Sempre a caccia di diversivi dalla figuraccia fatta in Egitto, Barak Obama scavalcato a sinistra dal generale Colin Powell – segretario di Stato del presidente Bush – che proprio ieri lo pubblicamente ha invitato alla cautela e
a ” restarne fuori”, ha trovato un supporto in David Cameron ( ansioso di mostrarsi affiatato con gli USA visto che minaccia la UE a giorni alterni di andarsene) e Francois Hollande che a oltre un anno dalla elezione a Presidente, dopo aver mantenuto tre anodine promesse elettorali , sta perdendo quota con la regolarità di un metronomo.
Francia e Inghilterra hanno più volte dichiarato che non sarebbero intervenute con proprie truppe, ma che Assad andava sanzionato dalla Comunità internazionale.
Per prendere quindi una posizione ferma, di quelle che piacciono alla stampa, non è restato loro che impegnarsi solennemente a una…decisione condivisa. ( sic)
Per completare la visione di una Francia unita, Laurent Fabius – pregiudicato per finanziamento illecito – ministro degli esteri pro tempore, ha rilasciato una intervista a ” Le Figaro” in cui abbaia sperando che altri mordano.
Interessante come i tre politici abbiano cercato di dare immediatamente la colpa ad Assad e al governo siriano dall’attacco al Sarin senza attendere il responso dell’inchiesta e non appena si è diffusa la notizia che il governo di Damasco accettava l’ispezione in loco degli ispettori ONU giunti due giorni fa, hanno perso la testa.
Cameron si è spinto addirittura ad ipotizzare che ” ormai le tracce sono state cancellate” ad onta della notizia che i satelliti russi avrebbero fotografato la partenza dei missili da una zona controllata dai ribelli e che le foto sarebbero in mano alle Nazioni Unite.
Obama ha invece dichiarato che l’accettazione della proposta russa di un controllo ONU presentata il giorno innanzi ai siriani e accettata l’indomani ” è troppo tardi e non va presa in considerazione”.
Se si calcola la differenza di fuso orario tra Mosca, Washington e Damasco, è quasi in tempo reale.
Fabius e Hollande hanno anche assunto un atteggiamento che ricorda quello di superiorità morale di Bernard Henri Levy – che scatenò la guerra contro Gheddafi – dimentichi del fatto che Fabius è stato già condannato da un tribunale francese per una vicenda di fondi neri destinati al suo partito e Hollande , andando in visita ufficiale a Doha ( Katar) il giorno prima della defenestrazione dello Sceicco e del suo premier Ben Jassim, ha mostrato di essere completamente disinformato su quel che accade nell’area e considerato evidentemente una
” quantité négligeable ” anche dall’alleato americano che – perfettamente informato della imminente sostituzione – non si è nemmeno preoccupato di informarlo per risparmiargli la figura barbina della assenza di interlocutori.
Queste prese di posizione singole delegittimano l’Unione Europea che su questa questione non riesce a prendere una posizione comune a tutti i 28 paesi della Comunità, in barba al fatto che esiste il portavoce della politica estera ( l’inglese Lady Ashton) e che da un paio di anni abbiamo unificato molte rappresentanze consolari e diplomatiche.
Allegri, c’è n’è anche per noi: il 1 gennaio inizia il semestre di presidenza italiana della Unione Europea l’unica cosa certa è che le riunioni si faranno nel collegio elettorale del premier e del ministro degli esteri.
Oggi, il corrispondente da Parigi dell’Agenzia Italia ci informa che la Francia si intende di problemi siriani perché ha governato la Siria dal 1928 ” su mandato dell’ ONU” che è nato il 26 giugno 1945. Complimenti.
Commenti
26 agosto 2013
Il migliore commento sul ruolo della trimurti franco-britannico-statunitense nella vicenda siriana può iniziare con “Superior stabat lupus, longeque inferior agnus.” Si rinvia all’integrale lettura della favola di Fedro per una più completa comprensione della moralità delle dramatis personae che si presentano sul proscenio del caso siriano.
Massimo Morigi
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Beh, proprio agnellino…
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26 agosto 2013
Ovviamente, per quanto riguarda Assad, inteso come ruolo dell’agnello e non certo come intima vocazione…
Massimo Morigi
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Salve vorrei chiederle se per Agenzia Italia intende il corrispondente italiano dell’ Istituto dell’Unione europea per gli studi sulla sicurezza. Se si potrebbe citarmi la fonte? sono rimasto allibito dopo aver letto quella dichiarazione.
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Agenzia Italia è l’Agenzia di stampa italiana di proprietà dell’ENI e la notizia messa on line è coeva del mio post.
Di questo istituto che lei cita non so nulla.
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Povera Eni! Con i contratti che abbiamo con la Russia!
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A questo punto l’unica cosa che potrebbe veramente infastidire i “volenterosi” è il blocco di Hormuz sto leggendo il “Killer dei Mari” di Justin Scott romanzo che pur essendo del 1978 non è affatto datato il protagonista progetta di attaccare mediante un lanciamissile montato su un imbarcazione rudimentale le superpetroliere.La configurazione dello stretto e la presenza delle installazioni petrolifere rendono impossibile individuarlo anche con gli strumenti tecnici avanzati.IMHO basterebbe un gesto dimostrativo dei pasdaran X gelare gli entusiasmi bellici.
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prove cancellate?? ed i radar russi che mostrano che il lancio è avvenuto nelle aree sotto controllo dei ribelli Fabius e Kerry come lo commentano?
Si immaginano che siano roba di parte, della Russia pro Assad, eh già invece loro….sono equidistanti ….
Eppure se parlano di 1300 morti, che son stati fatti sparire dal “regime”?
Che ipocriti
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Aspettiamo la pubblicazione delle prove.
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satelliti russi, errata corrige…
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Avevamo capito, ma la fretta nello scrivere è fonte di errori
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