PERCHÉ IL REGIME SIRIANO DEVE CAMBIARE PER FORZA. UNDICI FATTI E TRE CONGETTURE GEOPOLITICHE . di Antonio de Martini

Dopo la bella lezione sulla disinformazione data dalla guerra di Libia ( del 2011) credo che abbiamo perduto molte illusioni sulla opportunità di esportare la democrazia a suon di bombe.
Il pressing sulla Siria , che dura ormai da mesi, continua ad onta di una serie di scacchi.

E ‘ fallita la politica delle pressioni diplomatiche dell’ambasciatore usa Ford; e’ fallita la politica delle minacce e degli ammassamenti di forze alle frontiere; e’ fallita la politica di coinvolgimento diretto, prima della Francia ( per dissensi con la Turchia) e poi della Turchia ( per dissensi con Israele).
E’ fallito il tentativo di un’azione diretta delle Nazioni Unite, così come le pressioni economiche della U.E. La morte in combattimento di numerosi ” volontari libici” ( demmo notizia dell’arrivo di seicento volontari libici in territorio turco e libanese per infiltrazioni pseudo patriottiche) ha dimostrato che anche i mercenari non funzionano; e’ fallita la rivolta armata dei Drusi del Jabal nella zona di Deraa; sta fallendo quella dei fratelli mussulmani nella zona di Homs; e’ fallita anche la disinformazione che dava per fuggito il presidente Assad e quella di un golpe a cura di una brigata corazzata dell’esercito che rimane compatto.
Il regime siriano ha mostrato un tenuta inattesa dalla maggior parte degli analisti.
Continua con costanza degna di miglior causa, l’annunzio di uno stillicidio di morti a cura di un centro per i diritti umani con base a Londra… Il sistema “libico” di annunziare diecimila morti in un giorno, e’ stato sostituito da piccole bugie quotidiane indimostrabili.
Se il governo americano continua, contro ogni ragionevolezza, a fare tentativi di ” regime change”
e’ che la posta in gioco deve trascendere l’apparenza e deve essere legata alla prima priorità degli USA che e’ la Cina.
Proviamo a raccogliere alcune delle informazioni geopolitiche che abbiamo disseminato nel blog in questi mesi e metterle in fila a sostegno di un paio di congetture.

1) ricordiamo che la strategia USA contro la Germania hitleriana, fu quella dello strangolamento petrolifero, contro quella inglese che puntava invece a chiudere l’accesso alle miniere di ferro Svedesi e che falli per l’occupazione della Norvegia da parte tedesca.
2) ricordiamo anche che la Libia fu attaccata poco dopo che il colonnello Gheddafi propose a tutti i paesi africani di cedere le materie prime a fronte di oro e non più dollari USA.oltre a Gheddafi sono contemporaneamente e bruscamente cambiati cinque capi di stato africani favorevoli all’idea.
3) ricordiamo anche – troverete tutto nei vari post pubblicati nel blog – che la Cina ha iniziato a spingere i paesi che commerciano con lei a usare le rispettive monete nelle operazioni di scambio e che India e Indonesia tra gli altri, hanno accettato. Il dollaro viene progressivamente ad essere messo in ” off side”.
Un viaggio di Obama in quei paesi non ha ottenuto risultati apprezzabili se non di cerimoniosita’ asiatiche.
4) ricordiamo che di recente alcuni paesi – tra cui India e Indonesia – hanno incrementato gli acquisti di petrolio dall’Iran ed hanno concordato forme di pagamento diverse dal dollaro USA.
5) ricordiamo infine che l’ AIEA ha dichiarato ufficialmente che non esistono prove che l’Iran stia costruendo ordigni nucleari benché ne abbia il potenziale. Il capo uscente del Mossad, Pardo, ha detto che comunque prima del 2015 non ci possono essere bombe. Ad onor del vero ha anche dichiarato, dimettendosi, che “una guerra di Israele contro tutto il Vicino Oriente, non può essere vinta”.
6) ricordo infine che IL CORRIERE DELLA COLLERA e’ il solo ad aver scritto che armi e tecnologia nucleare sono stati oggetto di una fatwa di condanna da parte dell’Imam Khomeini. Quindi la tecnologia nucleare e’ comunque fuori dal controllo dei fanatici islamisti sciiti.
7) e’ ormai comunemente accettato, specie dopo il quasi default tecnico degli USA la scorsa estate e la minaccia di ” Downgrading ” da parte delle solite agenzie di valutazione rivolta al governo americano, che il dollaro USA e’ in coma.
8) gli USA possono minacciare la Cina, ma non attaccarla direttamente, perché questa e’ il suo principale creditore e gli rinnova i prestiti trimestralmente.
9) la Cina sta incrementando le sue importazioni di petrolio dall’Iran ed anche lei evita l’uso del dollaro USA negli scambi.
10) Gli USA per fare la guerra, tradizionalmente devono presentarsi come aggrediti ed oggi come oggi, nessuno vuole attaccarli.
11) l’Iran può di certo chiudere lo stretto di Hormuz attraverso il quale passa il petrolio irakeno, quello del Koweit e parte di quello saudita.

CONGETTURA UNO:
Se io fossi il governo USA e non potessi attaccare militarmente la Cina, penserei a come minacciare di strangolarla, mettendo sotto controllo le sue rotte del petrolio. Questo significherebbe il petrolio iraniano e quello russo ( quest’ultimo pero’ avrebbe un costo troppo elevato).
Dovrei anche trovare un pretesto per non sembrare l’attaccante, onde non suscitare emozioni imprevedibili nella opinione specie americana.
Israele, con la sua nevrosi nucleare verso l’Iran potrebbe colpire scatenando la tempesta e stabilire la sua egemonia nell’area. Giordani e sauditi sarebbero favorevoli. Due anni fa e’ stato fatto un prestito a Israele con cui sono stati forniti cinquanta bombardieri con capacita’ nucleare.

