http://corrieredellacollera.com
http://www.washingtonpost.com/world/national-security/us-military-officers-have-deep-doubts-about-impact-wisdom-of-a-us-strike-on-syria/2013/08/29/825dd5d4-10ee-11e3-b4cb-fd7ce041d814_story.html
E` di tre giorni fa ma vale la pena leggerlo.
Il Washington post da voce ai militari – di ogni livello gerarchico – contrari all’intervento per ragioni squisitamente tecniche:
a) l’impegno principale in questa fase è lo sganciamento dall’Afganistan e l’operazione potrebbe risultarne compromessa.
b) non è scontato che la fine del bombardamento coincida con la fine delle operazioni che potrebbero protrarsi in caso di reazione siriana.
c) se la reazione siriana consistesse in un utilizzo di agenti chimici, quale altra punizione potrebbe essere data?
d) una reazione militare israeliana è da mettersi in conto
e) nello scorso decennio l’esercito americano ha affrontato attività di guerriglia. Per essere utilmente impiegato dovrebbe essere riaddestrato.
A questi elementi tecnici, mancano due fatti importanti:
a) non agibilità della base aerea inglese di Cipro che potrebbe richiedere l’impegno di un ‘altra portaerei oltre alla Truman ed alla Nimitz nel golfo persico.
b) l’intervento di ” volontari ” iraniani non solo in Siria e Libano, ma anche in Afganistan che ha confini comuni e affinità linguistiche-etniche-culturali con l’Iran.
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