La scoperta di numerosi giacimenti di petrolio e gas “off shore” nel golfo di Guinea ha provocato un aumento di interesse da parte delle potenze ex colonizzatrici e la solita ” privatizzazione” della rendita petrolifera coi proventi limitati ai governi centrali, le compagnie petrolifere e le caste locali, ha provocato dapprima malcontento, in seguito piccola criminalità che si limitava agli ” spillages ” (succhiare petrolio dai ” pipeline” ad uso commerciale improprio) .
Col progressivo crescere del giro di affari illegale
ed il disinteresse dei governi rivieraschi per lo sviluppo economico degli abitanti delle coste , i vari stati ( Nigeria, Togo, Benin, Gabon, Guinea equatoriale, Sao Tomé e Principe, i due Congo e Angola) tutti presi da contese territoriali e privi di cultura marittima, si è andata sviluppando una cultura alternativa “marittima e corsara” che , nel corso dell’ultimo decennio, ha sviluppato mezzi e strumenti tali da costituire un pericolo reale per il traffico marittimo mondiale.
La CEEAC ( Comunità Economica degli Stati dell’Africa Centrale) e la CEDEAO ( Comunità Economica degli Stati dell’Africa dell’Ovest) stanno prendendo in considerazione la possibilità di convocare una conferenza internazionale per coordinarsi ed arginare il fenomeno che minaccia ormai di destabilizzare gli stessi governi.
Lo sfruttamento delle aree petrolifere ha provocato , come dappertutto, l’effetto paradosso di creare povertà e tensioni sociali che hanno consentito ai più ” indipendenti” tra soggetti e provincie di mettersi in proprio con effetti simili a quelli provocati dalla filibusta nel XVII secolo nelle Americhe.
L’inadeguatezza degli Stati rivieraschi ha fatto il resto.
Mentre il fenomeno era ” in nuce” le grandi compagnie trovavano più pratico pagare tangenti e riscatti, adesso si trovano a dover affrontare un fenomeno non più arginabile col denaro.
I governi dei paesi interessati, mentre limitavano i litigi a questioni territoriali , adesso divergono sul finanziamento di una forza di contrasto al fenomeno, sulla influenza dominante che potrebbe acquisire la Nigeria o sull’opportunità di costruirsi una Marina Militare e sui pro e contro di un eventuale coordinamento.
Inghilterra, Francia e Stati Uniti, si trovano ancora una volta da soli a dover affrontare il fenomeno quando ormai é cresciuto, non avendo previsto e bloccato per tempo.
L’Italia potrebbe sfruttare la situazione per offrire a questi paesi i servizi Finmare-Finmeccanica per la costituzione delle Marine o della Guardia costiera di ciascun paese, assistenza legale per creare una cornice legislativa, Know How per la raffinazione o per costituire enti petroliferi di stato, assistenza investigativa antiriciclaggio.
Potremmo anche fornire assistenza per creare flotte pescherecce e strutture per il trattamento e la conservazione del pesce.
Finirà come al solito che saremo chiamati dalla NATO a fornire un contrammiraglio e una bagnarola.