GEOPOLITICA DEI GASDOTTI DA ORIENTE VERSO L’EUROPA . di LUCA TRIBERTICO

Per servire il mercato energetico dell’Europa centrale e meridionale, dei Balcani e della Turchia, i gasdotti in progetto erano diversi, ma il percorso viene chiamato per la sua funzione con un unico nome: Southern Gas Corridor.

I progetti concorrenti erano essenzialmente tre.

In un mercato razionale si costruirebbe un’unica rete, di proprietà di un consorzio degli stati nei quali transita, lasciando l’immissione e la vendita del gas a più produttori, in concorrenza tra loro. Come già succede nei singoli mercati nazionali.

Ma gli agenti forti nei mercati internazionali predicano la concorrenza soltanto quando la sua propaganda risulti funzionale a costituire un oligopolio. Paradossalmente la diminuzione della pluralità di offerta e il cappio energetico relativo vengono chiamati diversificazione delle fonti e sicurezza energetica. Magia delle parole.

Un progetto era il Nabucco: gas naturale da Azerbaijan, Turkmenistan, Kazakhstan, Uzbekistan, Iran, Iraq, Egitto.

All’inizio era sostenuto dalla Commissione UE, perché il progetto era europeo e assicurava una buona diversificazione delle fonti. Piaceva anche a Washington, come alternativa al South Stream, perché escludeva fonti russe.

Poi c’era il Trans-Adriatic Pipeline (TAP): gas naturale che ha come unica fonte l’Azerbaijan. Chi è in ottimi rapporti con i decisori di questo staterello del Caspio (detto senza offesa)? La Commissione europea? L’ENI? I politici italiani? Ma no: il simpatico senatore John McCain, piazzista internazionale di note compagnie dell’industria energetica, bellica e della finanza collegata al dollaro.

Il terzo progetto era il South Stream. Ma il governo Bulgaro lo vuole e non lo vuole, oscilla, non risulta affidabile. La Commissione UE lo ostacola. Non si farà più. La Saipem del gruppo ENI, che doveva progettarne un troncone, perde un primo contratto da oltre due miliardi di euro.

Le azioni in borsa crollano. Ma che importa ai nostri editori e ai nostri politici, se sono contente le banche anglosassoni che stavano facendo la posta al titolo per comprare tutta la società con poco o niente?

Ci perdono la Bulgaria (almeno 400 milioni di euro l’anno di entrate per il transito), la Serbia, l’Ungheria, la Slovenia, l’Austria.
Ci guadagna la Turchia, che diventa il rubinetto del gas per l’Europa centro-meridionale, da qualunque fonte provenga.
Affonda l’Europa nel suo complesso. Perché rinuncia a diversificare le fonti. Affossa un progetto comune come il Nabucco. Si rende dipendente per l’energia dagli umori e dai prezzi che faranno Turchia, Azerbaijan e loro sostenitori.

L’Europa vedrà inoltre ridurre gli scambi e le esportazioni verso la Russia; quest’ultima infatti venderà il metano che avrebbe pompato nel South Stream in parte alla Turchia e il restante ad altri stati, che lo pagheranno non in dollari o euro, ma in rubli, yuan, oro.

In questo modo la Russia sterilizzerà l’effetto negativo del cambio dollaro o euro contro rublo.

Ma in contropartita potrà succedere che la Russia favorisca le importazioni in primo luogo da Cina e in un futuro non troppo lontano magari da India e Pakistan. Così quelle dall’Europa resteranno sfavorite.

A questo si aggiunga l’effetto negativo delle rappresaglie commerciali, in risposta alle inaudite sanzioni dettate da Washington e supinamente sottoscritte dai governi europei. L’Europa perde inoltre la sua credibilità come partner commerciale, avendo dimostrato di non essere in grado di mantenere gli impegni assunti, anche quando questi coincidano con interessi statali e regionali, considerati e recepiti come presupposti dei contratti stipulati. Quando parliamo di Europa, intendiamo l’Unione europea. Guardando invece ai singoli stati, resta indifferente la Germania, che era e rimane rifornita direttamente dalla Russia dai due gasdotti Yamal e Nord Stream.

Ma c’è un altro effetto oltre a quello energetico da considerare. Siccome chi vende un prodotto o un servizio decide la valuta che il compratore si procurerà sui mercati dei cambi per pagare, secondo noi in quale valuta avremmo pagato il gas russo e iraniano e in quale valuta ci verrà invece chiesto il pagamento del gas azero?

C’è ancora un’occasione che non è persa. Per rifornire la Turchia Gazprom ha firmato un memorandum of understanding con Botas per la costruzione di un gasdotto che passerebbe sempre sotto il Mar Nero, partendo dallo stesso punto (Russkaja, nel territorio di Krasnodar) del South Stream, ma con arrivo in Turchia invece che in Bulgaria. La capacità di questo tubo è di 63 miliardi di metri cubi l’anno. Ma questa capacità è la stessa del South Stream.

