Archivi del giorno: dicembre 21, 2011

CROSETTO (PDL) ALLA SETTE: PER RECUPERARE LIQUIDITA’ TOCCARE LE FONDAZIONI BANCARIE, L’ORO DI BANKITALIA E LA LIQUIDITA’ DELLA CASSA DEPOSITI E PRESTITI. FINALMENTE!

L’ex sottosegretario alla Difesa Crosetto, parlando della crisi italiana finanziaria ha finalmente proposto di metter mano al patrimonio delle fondazioni bancarie – che ha valutato in 250 miliardi- ed ha rivendicato la proprietà’ pubblica dell’oro depositato presso la Banca d’Italia, chiedendo che si ponga mano anche a quello. Egli ha anche citato la liquidità della cassa depositi e prestiti.
La Signora Emanuela Palermi ( partito dei comunisti italiani) e il rappresentante del PD ( Orlando) si sono detti assolutamente d’accordo, mentre la onorevole Flavia Perina di FLI ha signorilmente sorvolato sulla questione che evidentemente le riusciva nuova.
Finalmente cominciamo a trovare qualcuno che abbia il coraggio di tirare fuori gli argomenti veramente importanti e divulgarli in televisione. Il problema dei problemi e’ quello di trovare rapidamente dei fondi e per avere quelli delle fondazioni bancarie basta un decreto.
La Perina ha cercato di spostare la conversazione – utilizzando un accenno della Palermi – distraendo l’uditorio parlando della corruzione che si annida negli enti pubblici. Verissimo.
Peccato che non si sia resa conto di trattare lo stesso argomento: le fondazioni bancarie sono i nidi in cui si allevano i pulcini del potere occulto – la signora Fornero e’ l ‘esempio classico essendo nella fondazione S Paolo – che non ha conquistato il denaro che amministra, non lo amministra se non nel proprio interesse , non ne risponde a nessuno e lo trasmette per cooptazione.
Si tratta di una parte del patrimonio pubblico.
Alberto Orioli vice direttore del SOLE 24 ORE difensore d’ufficio del governo, ha parlato del mercato del lavoro e del conflitto generazionale evitando di pronunziarsi sulle fondazioni bancarie, sull’oro di Bankitalia ecc. complimenti. Diventerà direttore.

IL PROGETTO FRANCO-TEDESCO DI ARMONIZZAZIONE FISCALE IN EUROPA NON RISOLVE IL PROBLEMA DELLA SPECULAZIONE SUI BOND. GARANTISCE SOLO LO STATU QUO TRA TRA PAESI RICCHI E POVERI.

In termini di urgenza, la priorità’ per l’Italia e’ costituita dalla proposta di affrontare entro il mese di marzo un nuovo accordo – proposto dal duo Franco-tedesco – sulla armonizzazione fiscale e tributaria tra i ventisei paesi ( l’Inghilterra si e’ chiamata fuori per meglio negoziare).
Credo che si debbano fare alcune considerazioni e metterle a disposizione di un governo impolitico , non politico e non tecnico.
L’armonizzazione fiscale cozza contro il principio federalista:mentre penso che il federalismo a livello della penisola italiana sia una autentica scemata, a livello continentale e’ una esigenza ineludibile.
L’armonizzazione fiscale mira a creare, evidentemente, una certa omogeneità che, se realizzata sul passo dei paesi più forti, darebbe almeno un decennio di fame a quelli più deboli; mentre se creata sul metro dei paesi più deboli darebbe – paradossalmente – un vantaggio competitivo ai paesi economicamente più forti che darebbero un apporto minimo alla costruzione economica comune, con la conseguenza di far scivolare il peso dell’Europa sui paesi minori.
Infine, la considerazione più semplice da capire e’ offerta dall’ esempio dell’Irlanda, che, proprio grazie ad una franchigia fiscale della U E , ha goduto di un tasso di crescita che l’ha tolta da uno stato di sottosviluppo in cui versava dal seicento.
L’Inghilterra e l’Ungheria si sono opposte immediatamente a questa trovata elettorale di Sarkosi e tre giorni dopo sono state seguite dalla Repubblica Ceca , il cui presidente ha subito annacquato la propria adesione chiarendo che sarebbe stato necessario un voto del Parlamento.
Romania, Bulgaria, Slovacchia ed altri paesi a tradizionale influenza britannica, vengono corteggiati in questi giorni e finiranno per schierarsi contro questa soluzione che non risolve un bel nulla.
Si rischia lo stallo, mentre una posizione contraria e chiara dell’Italia sarebbe risolutiva.

Una delle caratteristiche del buon governo consiste nella capacita’ di attrarre investimenti sul proprio territorio. Lo strumento principe per ottenere investimenti, consiste nel creare una fiscalità di favore per i capitali in cerca di impiego.
La Romania , grazie a questa possibilità ha portato sul suo territorio ben seimila imprese italiane prevalentemente dalla provincia di Treviso.
Il sistema dei ” porti franchi” sottratti alle imposizioni doganali, e’ vecchio quanto il navigare.
Orbene, privando i territori di questa opportunità, si condannerebbero interi paesi a rinunziare a questo strumento ed ad accettare in patria condizioni di lavoro e produzioni di tipo schiavistico per sopravvivere oppure ad emigrare nei paesi ricchi ( Germania e Francia) a condizioni ben note.
Che avere una sola moneta non significhi dover avere un solo sistema fiscale, e’ dimostrato dalla Svizzera dove ogni Cantone ha un diverso sistema impositivo in concorrenza con gli altri per attrarre investimenti.
Visto che ci siamo, come mai lo Stato della California – che ha un PIL delle dimensioni dell’Italia – dichiaro’ bancarotta senza che questo abbia avuto effetti sul dollaro USA, mentre nel caso dell’Euro si minaccia la fine del mondo?
Se gli italiani sono benestanti e risparmiatori e lo Stato costa oltre il 50% del PIL ed e’ inefficiente, perche’ non lasciarlo fallire? Datemi una sola ragione.