ITALIA : QUANTI AEREI COMPRARE E DA CHI NEL DOPO GUERRA FREDDA. RISPONDE IL GEN ALBERTO ZIGNANI CHE E’ STATO DIRETTORE DEGLI ARMAMENTI.

Sapete tutti ormai della annosa  e pallosa questione dell’acquisto italiano  degli aerei F 35, frutto di una collaborazione multinazionale che è stata rilanciata proprio oggi dal portavoce della impresa pilota costruttrice Joe Della Vedova, che ha smentito le dicerie italiane circa la riduzione del numero degli aerei da acquistare da parte dell’Italia.

Per cercare di mettere un punto fermo alla questione concreta ( e non alle logiche del dopo) ho chiesto al generale Alberto Zignani che ha lasciato il servizio dopo essere stato Segretario Generale  della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti, come ci si dovrebbe comportare in queste vicende e se è cambiato qualcosa dai tempi della guerra fredda ad oggi. Ecco la risposta depurata di alcune considerazioni personali che non interessano che il sottoscritto.

Poiché non ho potuto incollare a causa della seguente scritta apparsa in video  e che non capisco, procedo alla copiatura a mano. Se qualcuno sa che cosa significa, e me lo dice, lo/la ringrazio.

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” Ti dico innanzitutto come vedo io gli investimenti della Difesa.

Da quando è caduto il muro di Berlino e noi non siamo più schierati contro una superpotenza – alla quale è doveroso attribuire gli armamenti più avanzati ed efficaci in circolazione – l’acquisto o la produzione di sistemi d’arma di un certo livello deve seguire un iter diverso da quello ” obbligatorio” fino al 1989.

In questa nuova situazione, qualunque sistema d’arma prodotto nel mondo civilizzato ” deve” essere considerato adeguato alle esigenze di un paese come l’Italia. Quindi non è più corretto chiedere alla Forza Armata interessata di indicare qual’è il sistema d’arma in circolazione.

O, al livello ministeriale, orientarsi ad acquisire il sistema d’arma giudicato – a torto o a ragione –  il più avanzato del mondo.

Come ho sempre detto ai ministri della Difesa con i quali ho lavorato come Direttore Nazionale degli Armamenti, quando una Forza Armata deve sostituire un sistema d’arma o comprarne  uno nuovo, dovrebbe indicare, in ordine di preferenza,  tutti i sistemi d’Arma esistenti al mondo.

 Questa lista dovrebbe essere trasmessa al Ministero degli Esteri che dovrebbe dire – motivandolo – quale convenienza avrebbe l’Italia ad acquistare nei vari paesi interessati.

Poi un parere dovrebbe essere espresso dal ministero dell’Industria ( o come oggi si chiama) e poi da tutti gli altri ministeri in qualche modo interessati al problema.

Infine dovrebbe essere il Presidente del Consiglio che, sulòla base di tutti questi pareri, dovrebbe indicare l’acquisto da fare, come sintesi dell’interesse nazionale.

E – come dicevo sempre ai vari ministri della Difesa-  dal quel momento i vari capi di S.M. della Forza Armata interessata dovrebbero dire, pena il “dimissionamento” immediato, come accade in tutti gli altri paesi occidentali –  che non esiste arma migliore di quella scelta dal governo. Questo ho sempre pensato e continuo a pensare.

Quindi: 

1 a questo punto, non si può tornare indietro;

2 ogni riduzione del numero degli F 35  da acquistare non deve essere tale da vanificare i vantaggi  ottenuti in sede di contrattazione. Una riduzione maggiore potrebbe avere effetti negativi superiori ai risparmi possibili. La Difesa e l’industria per la Difesa non devono essere considerate come due entità separate. in un paese come l’Italia devono essere considerate una cosa sola. Solo ragionando all’interno di questo concetto – secondo me – si possono fare veramente gli interessi nazionali ! ” 

 

No si può dire che il pensiero del Generale Zignani non sia chiaro e non tenga conto dell’interesse nazionale e delle esigenza di informazione della pubblica opinione. Impossibile essere contrari.

Diverso quanto a tempestività e franchezza l’atteggiamento del Ministero della Difesa che finge che i blog non siano rappresentativi dei contribuenti e quindi non fornisce risposte di alcun genere. Non mi pare peraltro che  abbia dato risposte anche ad altri polemisti.

Possiamo aggiungere che il sig Della Vedova ha informato che , superato il numero di 85 aerei acquistati, il prezzo unitario  cala di circa il  20% a causa delle possibili economie di scala.

Questa dichiarazione non tiene conto della forte riduzione negli acquisti  di F 35 attuata dagli olandesi nel quadro del loro piano risparmi.

A informare la pubblica opinione ci ha pensato il penoso “studio ” su questo tema stilato dal Ce. Si. ( via Nomentana 251, Roma)  del “prof” Andrea  Margelletti che ci risulta  non  essere  indipendente, bensì stipendiato dalla AIEA   il nostro servizio segreto ( e a sua volta stipendiante la sig. Manenti che fa parte del suo staff.  Il signor  Alberto Manenti , per chi lo ignorasse, è candidato a Capo dell’AIEA, il nostro servizio segreto…) . Insomma, segreti  e pubblicazioni di famiglia.

Per soprammercato, lo “studio” risulta una servile scopiazzatura del dépliant della ditta costruttrice, senza il benché minimo apporto argomentativo o intellettuale.  Saremmo interessati a sapere chi ha pagato, quanto e a chi. Il perché lo sappiamo.

E anche il Ministro Roberta Pinotti  dovrebbe essere curiosa di sapere chi abbia fatto pubblicare questo pamphlet che contrasta con la linea del governo coi soldi del governo.

E con questo chiudiamo la trattazione di questo tema che ci svia dai problemi immanenti e complessissimi della geopolitica che come sappiamo è lotta per il potere su un territorio inquadrato dal punto di vista geografico e delle risorse.

 

 

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Commenti

  • gicecca  Il aprile 7, 2014 alle 5:56 am

    Bene. Molto chiaro il parere del militare, anche se in pensione, Zignani . Magari anche i politici avessero il coraggio di esprimersi così chiaramente !! GiC

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  • donato  Il aprile 7, 2014 alle 1:15 PM

    Le previsioni di spesa per l’Aereonautica rispondono a criteri ermetici da sempre.
    Mi hanno raccontato che le uniformi ideate nel ventennio furono sostituite perché
    non so quale industriale aveva ricevuto una commessa bidone da un paese arabo, e ritovandosi l’attuale tenuta sul gobbo pensò bene di sbolognarle all’arma Azzurra.

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  • Anafesto  Il aprile 8, 2014 alle 5:08 PM

    Come al solito ogni decisione di esperti o supposti tali deve passare sopra la testa del popolo bue, che, si sa, non capisce nulla e deve accettare qualsiasi scelta senza protestare.
    Nello specifico fare come la RAAF (aeronautica australiana) che motiva pubblicamente e puntualmente le sue scelte sul sito http://www.ausairpower.net è una soluzione così riprovevole?
    In quel sito è ben specificato, in diverse analisi (fatte non sui volatini pubblicitari di Lockeed), perché per loro la scelta F-35 è infelice (vedi F-35 JSF vs Flanker che ritengo il più completo) e addirittura parecchio peggiore dei datati F-18, ma probabilmente a noi servono solo giocattoli da esibire contro entità che non hanno possibilità di contrasto, mentre loro a un tiro di schioppo si ritrovano un certo numero di nazioni equipaggiate di SU-30 armati di tutto punto.

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