Ho scritto un pezzo introduttivo agli articoli di Carlo Cadorna e Roberto Buffagni. Al solito, la parte più esplicativa è stata cancellata. Questo inconveniente fortunatamente non si è ripetuto coi post di Buffagni e Cadorna.
Poiché un lettore ha postato un commento quasi istantaneo ( cancellato perché inconsistente) che però mostrava di aver letto la parte tagliata, ignoro se si sia trattato di un fenomeno totale o parziale.
Mi scuso coi lettori che si siano sentiti in qualche modo censurati, assicurandoli che questa volta sono certo che non dipende dalla mia imperizia tecnologica.
Sostenevo che il nostro punto critico è rappresentato dalla debolezza della nostra identità nazionale, che dovremmo rafforzarla nell’unità e che bisognerebbe approfittare dell’arrivo del centenario della Grande Guerra per porci le domande che non ci poniamo mai: perché riconosciamo di avere una identità nazionale solo sui campi di calcio? Siamo europei? siamo mediterranei? Se arriverà una nuova guerra – è possibile – ci divideremo o riusciremo a definire una linea nazionale che io auspico neutralista e armata e centro di attrazione di altri paesi mediterranei? Il dibattito è aperto a tutti coloro che invieranno sessanta/settanta righe sensate in word senza compattarle, per favore.
Al termine di questa tornata considererò conclusa la mia fatica che si condensa in 1200 ( mille e duecento) post sui temi più complicati del medio oriente per aiutare a decifrare la geopolitica e distinguerla dai ragli che riempiono la rete.
Commenti
Egr. Dott. De Martini,
le cortesemente ci ha inviato un pezzo intitolato ”
CENTO ANNI FA CI SI PREPARAVA ALLA GUERRA . CON LE STESSE MODALITA’ DI OGGI. TORNEREMO A DIVIDERCI TRA NOI O SAPREMO APPROFITTARNE ? ” che non appare sul sito.
Volevo solo informarla che il libro citato di Milner, introvabile, si trova invece liberamente scaricabile al seguente indirizzo (progetto Gutemberg).
http://www.gutenberg.org/ebooks/15681
A sua disposizione.
Mauro Sgarzi
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La ringrazio. Non so proprio come rimediare. Può mandarmi un link all’invio che , mi pare di capire, lei ha ricevuto? Vedrò di rimetterlo on line.
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@Antonio
Al termine di questa tornata considererò conclusa la mia fatica..
E quindi anche Lei ha deciso di chiudere.
La capisco anche se la cosa mi dispiace perchè le sue analisi in effetti mi aiutavano a a decifrare la geopolitica e distinguerla dai ragli che riempiono la rete.
Pazienza mi arrangerò da solo o forse meglio intensificherò i preparativi per pararmi il popò.
Sì guerra ci sarà, certa non possibile, ma solo dopo ed a causa di torbidi sociali che sconvolgeranno l’intera parte occidentale del continente europeo.
Un consiglio: chi é in grado di farlo lo lasci finchè é in tempo.
Grazie sig. Antonio per il lavoro svolto e buona fortuna.
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… ragli che riempiono la rete. AHAHAH bella questa.
grazie per i tanti e preziosi articoli.
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Grazie a voi
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11 novembre 2013
Il convitato di pietra della vita politica nazionale è che, in mancanza di una epocale soluzione di continuità del quadro politico, istuzionale e culturale nato dal secondo dopoguerra, l’Italia da individualità nazionale e statuale è destinata a tramutarsi nel giro di pochi anni a espressione geografica di mettenichiana memoria. Di questa catastrofe, di questo indicibile sia per le corrotte classi dirigenti nazionali sia per il popolo illuso da settant’anni di retorica pseudodemocratica, “Il Corriere della Collera”, merito del suo creatore Antonio de Martini, è stato l’unico “segnalatore d’incendio”, nel misero quadro dell’informazione nazionale e della cultura politica italiana, attraverso un’opera di “rieducazione” teoretica sui fondamentali della geopolitica e di puntuale conoscenza empirica delle situazioni interne ed internazionali via via analizzate. Negli odierni studi geopolitici si parla di noopolitik, Mazzini fu colui che con maggiore intensità e chiarezza aveva compreso che un incrollabile ed educato senso di identità nazionale è il primo ed irrinunciabile asset geostratetico senso il quale le comunità umane sono destinate ad estinguersi. Il “Corriere della Collera” si inserisce in questo lungo percorso interpretativo. A questo punto mi pare del tutto evidente che, dopo una eventuale momento di riflessione, occorrono ancor prima che i pur doverosi ringraziamenti, idee e contributi per continuare in un’opera come “Il Corriere della Collera” che, ancor prima che meritoria, è vitale per la nostra vita nazionale.
Massimo Morigi
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