Corriere di oggi. A pagina trenta. Pier Luigi Battista il polituttologo del quotidiano, affronta i suoi esami di dottorato di ricerca come membro dell’establishment e scrive di intelligence.
” Google spia i nostri servizi segreti se la trasparenza non ha confini”. Questo il titolo.
Nel testo:” il quotidiano ” secolo XIX ” denunzia che il programma “street view” di google può agiatamente riprendere con le sue telecamere luoghi, targhe di macchine e spostamenti all’interno di Forte Braschi, sede di alcuni uffici dell’Agenzia per le informazioni e la sicurezza esterna” e
” sfotte” il divieto di ” eseguire fotografie, cinematografie e rilievi anche a vista”
Chiedere a Google di oscurare un’area di territorio, può farlo il governo americano o, al piu, quello cinese e dovrebbe farlo il nostro ministero degli esteri su richiesta della Presidenza del Consiglio, da cui dipende l’AISE.
In più , se andate sull’area del Sudan corrispondente al Darfur, vedrete che, per evitare di far vedere aree desertiche e inabitate, ci sono dei bei disegni di fuochi con dizioni del tipo ” villaggio distrutto” senza nemmeno prendersi la pena di inventare il nome del “villaggio distrutto”.
Non sono andato a vedere la Siria ( tanto google mette foto rinnovandole ogni X anni) , ma non dubito che anche li metteranno un trucco analogo.
Pensateci, se gli italiani chiedessero al governo USA di coprire l’area, con la paranoia che si ritrovano gli Yankees, penserebbero a chissà quali segrete visite e complotti.
Meglio fare come da regolamento: i trasferimenti tra le quattro casermette devono essere effettuati in automobile chiusa, anche se si tratta di cinquanta metri e di andare al cesso.