Il signor Hertz – non quello dell’autonoleggio – fu lo scopritore delle onde radio nel 1895. Guglielmo Marconi trovò il modo di applicarle a qualcosa di utile che ha cambiato la faccia del mondo. La radio.Nel primo quidicennio del 1900, questa applicazione cambiò il mondo militare, anche se gli italiani ancora stentano in materia di elettronica. Abbiamo perso un secolo.
I cambiamenti più evidenti, si ebbero in campo navale, perché le navi poterono evitare di affidarsi alle segnalazioni visive, specie dopo la battaglia di Tshushima.
Durante la guerra Russo giapponese, la flotta russsa ( 30 navi all’arrivo) proveniente dal Baltico ( un viaggio di 30.000 miglia) si avvicinava al Giappone e mirava alla base di Vladivostock dalla quale poi avrebbe minacciato le coste Giapponesi a corona attorno al porto. e protetto la costa russa.
Il vantaggio russo consisteva nel fatto che esistevano cinque passaggi per raggiungere Vladivostock e la flotta giapponese avrebbe dovuto sorvegliare tutti e cinque i varchi, frazionandosi. I Russi scelsero il primo e più grande varco rappresentato dallo stretto di Corea al centro del quale c’era l’isola di Tsushima che divideva lo stretto in due canali. Il canale orientale fu quello fatale. L’enorme traffico radio fu rilevato dalla Sinano Maru che avvertì il comando , decidendo la sorte della battaglia. I giapponesi si concentrarono dietro l’isola e sbucando all’improvviso presero i russi nella classica manovra a T.
Le attrezzature giapponesi erano inglesi e , qualcuna italiana, quelle russe erano tedesche. Nel decennio successivo, tutti impararono a sviluppare l’uso strategico e tattico della radio, tranne noi. Lo jutland e la guerra sui mari, non ci hanno insegnato a non snobbare chi ha delle intuizioni o fa ricerca, magari in proprio. Il numero dei nostri brevetti ( di qualità sottotono) è annualmente tradizionalmente inferiore a quello greco o portoghese.
Ai nostri giorni , nella guerra di Libia, la guerra elettronica ha deciso la sorte dei combattimenti dando una superiorità assoluta agli alleati , come previsto da Giulio Dohuet (” Il dominio dell’aria” ed. A Mondadori 1932) , altro italiano ammirato all’estero e soltanto lì.
Un gruppo di ricercatori italiani , basandosi sulla fisica teorica ( in cui siamo maestri, non necessitando di tecnologie particolari) ha sperimentato una emissione di neutroni da metalli inerti provocato da ultrasuoni. Sul ferro, il materiale più inerte che c’è, hanno ottenuto risultati strabilianti ( minimi come in ogni esperimento) : si è liberata il doppio dell’energia, la radioattività è risultata priva dei nocivi raggi alfa, beta e gamma e, spegnendo gli ultrasuoni, l’emissione di neutroni è cessata subito . Sottoponendo allo stesso esperimento un materiale radioattivo come il torio, dopo 90 minuti la quantità di torio presente nella soluzione, sia le radiazioni, risultavano dimezzati. In natura occorrono due anni perché ciò avvenga. Il decadimento in questo caso è stato diecimila volte più veloce.
I risultati degli studi di Fabio Cardone e Mignani ( DEFORMED SPACETIME ) sono stati pubblicati dalla prestigiosissima editrice SPRINGER VERLAG e
Anche per questo secolo, staremo a guardare? Non potrebbe essere interessnte per il Giappone finanziare degli esperimenti in corpore vivo? Io dico di si.
Commenti
Nel 1958 ho iniziato a lavorare a Frascati presso i Laboratori Nazionali del Sincrotrone,che poi divennero parte delle ricerche nucleari e successivamente ENEA, ente di cui non so più quali finalità abbia. Nell’arco di cinquant’anni ho avuto modo di assistere a riunioni, convegni, dibattiti dei più noti organismi anche confindustriali.
Una affermazione, vari decenni fa, di un alto esponente industriale (mi pare fosse il presidente della Pertusola, significativa della mentalità di un certo mondo produttivo) affermò che non erano importanti la ricerca e i brevetti; e l’efficienza si dimostrava con il pagamento delle «royalties». Poi altre questioni sono intervenute a farci«perdere occasioni storiche».
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Speriamo che si muovano e si muovano bene
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Mi permetto di proporre una sola probabile correzione: l’inventore della radio non fu Marconi ma Tesla, il quale tra l’altro, a proposito delle fonti energetiche diceva: “l’uomo si comporta come chi, stando su uan barca nel mezzo di un lago, muore di sete… mentre in realtà gli basterebbe allungare una mano fuori dalla barca, per bere tutta l’acqua che desidera”.
Appare sempre più chiaro l’uso delle frequenze nella modificazione (e creazione) della materia. Dubito che qualcuno (in occidente) sia interessato a sviluppare fonti alternative agli idrocarburi.
Un esempio: mi risulta che il comune di Cento ha avuto in comodato gratuito l’utilizzo di una macchina per distruggere la spazzatura. Qualcuno ne ha mai sentito parlare? Eppure funziona! E funziona proprio con l’applicazione di tecnologie delle frequenze.
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Grazie della informazione, vedro’ di andare a dare un kocchiata. Sa chi la usa o chi la Fabbrica? Sugli idrocarburi lei ha ragioni da vendere. Pero’ se riusciamo a cambiar musica… li suoniamo
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Le consiglio di chiedere conferma al comune di Cento, gl’inventori sono della stessa città.
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Grazie, sa se usano ultra suoni
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TROPPI ITALIANI GENIALI SONO COSTRETTI A TENERE LA LORO INVENZIONE ( non solo crezione cervellotica ma anche sperimentata sul campo, come Marconi peraltro, che fu costretto a brevettare in Inghilterra, ove era facilitato dalla madre inglese)NEL CASSETTO. O, PIU’ SPESSO, NEL CESTINO.
Leggere: LA SINDROME DI MEUCCI. Contro il declino italiano. Marsilio ed. di Giuliano da Empoli.
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Grazie per la segnalazione .
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So che l’impianto ha le dimensioni di un container di 12 metri e può “cancellare” qualunque rifiuto, compresi i rifiuti speciali ospedalieri, per esempio. So che la base della macchina è nell’utilizzo di procedimenti chimici ma sopratutto di opportune frequenze.
Questo tipo d’impianto è stato costruito anche dai russi (mi è stato riferito che sono molto avanti nelle tecnologie non convenzionali) ma la tecnologia russa non prevede il ciclo continuo che invece c’è nell’impianto italiano.
Sarebbe opportuno verificare l’informazione contattando il comune di Cento per avere conferme sull’efficienza dell’impianto. Chi ci ha lavorato mi ha detto che funziona… ma è come chiedere all’oste se il vino è bbbono!
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Grazie per queste informazioni e per quella principale si intende. Terro’ al corrente.
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