CONGETTURA DUE:
Israele accetta – non senza contrasti interni – l’idea di un attacco all’Iran, ponendo una condizione strategica: una protezione certa antimissili ed un “regime change” nei paesi vicini in maniera che il territorio di Israele non sia direttamente minacciato. Egitto, OK; Siria ko?
Gli USA hanno fretta, devono concludere prima che l’esclusione del dollaro dalle transazioni internazionali assuma forme epidemiche.

CONGETTURA TRE: la Russia convince la Cina a porre il veto al Consiglio di sicurezza contro l’ingerenza dell’ONU in Siria. O e’ la Cina che ha convinto la Russia?

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Commenti

  • Avatar di Stef Stef  Il febbraio 11, 2012 alle 1:01 am

    “Dovrei anche trovare un pretesto per non sembrare l’attaccante, onde non suscitare emozioni imprevedibili nella opinione specie americana.”
    Non scherzare. Il 99% dell’opinione pubblica americana verrebbe convinta dai media e dai predicatori religiosi che gli usa sono dalla parte della ragione in ogni caso. E l’1% ancora in grado di ragionare non farebbe alcuna differenza.

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    • Avatar di antoniochedice antoniochedice  Il febbraio 11, 2012 alle 6:02 am

      A mio parere sbagli a sottovalutare gli impulsi della opinione pubblica USA. Posero fine alla guerra del Vietnam.
      L’America, per entrare in guerra nel 1917, ebbe bisogno dell’affondamento del Lusitania; nel 1941 dell’attacco a Pearl Harbour; per il Vietnam ebbe bisogno di dichiarare l’aggressione da parte di motovedette vietminh.
      I media e i predicatori, hanno bisogno di argomenti validi e quello della legittima difesa ( anche eccessiva) e’ il migliore.

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  • Avatar di gicecca gicecca  Il febbraio 11, 2012 alle 12:03 PM

    Se mi metto nei panni di Israele e dei suoi settanta anni di vita, la sua “nevrosi” verso l’Iran mi pare molto comprensibile. Anche per il “Mein Kampf” come per i discorsi di Ahmadinejad si parlava di “farneticazioni” e qualcuno sa come é finita. Non che le (parecchie) morti di scienziati implicati nei progetti nucleari iraniani possano continuare all’infinito. E il “nuovo” Egitto del dopo Murabarak manterrà la stessa linea del vecchio ? Che c’é di vero nelle voci di dissensi intrairaniani ?
    D’accordo (ma senza prove certe) sul fatto che probabilmente é stata la Cina a trascinare la Russia (e non viceversa) nel veto anti fine di Assad. giC

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    • Avatar di antoniochedice antoniochedice  Il febbraio 11, 2012 alle 1:26 PM

      A Gicecca: la nevrosi Israeliana verso l’Iran, data dal 1979 epoca in cui lo Scia’ era l’unico alleato di Israele nell’area ed aveva velleita’ nucleari.
      Senza offesa per nessuno, il presidente iraniano Ahmadinejad conta, rispetto a Khamenei, quanto il premier Monti , rispetto a Napolitano. E’ più giovane e lo fa viaggiare.
      Sia l’Iran che Israele sono dilaniati all’interno dalla prospettiva di uno scontro.
      Gli israeliti ( non ani)sono da sempre stati una forte presenza in Persia ed hanno legami – anche storici – di lunga data.
      In Israele e’ la prima volta che il capo dell’intelligence si dimette polemizzando con le scelte governative. Anzi, mi dai il destro per ricordare ( l’ho omesso nel post originale e me ne scuso) che Pardo , nel giorno dell’addio, ha messo in guardia contro l’idea di uno scontro tra Israele da una parte e il resto del mondo arabo e islamico dall’altra dicendo testualmente ” Israele da o scontro simile non può uscire vittorioso”.
      Persone ragionevoli ci sono da entrambe le parti. Il perché al potere arrivino gli psicotici, e’ per me fonte di eterna meraviglia.

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  • Avatar di nelton nelton  Il febbraio 11, 2012 alle 3:18 PM

    I mandanti sono sempre i 3 della Libia (USA, GB, Francia) con Israele a fare – diciamo così – da basista. Sul campo a combattere continueranno ad andarci – per ora – i prestanome locali. La Turchia attende e spalleggia perchè dopo la caduta di Assad sarà chiamata a fare da garante locale islamico, mettendo sotto sua “tutela” la Siria. L’unica garanzia di rielezione per Obama è far scatenare un intervento USA indiretto che costringerebbe il paese a rieleggerlo per continuare il sostegno alla guerra, distogliendo l’attenzione dai vari Santo-rum ecc. nonchè i gravi problemi economico-sociali legati alla debolezza del dollaro.D’altro canto nè la Cina ma soprattutto la Russia possono accettare – dopo la Libia – questo ulteriore ridimensionamento nello scacchiere ben sapendo che se “cambia cavallo” la Siria, poi sarà il turno dell’ Iran.

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    • Avatar di antoniochedice antoniochedice  Il febbraio 11, 2012 alle 5:38 PM

      Almeno per un periodo, Turchia e Francia sono incompatibili.

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