NAVI E POLTRONE. LA RESISTIBILE ASCESA DEI DIPLOMATICI A FINE CARRIERA ALLE POLTRONE DISPONIBILI. di Antonio de Martini

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} inizialmente intestato alla città di Padova ( Padua) e varato nel 1926 per la marina tedesca, questo bel veliero ribattezzato ” Ammiraglio Ivan Kruzenshtern” ( dal nome del primo russo che circumnavigò il globo nel 1803-6) fu consegnato all’URSS a titolo di danni di guerra, come la nostra corazzata Cavour.

.Adibito a nave scuola e rilevamenti gravitazionali, l’Ammiraglio Kruzenshtern solca i mari da decenni.
In questi giorni è stato assegnato ad una missione diplomatica in Marocco: l’apertura dei negoziati per un accordo di pesca tra Russia e Marocco.
Il veliero, il secondo più grande del mondo, ha incrociato tra Sochi – per le olimpiadi invernali- e Tangeri ( ha fatto scalo a Bari in Gennaio) e in questi giorni sta sfruttando il proprio fascino a vantaggio della Russia per un importante accordo commerciale.
La Russia è affamata di pesce ed ha un potenziale commerciale semi inesplorato.
I russi mostrano con questo dettaglio di essere al corrente della passione adolescenziale del re Mohammed VI contratta a bordo dell’Amerigo Vespucci all’età di poco più che decenne, quando il nostro addetto militare ( colonnello Sergio Luccarini poi diventato vice e poi capo del SISMI ) lo mise a disposizione dell’allora principe ereditario per una giornata intera.

Da allora, non mi risulta che abbiamo più cercato di sfruttare questo capitale di emozione e simpatia, mentre i russi hanno memoria lunga o attraversano un periodo fortunato.

I nostri diplomatici sono distratti da ben altre grane: sono a lutto per le minacce alle loro indennità, ventilate dalla spending review e per la recentissima disavventura pedofila ( è l’unico ?) del nostro rappresentante in Turkmenistan, ambasciata che si poteva tranquillamente chiudere senza danni per il paese, ma lo spirito corporativo ha prevalso ancora una volta.

Gli ambasciatori sono impegnatissimi in attività interne più che a mirare a risultati politici o economici per l’Italia.
Ad esempio, è in corso la battaglia per non liquidare l’ICE ( l’inutile Istituto commercio estero) o l’Istituto italiano per l’Africa, tradizionali feudi minori di fine carriera dei nostri diplomatici.
Feudi maggiori esistono e crescono.
Intanto gli ambasciatori candidati alla direzione del AISE il nostro servizio informazioni militare, sono addirittura due e mirano entrambi a bloccare la candidatura del generale Graziano, unico esperto visto che ha comandato i nostri contingenti in Afganistan e Libano.
Candidata degli esteri è la signora Belloni ( seconda moglie dell’Ambasciatore Giacomelli e con brevetto di paracadutista civile) già capo della ” unità di crisi”della Farnesina. Secondo candidato è il baffuto segretario generale del CESIS ( oggi DIS dal 2007) l’ente di coordinamento tra i servizi segreti, Gian Piero Massolo.

Altro candidato ( al Consiglio di Amministrazione) per Finmeccanica è l’Ambasciatore Castellaneta, mentre Giancarlo Aragona si è sistemato alla presidenza dell’ISPI. La presidenza SACE è saldamente presidiata e si cerca anche un inserimenti in ENI.

Tanta abbondanza di diplomatici per ogni tipo di poltrona disponibile ( incluse quelle in cui è indispensabile esperienza militare) è dovuta alla creazione di un comitato interno assegnato alla caccia ai posti extra ministero che svolge adeguatamente il suo ruolo da oltre un decennio.

Peccato che tanta solerzia e capacità lobbistica sia focalizzata unicamente nel procurarsi incarichi e prebende e non sia stata applicata invece, ad esempio, alla odissea dei due maró, affidata a un estraneo ( Staffan De Mistura) in maniera da non compromettere la carriera a nessun collega.
Il governo Renzi vuole cambiare verso e nominare persone nuove. Vedremo se attingerà al bacino pensionati , a vecchi scarponi o a candidati competenti e non compromessi.

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Commenti

  • abrahammoriah  Il aprile 12, 2014 alle 5:04 PM

    12 aprile 2014

    L’Italia non ha una sua politica estera e coloro che nella storia della Repubblica hanno cercato di allentare il vincolo con gli agenti strategici atlantici (un servaggio di cui la cosiddetta “sinistra” è oggi il fidato proconsole in loco) hanno fatto (e stanno facendo) una brutta fine. Questo essendo “lo stato delle cose” e non proponendosi il nostro nuovo salvatore della patria di metterlo minimamente in discussione, sono quindi perfettamente logici i recenti provvedimenti governativi volti a ridurre le rappresentanze diplomatiche, una spesa quella della diplomazia che per l’Italia è perfettamente inutile visto che il nostro paese ha rinunciato ad un pur minimo profilo internazionale. Che poi l’aver consegnato “chiavi in mano” il paese agli agenti strategici internazionali politico-finanziari sia il vero “cuore di tenebra” della nostra attuale condizione storica è tutto un altro discorso, sul quale nessun attuale politicante e nessun pseudo intellettuale prezzolato à la page ha alcuna intenzione di dare inizio ad una pubblica riflessione. Si tratta però di un “disvelamento” di cui intende farsi carico il repubblicanesimo geopolico costruendo su questo compito le sue alleanze politiche e culturali.

    Massimo Morigi

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  • abrahammoriah  Il aprile 12, 2014 alle 5:07 PM

    Solito lapsus calami. Recte: repubblicanesimo geopolitico

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