il vero valore è il Tempo non il lavoro

AL BORDO DELLA NOTTE

Elsa Fornero ha perfettamente ragione: non esiste alcun diritto al lavoro. Questo tipo di diritti, come quello alla salute o alla felicità, appartengono alle astrazioni della Modernità che nulla hanno a che fare con la vita reale. Sono diritti impossibili perchè nessuno, foss’anche Domineddio, può garantirli. Esiste, quando c’è, la salute, non un suo diritto. Esiste, in rari momenti della vita di un uomo, un rapido lampo, un attimo fuggente e sempre rimpianto, che chiamiamo felicità, non il suo diritto. Così è inutile sancire il diritto al lavoro se in una società il lavoro non c’è. Ciò che in una società moderna possiamo pretrendere è un’altra cosa: l’assicurazione, da parte della collettività, di una vita dignitosa anche per chi il lavoro non ce l’ha e non lo può trovare.

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Commenti

  • Anafesto  Il aprile 4, 2014 alle 9:19 am

    Credo sia l’essenza di ogni dittatura trovare sistemi di sottomissione di massa.
    Con l’escalation neoliberista sopravvenuta dopo l’implosione dell’URSS le tecniche dittatoriali si sono affinate fino a venir percepite come ineluttabili.
    Se penso che negli anni 50 mio padre, artigiano, lavorando da solo e con la collaborazione saltuaria di mia madre ha fatto crescere e studiare 5 figli che hanno ereditato 2 appartamenti a Venezia frutto del lavoro, mi chiedo cosa possa essere successo che ora 2 giovani che lavorano entrambi, oltre a non poter permettersi una casa di proprietà, non possono nemmeno permettersi la prole.
    Proletari? No peggio, è stata negata pure la prole, quindi schiavi!
    E sì che da quei tempi sono passati 60 anni, la tecnologia ha fatto passi da gigante, il lavoro dovrebbe essere un optional, un qualcosa di creativo dove realizzarsi (magari impegnandosi come schiavi, ma felici di farlo perché è una scelta e un arricchimento personale, magari anche da condividere).
    Nel terzo millennio, il lavoro creativo è quello nei call center o come inserviente in qualche Mc Donald; ammazza che progresso!
    Ma c’è di peggio, con mille diavolerie pomposamente definite burocrazia, un esercito di idioti cercano di erodere il tempo alle persone di informarsi e di acculturarsi. Un esempio spettacolare è il tentativo di ricevere il PIN dall’INPS, tutto elettronico ma passano giornate e il PIN rimane una chimera (meno male che le lamentele generalizzate siano riuscite a scalzare Mastrapasqua dallo scranno).
    Sembra in atto un complotto per azzerare il pensiero critico della gente e intercettare quelli ancora in grado di pensare con la propria testa in una miriade di attività inutili e dannose.
    Qualche studioso ha definito questo stato di cose, per altro fortemente generalizzato soprattutto in occidente, come una preagonia dell’umanità … non saprei proprio come dargli torto.

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  • abrahammoriah  Il aprile 4, 2014 alle 9:50 am

    Ravenna, 4 aprile 2014

    Il problema è che sia da “sinistra” che da “destra” non si è mai compreso (o, meglio, non si è voluto nascondere) che la libertà non passa mai attraverso la realizzazione di un particolare sistema teoricamente perfetto (in pratica, sempre totalitario in quanto considerato punto finale della storia, sia esso il socialismo reale o la cosiddetta liberaldemocrazia, per finire con ” L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”) ma attraverso le concrete possibilità storicamente e politicamente date di realizzare questa libertà. Discorso in fondo molto semplice ma poco adatto per suscitare gli entusiasmi e le appartenenze (e quindi il consenso elettorale) delle proprie tifoserie elettorali …

    Massimo Morigi

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  • Roberto  Il aprile 4, 2014 alle 9:52 am

    L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Questa è l’origine dei nostri mali. A mio avviso la repubblica è repubblica e la democrazia un’altra cosa. Come diceva Pacciardi è una forma di dittatura. Capitale e lavoro nelle stesse mani. Questa è repubblica

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  • abrahammoriah  Il aprile 4, 2014 alle 11:27 am

    Lapsus calami nella seconda riga del mio post. Recte: “si è voluto nascondere” anziché “non si è voluto nascondere”.

    Massimo Morigi

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  • Carlo Cadorna  Il aprile 4, 2014 alle 1:15 PM

    Anafesto ha ben illustrato la situazione attuale: è, a mio parere, l’effetto di due fattori principali. Il primo è la globalizzazione che è un difetto fino a che non potrà essere regolata da un unico ente mondiale in grado di sanzionare chi non rispetti le regole: io credo che ci si arriverà presto..
    Il secondo è la diseducazione di chi svolge incarichi pubblici: dovrebbe essere e sentirsi al servizio dei cittadini che gli pagano lo stipendio. Invece non è così e si sono trasformati sempre più in centri di potere personali. Persino la Magistratura, che rappresenta un’istituzione cardine perché dovrebbe assicurare la vera libertà (che consiste nella legittima pretesa di esercitare senza impedimenti il proprio diritto) utilizza sempre più spesso le sentenze(civili) non per risolvere i problemi dei cittadini ma per affermare la propria conoscenza del diritto a scapito di essi.
    Quanto al tempo è certamente il valore principale purchè non venga sprecato.

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    • antoniochedice  Il aprile 4, 2014 alle 4:36 PM

      La libertà consiste nel diritto di disporre del proprio tempo come si Gulen, altri eni che libertà é? Poi per essere liberi bisogna sentirsi liberi. Se uno va a lavorar in un Mac Donald, non è libero. Ha una mente predisposta l’ala servitù. Credo che anche ai tempi del padre di Anafesto un cameriere guadagnasse da cameriere. In tutta franchezza, io piuttosto mi specializzerei nel rapire animali di affezione alle vecchiette.

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