Il governatore della Banca d’Italia Draghi, dopo un periodo di spareggio con Weber – il candidato tedesco, abbandonato d’improvviso dalla Merkel – si è visto divenire IL candidato ed ha assistito all’indispettito e fulmineo ritiro del competitore Germanico anche dalla prestigiosa poltrona di Bundesbank. Il nostro narcisismo provinciale è gratificato.
Il ministro Tremonti sale sul treno del vincitore e ne annunzia la candidatura. Ma c’è un prezzo?
Va subito detto che di Draghi ho personalmente un’ottima opinione specie perché – anni fa , quando non sapevo chi fosse – capitai a cena accanto a lui in casa di amici. Parlammo della crisi libanese che in quel momento aveva uno dei suoi picchi.
Si mostrò interessato, subì educatamente la mia audacia previsonale e finì li.
Tre mesi dopo, quando la mia previsione si avverò in pieno, mi telefonò in ufficio per complimentarsi. In Italia le persone che riconoscono i meriti altrui ( specie i miei…) non abbondano. Lo invitai a colazione. Mi spiegò, declinando, che chiamava da Washington perché lavorava al Fondo Monetario Internazionale.
Così scoprii la sua esistenza e mi rassegnai a non avere un estimatore da mostrare.
Oltre a un’educazione dai gesuiti ed una evidente capacità di ascolto, Draghi ha un impeccabile curriculum con le esperienze di lavoro “giuste”: Dalla direzione del ministero del tesoro, al FMI , alla Goldman Sachs , alla Banca d’Italia e, di recente, al comitato per la stabilità monetaria durante la recente e non conclusa crisi .
Vero è che da azionista – tesoro della telefonia pubblica, proibì alla Telecom Italia mobile di acquistare la Vodafone ( che allora era scalabile) e non ho mai capito bene cosa successe con la chiusura dell’UIC ( ufficio italiano cambi), ma attribuisco volentieri questi fatti a Ciampi, non fosse altro che per conservarmi un estimatore.
I tedeschi che rinunziano al controllo della BCE , prima a favore del francese Trichet ed ora a favore dell’italiano Draghi, non ce li vedo proprio, se non nel quadro di una strategia loro o per conto degli USA.
L’elezione di un italiano potrebbe essere un modo per rendere molto più difficili eventuali velleità euroscettiche di fuoruscita dall’euro in previsione di un inevitabile sviluppo dell’inflazione mondiale come rimedio alla crisi monetaria che si sovrappone a quella economica.
Una defezione mediterranea potrebbe avere nell’Italia un perno decisivo e va evitato che possa concretizzarsi.
La seconda ipotesi – anche questa non entusiasmante per noi – è che i tedeschi fanno ponti d’oro a Draghi per liberare la poltrona di governatore di Bankitalia per un uomo gradito, come ad esempio Mario Monti, che ne ha i titoli o o il solito Amato che ne ha l’ambizione.
Questo potrebbe spiegare la fretta con cui ci si vuole liberare di Berlusconi . Va cambiato prima che la la nomina del governatore nuovo sia all’ordine del giorno.
Si vuole evitare che il cav. , con la consueta creatività, sparigli il gioco presentando candidature, quale ad esempio quella , dignitosissima, di Marzano che presiede il CNEL, ma che era stato officiato nella terna precedente quando si impose la scelta bipartisan di nominare Draghi.
Anche se priva di alcuni poteri tradizionali, ormai ceduti alla BCE, si tratta di una carica di estremo prestigio e che dura 12 anni .
Di questi tempi potrebbe far gola anche a Tremonti che vuole evitare di restare al ministero se si dovesse affrontare una fase di spesa che metta in tensione il bilancio dello stato che lui ha garantito all’Europa.
Se resta il cav. di scelte bipartisan , questa volta, non tira proprio aria.
