LA SERBIA E IL KOSOVO SI PIEGANO ALLA UNIONE EUROPEA ” PER NECESSITA’ FAMILIARI”.

IL PRESIDENTE SERBO VUCIC CAPISCE E SPIEGA LA ESIGENZA DI AVERE DIMENSIONI CONTINENTALI O PERIRE DI INEDIA

Il presidente serbo Alecsander Vucic, dopo aver vinto le elezioni sull’onda di un elettorato in stragrande maggioranza filo russo, ha operato una svolta improvvisa, spiegando ai suoi concittadini le ragioni per cui il paese deve piegarsi alle richieste della UE incluse le sanzioni alla Russia e ha chiesto alla Wagner di non accettare volontari serbi per l’Ucraina.

Durante il ventennio fascista, quanti in Italia aderirono tardivamente – in difesa del posto di lavoro- al regime prendendo la tessera del PNF ( partito nazionale fascista), videro scherzosamente ribattezzato l’acronimo in ” Per Necessità Familiari”.

L’aneddoto mi é tornato in mente quando ho letto la notizia Bloomberg che il Presidente serbo Aleksander Vucic ha annunziato un grande dibattito pubblico sul tema della proposta franco-tedesca di sistemazione del contenzioso tra Serbia e Kosovo.

L’antefatto é noto e assomiglia come una goccia d’acqua alla secessione del Donbass dall’Ucraina: il Kosovo, culla della nazionalità serba e teatro della grande battaglia di Kosovo contro i turchi – cantata da D’Annunzio – protetto dai bombardamenti USA proclamò la sua indipendenza e decise di ospitare una grande base logistica militare americana. Da allora non corre buon sangue e truppe UE, anche italiane, presidiano il nord del Kosovo – prevalentemente abitato da serbi di religione ortodossa contro le soperchierie dei kossovari, mussulmani che insidiano i santuari cristiani che furono la culla dell’identità serba.

Il pubblico dibattito annunziato lo scorso 24 gennaio, é stato spiegato dal presidente – fino al giorno prima filo russo e decorato personalmente da Putin dell’ordine cavalleresco di Aleksander Newsky– con parole piene di realismo che spiegavano, in caso di rifiuto, il paese avrebbe “ subìto una interruzione del processo di integrazione europea, uno stop e il ritiro degli investimenti e misure politiche ed economiche tali da causare grandi danni alla repubblica serba.”

Stesso discorso per la dirigenza Kosovara che osteggia ogni intesa temendo che il nord del paese diventi, per poco che si renda autonoma, una enclave serba data la maggioranza della popolazione e la sua resilienza, al punto che a venticinque e passa anni dalla creazione del nuovo stato, il governo di Pristina non é ancora riuscito a far adottare agli automobilisti le targhe nuove e tutti girano con le targhe d’anteguerra.

Poiché sia gli uni che gli altri sanno che l‘Unione Europea é il principale sovventore e investitore di entrambi i paesi ed entrambi mirano ad essere accolti nella UE, francesi e tedeschi congiunti ( cui si é aggiunta l’italiana Giorgia Meloni) auspicano di riuscire a comporre la vertenza almeno in parte o – come minimo- fermare l’escalation.

Il piano della Unione Europea prevede che Belgrado cessi di fare pressioni per impedire il riconoscimento del Kosovo in sede internazionale ( attualmente é riconosciuto solo dagli USA e un paio di intimi) e il Kosovo dovrebbe concedere una qualche forma di autonomia – già promessa e mai concessa – alla regione settentrionale abitata da una schiacciante maggioranza di serbi pronti allo scontro. In pratica la situazione é identica a quella dell’Ucraina del 2014 mutatis mutandis con l’UE al posto degli USA e i fieri serbi nel ruolo degli ucraini che lottano per l’indipendenza.

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Commenti

  • gicecca  Il gennaio 27, 2023 alle 5:44 PM

    E la Russia accetta ? GiC

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    • Antoniodiceche  Il gennaio 27, 2023 alle 8:53 PM

      Vedremo. Ma non vedo cosa possa fare. Speriamo che il conflitto non si allarghi ai nostri confini…

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