionaggio come con gli altri big five.
Una successiva rivelazione difensiva della NSA al New York Times sulla vicenda Snowden, ha messo in chiaro che le intercettazioni sono indispensabili anche perché ” hanno consentito di scoprire che un paese alleato stava facendo il doppio gioco” ( colpo al cerchio) senza però fare il nome dell’alleato ( colpo alla botte).
La risposta all’accusa di doppio gioco non si è fatta attendere: un assistente del capo del BND ( l’intelligence tedesco) viene arrestato per spionaggio a favore degli USA ( che molto si lamentarono con Israele per il caso Pollard ora all’ergastolo) Colpo al cerchio. Per evitare che qualcuno pensasse a un caso isolato, la settimana successiva, l’arresto ha colpito con identiche accuse, un funzionario del’ Ministero degli esteri. ( secondo colpo al cerchio).
Quando il gioco fair smette di esserlo, gli inglesi hanno una bella espressione: it’s no cricket.
Il terzo colpo è consistito nella quasi dichiarazione di persona non grata nei confronti del capo della stazione CIA di Berlino.
La risposta, indiretta, è stata data stamani parlando della vittoria della nazionale tedesca in Brasile: dei “rumors” annunziano che la Merkel avrebbe in animo di ritirarsi ” prima della fine del suo mandato”.
Non sappiamo se la Merkel sia già sulla via del ritorno da Rio, ma il presidente cinese Xi Jinping stanotte ha dormito a Rodi ( Grecia) sostando sulla via del Brasile dove è atteso stamattina per la riunione del BRICS ( Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa che hanno appena lanciato il nuovo Fondo Monetario autonomo dagli USA) .
Putin ieri era a Cuba in visita a Fidel. Chiaro segnale ( stile anni trenta) che se gli USA mettono missili in Ucraina ( o Romania) , loro potrebbero ricordarsi del 1962 replicare la crisi di Cuba.
La Merkel si fermerà in coincidenza con questi illustri arrivi, o tornerà indietro per non dare adito a ulteriori sospetti? Fornirà aiuto economico diventando fornitore privilegiato come gli USA lo sono del FMI?
Quel che è certo è che gli USA non possono ammettere le Germania nel “club” della no spy zone. Loro dicono per non creare un precedente con , ad esempio la Francia o la Polonia, ma io dico che la differenza è di tipo razzista e segue le linee guida di Churchill ( 1945) che limitava il club agli anglosassoni come volevano Cecil Rhodes e Alfred Milner (rispettivamente teorico e pratico della superiorità della razza anglosassone. “scelta da Dio per governare il mondo”) Inoltre, avendolo ripetutamente proposto Hitler nei suoi scritti politici e geopolitici, non possono dargli ragione tanto apertamente e svelare l’origine americana ( campi di concentramento, marce della fame, diffusione di malattie) del razzismo hitleriano.
Non lo dico io. Lo dice Lia Mandelbaum sul Jewish Journal di Los Angeles, data 18 giugno 2013, in un disturbante saggio in cui mostra come Hitler si sia ispirato alle tecniche di sterminio del governo americano applicate agli indiani d’America e si chiede se la discussione sull’Olocausto non debba estendersi anche ” ai nativi d’America ed altri popoli”.
A conforto della sua nobile tesi ripubblicata significativamente in questi giorni di tensione a Gaza, cita Il premio Pulitzer John Toland e il suo libro su Hitler a pagina 202 e lo scrittore tedesco Karl May uno scrittore di avventure del West popolare ai tempi della adolescenza di Hitler e che il Furher cita rivolto ai suoi ufficiali invitandoli ad adottare per la Russia le tecniche usate da Old Shatterhand – l’eroe dei racconti contro i pellerossa – nella operazione Barbarossa.
Le coincidenze stanno diventando troppe e un presidente di colore o una cancelliere donna non bastano più a nasconderle.
Commenti
direi di estendere la ricerca degli Olocausti anche alla guerra anglo-boera. Giusto per non far torto ai capostipiti
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Ho citato Rhodes, l’ideologo e Milner il governatore del sud Africa all’epoca. Ma i capostipite sono Made in USA: le riserve ( campi di concentramento), le marce di trasferimento verso le riserve ( marce della fame) le epidemie non curate: tutto è nato in USA dove sono rimasti pochi nativi, proprio pochino. Boeri ce ne sono.
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Se la storia recente non è truccata, il terzo Reich ha perso la guerra nella fredda tundra russa, intorno a Stalingrado. Quel ricordo rimarrà sempre presente ,ed io che ho vissuto li 5 anni tra gli anni 60 e70 posso confermarlo. Lo spazio vitale della Gemania è ad EST,forse ,luogo di provenienza della gente germanica
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A Stalingrado La Germania ha sentito il sapore del suo sangue.
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14 luglio 2014
Ricordo solo uno dei più recenti segnali dell’assoluta irrilevanza dell’Italia negli attuali campi di forza geopolitici: il non invito del nostro ineffabile presidente del consiglio alle celebrazioni del settantesimo anniversario dello sbarco in Normandia. E rammento pure che la cosa è stata spiegata dai nostri grandi mezzi di informazione ( quando è stata spiegata ) come una sorta di accidente dovuto al fatto che il repentino ricambio alla presidenza del consiglio poteva aver creato il disguido ( del tipo: avrei voluto invitare al mio matrimonio quel caro vecchio amico di scuola ma era da molto che non ci vedevamo, ne avevo perso le tracce e non mi ricordavo nemmeno più il suo nome … ) . In realtà le tracce che si sono perse da molto tempo sono quelle dell’Italia che, se non saprà in fretta ritrovarle nel segno di una radicale ridiscussione dai cliché politico-ideologici (e mentali) del secondo dopoguerra, fra non molto sarà veramente ridotta de facto a quella espressione geografica di metternichiana memoria. La geopolitica come realistico strumento di lettura dell’attuale penosa collocazione dell’Italia sullo scenario internazionale ed il repubblicanesimo geopolitico come l’indispensabile strumento per intravvedere (e costruire) una fuoruscita da questa condizione. Un compito certamente da far tremare le vene ai polsi ma se pensiamo che l’attuale dibattito pubblico nazionale è mesmerizzato dalle farlocche (ma non per questo non dannose ) riforme elettorali ed istituzionali renziane ed invece nulla si dice del fatto che l’Italia è ora ridotta nella considerazione internazionale ad un stato da operetta, ci si rende conto che almeno non si deve temere sul piano interno alcuna vera concorrenza e che per un’azione politico-culturale di reale e profondo rinnovamento sono aperte vaste e non battute praterie ( non più battute oggi ma che in un passato più e meno recente – solo due nomi Mazzini e Pacciardi – furono la base per la nascita e lo sviluppo della più importante e seminale tradizione politica italiana).
Massimo Morigi
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