Durante la visita papale in Libano il cui successo mi pare evidente, con una prontezza che ha rivelato l’irritazione per il colpo andato a segno, l’Iran – per bocca del comandante dei guardiani della Rivoluzione – il generale Alì Jabari ha fatto una rivelazione non necessaria e una considerazione strategica errata.
La rivelazione non necessaria consiste nella dichiarazione che esistono ” in Libano e in Siria” guardiani della rivoluzione disarmati che danno consigli sulla base dell’esperienze fatte in passato.
Ovviamente la dichiarazione fa a pugni con la smentita fatta un mese fa , quando un Pullman di
“pellegrini diretti alla Mecca” era stato fermato in Siria dai ribelli.
Circa la presenza in Libano, è evidente che , se esistono questi consiglieri, operano a titolo privato e non d’intesa col governo.
Nei giorni prossimi vedremo se dare del bugiardo al portavoce del governo iraniano dei giorni scorsi o al generale Jabari di oggi.
Egli ha poi aggiunto che “Siria e Libano assicurano profondità strategica alla difesa iraniana” e che ” se Israele dovesse attaccare l’Iran, Hezbollah attaccherebbe Israele”. Politicamente è vero, strategicamente è una sciocchezza.
La visita papale ha evidentemente ottenuto qualcosa di più di un successo di facciata, per provocare dichiarazioni politiche di questo tipo.
I guardiani della rivoluzione, infatti, equivalgono a quel che la Milizia rappresentò per il fascismo in Italia: sfiducia verso le forze armate regolari e preparazione politica più che tecnica.
In realtà, Libano e Siria assicurerebbero “profondità di Difesa Strategica ” se fossero loro ad assorbire il primo attacco.
Le ipotesi militari in ballo parlano di un attacco diretto e improvviso su obiettivi iraniani da portarsi con armi non definite ( da bombe particolare incluse – forse nucleari – a onde elettromagnetiche ecc) .
L’approssimazione delle dichiarazioni denunzia la fretta con cui sono state rese , forse per contrastare una temuta posizione di Hezbollah troppo favorevole alle dichiarazioni del Papa che parlando con accenti che ricordano l’appello contro la ” inutile strage” di Papa Benedetto XV fatta alla vigilia del primo conflitto mondiale e che non possono non aver avuto un’eco nei cuori di tutti i libanesi che hanno subito nelle loro carni le conseguenze di una lotta fratricida durata per oltre una generazione e rivelatasi assolutamente inutile.
Commenti
Solo una precisazione. La “Lettera ai capi dei Paesi belligeranti” di Benedetto XV non fu pubblicata ” alla viglia” della I guerra mondiale , ma il 1 agosto 1917, dopo quasi tre anni di guerra. Forse Benedetto XVI col suo discorso in Libano vuole anche “prevenire” o almeno cercare di farlo quello che sta addensandosi in maniera ahinoi (im)prevedibile. E da noi ci si gingilla con “forse mi alleo con te ma forse no” e con le telefonate alla Fiat. GiC
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Hai ragione.
Hai ragione anche sulla parte di politica italiana sulla quale non riesco a scrivere, sopraffatto dalla nausea.
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Forse il generale intendeva dire che Hezbollah potrebbe costringere Israele a combattere su due fronti, cosa che non è mai strategicamente consigliabile.
Sugli appelli dei Papi non ci può essere similitudine perchè, mentre è scontata la buona fede di Benedetto XVI, Benedetto XV era stato finanziato dai tedeschi (la documentazione è stata pubblicata da Antonio Sema (2009) in appendice al suo libro.
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