La quota utile al mercato turco è di circa 13 miliardi di metri cubi. Il resto, circa 50 miliardi, potrebbe essere trasportato in Grecia e da là prendere le strade verso l’Europa meridionale e centrale. Quali? Dipende tutto dalla capacità degli stati europei e balcanici di associarsi per una nuova politica energetica di interesse comune, in un futuro più o meno prossimo.

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Commenti

  • luigiza  Il dicembre 5, 2014 alle 6:31 am

    In questo modo la Russia sterilizzerà l’effetto negativo del cambio dollaro o euro contro rublo.,,,, ecc, ecc. ecc.

    Ma infatti la decisione della Russia di annullare il progetto Soth Stream non mi pare affatto una resa come sostiene il DeMartini ma piuttosto un voltar le spalle all’Europa.
    E questo la Russia se lo può permettere.
    Forse ciò che non può fare é tagliare completamente i ponti con gli USA che sono i fornitori di tecnologia di estrazione di gas e petrolio siberiano e non.

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    • antoniochedice  Il dicembre 5, 2014 alle 7:18 am

      Ieri Putin ha fatto il suo ” discorso sullo stato dell’Unione” illustrando a grandi linee la sua politica . Ha detto che ” non intende chiudersi all’Europa”. Il progetto southstream è il ramo d’ulivo offerto all’occidente e coinvolge l’Ucraina contro cui era rivolto. Quando si rinunzia a una iniziativa da trenta miliardi non è mai perché c’è lo si può permettere . Si rassegni. Un consiglio: quando ha una intuizione, prima di trasformarla in un articolo di fede, cerchi fatti a sostegno. Se non trova più di qualche elemento a sostegno, inizi a dubitare. E dubiti anche se gli elementi li trova….

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  • atlat20  Il dicembre 6, 2014 alle 12:48 PM

    Miller (gazprom) ha appena affermato che il progetto Turchia annullera´ l´Ucraina come paese di transito. L´Ucraina ricevera´ appena il gas che usera´ come consumatore previo pagamento anticipato…insomma Europa ed Usa si accolleranno..l´onere della economia Ucraina…

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    • antoniochedice  Il dicembre 6, 2014 alle 2:00 PM

      Grato se fornirà la fonte. Poi naturalmente è una balla politica con annessa verità geografica dato che il gasdotto tra Russia e Turchia non passa attraverso l’Ucraina. Ma l’abolizione del progetto southstream impedisce di incamminare il gas verso il cliente a Europa……. Se vuole iscriversi, può farlo mettendo il suo indirizzo in alto a sinistra dove è scritto ” iscrivimi”

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      • antoniochedice  Il dicembre 6, 2014 alle 9:14 PM

        @atlat20 Infatti il senso non è quello da lei detto.

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      • atlat20  Il dicembre 6, 2014 alle 11:05 PM

        illuminami se il senso non e´ quello che ho letto…io ho capito che forniranno gas all´europa del sud tramite la Turchia, saltando l´Ucraina…a cui forniranno gas solo per uso interno del paese,(previo pagamento anticipato)…se e´ sbagliata la mia interpretazione…attendo la tua versione

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      • antoniochedice  Il dicembre 6, 2014 alle 11:10 PM

        Adesso è giusta. Prima mancava la specifica che il rifornimento era limitato si turchi…

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  • atlat20  Il dicembre 6, 2014 alle 12:49 PM

    Dimenticavo buoniorno a tutti sono fresco d´iscrizione nel gruppo

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  • bipolare30551  Il dicembre 8, 2014 alle 11:25 am

    sono la solita “sanguigna” vecchiotta, ed è da un po che leggo il blog. Questo però, non fà si che io non continui a meravigliarmi di come lei riesca a rimanere “al di fuori” o al “di sopra” delle notizie che scrive. Non serve, è vero, urlare la propria indignazione, ma questa “leggerezza” ,non so se può essere comprensibile il senso, mi lascia sempre perplessa, complimenti per l’articolo e per l’auto controllo e grazie per la dovizia di particolari Annapaola

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    • antoniochedice  Il dicembre 8, 2014 alle 2:11 PM

      Questo post, guardi la firma, non l’ho scritto io, ma lo condivido in toto. Non capisco perché si debba sempre parteggiare pro o contro qualcuno. Siamo osservatori della realtà e, detto tra noi, non capisco perché dobbiamo preoccuparci di chi incassa la nostra bolletta dei consumi: è sempre la banda che oggi riempie i giornali.

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