tutti i TG della sera hanno “aperto” con la notizia dell’aumento del prezzo della benzina. C’è al ministero dello sviluppo economico un signore che si fa chiamare Mr Prezzi, ma pare che non sia competente in materia, visto che non se ne occupa.
Ci sarebbe anche la Unione Europea che di recente ha prodotto il mansionario della pizza napoletana. C’è poi l’Antitrust che dovrebbe sentirsi in dovere di indagare.
Nessuno lo fa , forse perché non conosce il costo della benzina, visto che non la paga di tasca sua: hanno tuti l’autista e il rabbocco assicurato al mattino.
Eppure esiste una legge “strategica” che stabilisce delle scorte obbligatorie di carbolubrificanti che ogni paese deve avere a disposizione in caso di crisi o di guerra: sessanta giorni di consumo, a meno che non ci sia stata una legge ad personam di qualcuno che l’abbia abolita alla chetichella.
Se ne deduce che le compagnie petrolifere dovrebbero risentire dell’aumento del prezzo del petrolio solo dopo sessanta giorni, visto che hanno una scorta obbligatoria d che possono smaltire prima di subire gli effetti di una crisi che – ripetiamo – per ora non c’è.
Mi sbaglierò, ma di blocco delle erogazioni petrolifere dalla Libia si parla da sessanta ore, non giorni. In tutto il resto dell’Africa, non c’è ombra di restrizioni alla produzione. L’OPEC si è dichiarata in grado di supplire ad eventuali “defaillances” della Libia in tema di rifornimenti.
Possibile che tra tutti gl ottomila e dispari i giudici italiani non ce ne sia uno in grado di pensare con la sua testa?