I penosi sette di una storia italiana. (ho nostalgia per Donat Cattin, chi me lo avesse mai detto….)

Fiat , Marchionne, Landini, Fassino, Chiamparino Rebaudengo, Sacconi.

Se cambierà  la sede dei suoi investimenti ,Fiat,  dovrebbe avere la coerenza di togliere la parola Torino dall’insegna sociale  e la signora Agnelli trasferirsi in Costa azzurra, smeralda, d’oro, Brava o altro. Ci hanno pensato?

 Marchionne, se è vero che ha incassato in un paio di anni – come mi dice un caro amico- oltre duecento milioni di euro, dovrebbe fare come fece LEE JACOCCA presidente della Chrysler durante una delle periodiche crisi di quell’industria: per il 2011 fissare il suo emolumento a un euro per dare il buon esempio. Non penso che morirebbe di fame. Quanto al maglione di ricambio, potremmo promuovere una colletta tipo “mandate i vostri due euro chiamando i numeri…..”

 Landini, dovrebbe studiarsi la storia delle relazioni sindacali italiane degli anni settanta: Federmeccanica (assistita dall’avv. Gerardo Vesci) impugnò il contratto, sottoscritto con  FIOM, davanti al giudice civile, sostenendo la nullità del contratto sottoscritto sotto  la pressione di scioperi continui. Dopo una prima udienza sotto i fari delle telecamere e subito rinviata dal giudice , la Fiom scese a più miti consigli e rinegoziò.  Se Landini pensa di poter  dimostrare l’esistenza di un ricatto, adisca il giudice civile come fece Federmeccanica e non cerchi l’incostituzionalità dimostrabile – forse, ma ne dubito –  in tempi troppo lunghi per gli operai.

Fassino ha dichiarato che se fosse operaio alla FIAT, voterebbe si al referendum.  Giusto ! Visto che ha subito  molto da molti, uno in più o in meno, non fa differenza. L’importante è durare.  Certo dopo questa dichiarazione, candidarsi a sindaco di Torino equivale  alla ricandidatura di Napolitano a Presidente della Repubblica tra un paio di anni. Può porla, ma è difficile che riesca.

Se Chiamparino volesse insidiare a RENZI  il primo posto nella classifica  dei sindaci più amati e considerati,  potrebbe scalare la classifica  ( a proposito complimenti ad Alemanno per il suo piazzamento. Pensavo peggio) rifacendosi  al precedente del “sindaco santo” di Firenze  GIORGIO LA PIRA. Questi,  requisì la NUOVO PIGNONE di Firenze quando la proprietà ne aveva deciso la chiusura e si mise alla ricerca di un nuovo proprietario che rilanciasse l’azienda. 

 Un sindaco di sinistra  prenderebbe un aereo per Tokio e Pechino  e cercherebbe un investitore interessato a subentrare nella ipotesi di un abandono di FIAT. Questo rafforzerebbe la posizione negoziale della città in quello che si chiama il marketing territoriale e che è stato usato per portare  le olimpiadi invernali a Torino.  In questo potrei aiutarlo a titolo gratuito e sono certo che altri aiuterebbero.

Rebaudengo e Sacconi. Non ne parlo, perchè non conosco il primo e perché conosco il secondo. Facciamo finta che non esistano. Mi sembra più realistico.

Antonio de Martini

Posta un commento o usa questo indirizzo per il trackback.

Commenti

  • Avatar di Francesco Venanzi Francesco Venanzi  Il gennaio 13, 2011 alle 3:59 PM

    C’è poco da scherzare. Mi sembra assurdo che le sorti non solo della Fiat, ma del suo indotto e di tutta l’economia italiana, che resterebbe al palo perchè non competitiva, sia decisa dal referendum tra i 5500 operai di Mirafiori, che rappresentano solo se stessi e non tutto il paese. In un mio articolo di qualche mese fa, che ti manderò, prefiguravo la decadenza della nostra economia, proprio a causa della difficoltà di essere competitivi. Nei nuovi contratti di Pomigliano e Mirafiori vedo uno spiraglio per attenuare il pessimismo; ma se vengono bocciati siamo in braghe di tela. E chi andrà in Giappone come tu suggerisci tornerà a mani vuote.

    "Mi piace"

Lascia un commento