Mustafa Tlass, ministro siriano della Difesa per oltre un trentennio, è vivo, si trova a Parigi dove soggiorna per cure mediche – quindi può parlare liberamente – e intervistato da France 24, ha detto
che considera Assad come il suo vero figlio, disconosce il figlio naturale e a chi ha chiesto se questa diserzione avrebbe avuto conseguenze sull’esercito siriano e sulla sua compattezza, Tlass senior ha risposto che le FFAA di Damasco esistono da oltre 50 anni e che non sono una “pattuglietta esplorante che possa dissolversi per la mancanza di un elemento.”
Mi scuso per non aver controllato questo dettaglio, ma ho creduto , senza verificare, che il giovanotto avesse trovato il coraggio di fare il suo ” outing” solo dopo la morte del genitore.
La sostanza resta la stessa.
La diserzione piu importante, invece, si registra tra le file occidentali: Kofi Annan , inviato speciale dell’ONU per la Siria, in una intervista a LE MONDE rilasciata ieri, assume una posizione chiara e riconosce senza pietà che il suo piano in sei punti è fallito per colpa di entrambe le parti siriane in causa e che per risolvere il problema, bisogna fare due cose. Evitare intrusioni sul campo e coinvolgere l’Iran nei negoziati politici.
Un altro scacco per la Clinton e la sua cafonesca arroganza.
Commenti
Se adesso dobbiamo stare a sentire quel fallito di Annan.
Il dover coinvolgere l’Iran nelle trattative mi ricorda la bella pensata di chiamare come mediatore sulla Cecoslovacchia Mussolini,con i bei risultati che poi abbiamo visto.
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Nella crisi di Monaco ( 1938), Mussolini c’entrava come i cavoli a merenda: non era interessato direttamente; aspirava solo a fare da mediatore. La crisi dei Sudeti non toccava interessi vitali italiani e tutti gli attori del dramma erano solo interessati a guadagnare tempo per sviluppare la tecnologia radar che ciascuno credeva di essere il solo a possedere. Nel caso dell’Iran è il contrario: attaccano la Siria per indebolire l’Iran. L’Iran può far salire del 10-15% il prezzo del greggio solo esercitando il suo diritto di ispezione sulle petroliere che transitano nello stretto di Hormuz , scompaginandolo ( il che sarebbe perfettamente legale). L’Iran ha dotato la Siria di sofisticati apparecchi elettronici di scoperta che impediscono gli attacchi aerei di sorpresa. Se qualcuno attacca la Siria e poi l’Iran interviene nel conflitto a difesa dell’alleato, ne nasce un conflitto di proporzioni continentali e sapere cosa pensa l’Iran e fino a che punto sia disposto a spingersi, è vitale. Kofi Annan , lungi dall’essere un fallito, ha spiegato che la sua missione per essere presa sul serio, deve includere l’Iran perché questo è l’avversario cui è destinata l’offensiva e perché , come ha detto Simon Peres a camp David , ” la pace si fa coi nemici”, NON CON GLI AMICI.
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