MIGRANTI: L’EUROPA RICATTATA DAL GRUPPO DI VISEGRAD.

Cos’è il gruppo di Visegrad lo sapreste se aveste letto il post del 9 luglio 2013   e che vi riproduco qui sotto. La funzione “reblog” non marcia più. Devo essere antipatico a qualcuno….

Lascio i numeri di due anni fa, tanto vale il discorso generale.  Quel che vuole il gruppo di Visegrad potete leggerlo e trarre le vostre conclusioni.

Ringrazio tutti coloro che mi hanno scritto e in particolare i compatrioti dall’estero che non immaginavo tanto numerosi e sparsi dal Brasile alla Polonia, da Istanbul a Barcellona al Venezuela, a Francoforte e l’Aia. ma non continuerò questo sforzo solitario destinato a pochi adepti.

Ho proposto ad alcuni amici di fare un salto di qualità verso la Tv con una agenzia di informazioni geopolitiche. Le nostre idee devono odorare di sole e non puzzare di candela.

Lo scopo è dissuadere gli italiani a partecipare a future guerre e dichiarare la neutralità permanente del nostro paese. Si può fare anche se agenti prezzolati o esseri tremebondi dicono il contrario senza ammettere discussioni.

Ai ” volontari” che mi hanno scritto e che ringrazio di cuore, darò risposte personali. Agli altri darò notizie su questo blog, se notizie ci saranno.

Buona fortuna a tutti.

ECCO IL POST DEL 9 LUGLIO 2013

L’Unione Europea, nacque come esigenza di protezioneeconomica, politica e militare all’indomani della guerra mondiale e con Stalin vivo.
La morte di Stalin prima e la fine della guerra fredda poi, hanno messo la sordina agli aspetti politico culturali che ne avevano provocato l’entusiastica accettazione delle popolazioni, per diventare sempre più luogo di incontro e scontro mercantile di interessi pur legittimi ma a volte illegittimamente promozionati.

L’Unione Europea del dopo guerra fredda richiama sempre più un enorme vetro di sicurezza colpito da un meteorite che mostra una serie di crepe.
Siamo ormai in molti a chiederci quale sarà la crepa che cederà per prima e se non sia il caso di pensare a rinforzare la lastra prima del crack.

Dietro il mito di Europa dei 27( ormai 28) si sono formati gruppi di stati accomunati da un interesse a loro avviso trascurato dal centro.
Quando in una unione recente iniziano moti centrifughi, è segno che la spinta unitaria ha esaurito la sua forza e potrebbe aver inizio il processo inverso.

La prima suddivisione di stati che viene in mente è la ripartizione tra i 17 membri ( 18 dal primo luglio con l’arrivo Croato) della Eurozona ( paesi che hanno adottato l’Euro) e i dieci stati ( ora nove) che ne sono fuori.
In realtà ciascuno di questi agglomerati è a sua volta scomponibile in due in base all’interesse nazionale prevalente.
Tra i paesi membri dell’Euro abbiamo:
Gruppo A
Grecia, Cipro, Malta, Portogallo, Irlanda, Spagna, Italia, Slovenia e Croazia. La Francia medita se associarsi, assumendone la leadership.
Gruppo B
Germania, Olanda, Belgio Lussemburgo, Finlandia, Austria, Estonia,Slovacchia.

Il gruppo A sta prendendo sempre maggior consapevolezza dei propri bisogni reali a seguito delle fine del lungo periodo di grandi facilitazioni creditizie che avevano reso più difficile la loro individuazione.
Il gruppo B soffre del distacco francese che ha rotto un equilibrio franco-tedesco che durava dal 1967 e che sta provocando per reazione in Germania una corrente isolazionista.

Tra i paesi non aderenti all’Euro, ma solo alla UE, ve ne sono alcuni con lo status di candidati e vi sono anche paesi candidati all’adesione alla UE, ma in questa sede ci limitiamo ad esaminare le differenziazioni Interne.

Romania, Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca, Lettonia, Lituania, Polonia. Svezia, Danimarca e Inghilterra.

Storia a se fanno la Danimarca per la mancata adesione all’Euro ( bocciata con referendum dai danesi) e l’Inghilterra che pur essendo azionista cospicua della BCE ( 14% mi pare) e titolare della rappresentanza della politica estera con Lady Ashton, non solo non aderisce alla moneta comune, ma ha in programma un referendum per decidere di mantenere o meno la sua partecipazione alla Comunità.

Anche la Svezia nel 2003 ha rifiutato con referendum – come aveva fatto il governo nel 1997 – di aderire alla moneta unica. È un altro gruppo di tre paesi che ormai si consulta periodicamente avendo interessi che non vede rappresentati dal centro.

Ultima, meno conosciuta ma non meno pericolosa per le contraddizioni e lacune che denunzia, è la regione d’Europa composta di quattro paesi contigui conosciuta come il Gruppo di Visegrad .

Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, oltre ad essere paesi dell’ex Patto di Varsavia, fanno parte di quelle nazioni martoriate dall’egoismo ed aggressività ricorrenti dei potenti vicini : Germania e Russia.

Il crollo dell’Unione Sovietica li ha fatti naturalmente accorrere verso la UE , la crisi dell’Euro li ha resi diffidenti ( il premier polacco Franciszek Tusk ha la scorsa settimana annunziato che l’adesione all’Euro non potrà avvenire prima del 2019 a causa della necessità di ritocchi alla Costituzione) e il risorgere della potenza militare russa li ha resi timorosi e incerti anche dello scudo N.A.T.O. In particolare americano.

Il gruppo di Visegrad – luogo in cui Ungheria, Boemia e Polonia convennero più di una volta per le stesse ragioni di difesa – ha dato anche vita a un autonomo gruppo di combattimento che sarà operativo entro l’anno ed è a comando polacco.
Lo hanno promosso gli stessi polacchi quando hanno scoperto che in caso di conflitto, la pianificazione N.A.T.O. Prevede l’invio di una sola brigata americana a difesa del territorio polacco.

L’iniziativa dei cinque paesi dell’area( mi pare si chiamasse pentamerale) promossa dal ministro Gianni De Michelis fu affossata assieme al suo proponente. Resta solo la Banca pubblica SIMEST pensata per attrarre la Mitteleuropa nella nostra orbita, che presta soldi ovunque ma non li.”

USATE IL BLOG COME ARCHIVIO IMMETTENDO LE PAROLE CHIAVE ( o date) NELLA FINESTRA IN ALTO A SINISTRA. USCIRANNO GLI ARTICOLI PERTINENTI.

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