Archivi del giorno: dicembre 19, 2011

LA SIGNORA BRAMBILLA E’ IN VACANZA

Questo post si e ‘ cancellato a causa della imperizia tecnica del blogger. Trattandosi di argomento interessante una nullita’ non vale la pena di riscriverlo.
L’essenziale e’ che la signora Brambilla si e’ tolta dai piedi..

Una gita all’estero e’ istruttiva Specie se si parla di politica.

Sono stato in Inghilterra tre giorni per un incontro internazionale. Il mio gruppo era composto di uno svedese, uno svizzero, un’austriaca, una francese, un inglese , due spagnoli.
Negli intervalli di lavoro, le domande vertevano su Berlusconi, sul debito italiano e su cosa sarebbe successo nel prossimo futuro.
Nessuno dei presenti – tutti managers della consulenza – sapeva che l’Italia possiede il terzo deposito di riserve auree del mondo e il secondo in Europa.
Tutti sapevano che Berlusconi era uno sporcaccione. Tutti vollero sapere per chi avrei votato alle prossime elezioni.
L’Inglese ha detto, che i tedeschi e la Merkel dovevano rassegnarsi a pagare il nostro debito.
Le mie risposte – a caldo – hanno stupito tutti, me compreso.
La notizia che avevamo piu’ oro della Francia e dell’Inghilterra ha colto nel segno: allora non siete messi così male e’ stato il commento. Perché non si sa?
La mia domanda su come gli europei conciliassero il loro atteggiamento moralistico sul tema Berlusconi con la tradizione libertina francese e il totem della privacy britannico li ha spiazzati fino a convenire che la stampa non avrebbe dovuto impicciarsi tra le lenzuola di Assange e quelle di Berlusconi, così come la stampa britannica ha limitato il suo interesse per la disavventura sessuale di Mad Max Mosley ( quello della formula 1).
L’ affondo elettorale e’ stato quello della vittoria finale: ho detto, Dio mi perdoni, che fino a che avessi avuto come alternativa di voto i superstiti organizzati del vecchio PCI che ha cambiato nomi piu’ volte, ma che ha la stessa dirigenza, avrei votato Berlusconi.
La notizia che il PCI era ancora li , armi e bagagli pronti, ha fatto breccia. Hanno annuito e ammesso che alcune cose non erano penetrate nella pubblica opinione europea e si sono tuffati sui sandwich.
Ecco un’ altra colpa di Berlusconi. Altro che voto.

ROMA E L’ITALIA I MATTI SONO CONSIDERATI SANI E VICEVERSA: provare per credere

CAPITALE CORROTTA

Il guardasigilli Paola Severino ha iniziato a parlare di  pene alternative, poi di ammnistia ed infine il Papa in persona si è recato al carcere di Rebibia auspicando che ” il governo trovi il modo di farli star meglio”.

In contemporanea, è stato liberato 48 ore dopo l’arresto in flagranza di reato, un poliziotto beccato per essere stato colto  mentre compiva un reato ripugnante, per mottivi abbietti: rapiva un compagno di scuola del figlio per pagare i debiti di gioco.

Sempre a Roma, Dagospia pubblica l’elenco dei collaboratori del sindaco che non si è fatto mancare niente: dal prete pedofilo don Ruggero  ( condannato  a 15 anni e che era stato nominato “garante della famiglia”)    al Luigi Crespi ( consulente per l’immagine condannato a 7 anni per bancarotta), passando per i “managers” di AMA ( Panzironi) e di ATAC ( Bertucci), mentre è in dirittura d’arrivo anche l’ACEA ( splendida  acquirente di nove milioni di bicchierini di caffé e consulenze varie. Tutti reati che verranno  addebitati al capo delle relazioni esterne Pier Guido  Cavallina, opportunamente deceduto, come fosse lui il decisore e non ci fossero sindaci, consiglieri di amministrazione ecc. per non dire dei recenti ” consulenti” arrestati per Camorra e per ‘Ndrangheta, dei quali non diremo nulla fino a sentenza.

Roma ha avuto negli scorsi mesi 33 morti per guerra di malavita mentre  una serie Televisiva ha trasformato la banda della magliana in un pugno di eroi agli occhi dei giovani. Il vice sindaco si vanta di aver comprato una laurea on line, la città è abbandonata a se stessa e riprende la stagione degli scioperi che penalizzarà tutti gli abitanti, tranne i finti eroi che girano con la scorta e che possono parcheggiare in divieto di sosta per ….sfuggire agli attentati.

Non capisco perché amnistia si, condono fiscale no; a meno che ciò non significhi che il governo Monti conta più sui voti dei galeotti che su quelli della classe media.

A proposito di classe media, la finanza ha – su un campione di 14.000 famiglie –  trovato che una  famiglia su tre ha barato per avere sconti sulle tasse universitarie dei figli o sul diritto di usufruire dell’asilo, sovvenzioni  ecc.

Questo significa che gli otto milioni di poveri su cui si danno  aiuti di vario tipo, sono in realtà cinque milioni e mezzo e che chi non arriva a fine mese, non ci arriva perché lo stipendio se lo  gioca con le macchinette mangiasoldi come il poliziotto di cui sopra  o al poker on line – sempre del patrio governo – che nel primo mese di esercizio ( agosto 2011 , mese fiacco per antonomasia per le lotterie) ha raccolto unmiliardo e novecento milioni di euro.

Il 31 dicembre scadrà la gestione della discarica di Malagrotta e non hanno ancora  scelto il sito della nuova discarica, poi , una volta scelta, dovranno metterla a regime e questo  consentirà al grato proprietario di ottenere una proroga.

NAZIONE INFETTA

A livello nazionale  assistiamo alla  rottura dello statu quo al quale Berlusconi si era arreso, con la defenestrazione del direttore del TG 1 Augusto Minzolini, verso il quale non abbiamo alcuna considerazione. E’ stato sostituito dal suo vice, Alberto Maccari , nipote dell’omonimo vescovo che inquisì Padre Pio.

Se ne deduce che, dopo Guarguaglini & Borgogni, si sta procedendo a una sotituzione sistemica  dei fedeli del centro destra,  per ora con fedeli più tiepidi, come in questi casi citati. o di altri “managers privi di curriculum” come il nuovo dirigente dell’antitrust.  I soliti intelligenti dello staff di Berlusconi finiranno per accorgersene quando sarà troppo tardi, ma non è detto che sia un male.

A Firenze abbiamo un evento eccezzionale: un matto  spara, uccidendo due poveri immigrati e ne ferisce tre, infine si suicida. Con commovente partecipazione di popolo si decide che il matto non è matto e si inscenano  una serie di manifesstazioni politiche   contro …il sano.

Anche a Milano un altro squilibrato ha dato fuoco alla moglie, ma si è poi limitato ad accendersi una sigaretta, invece di suicidarsi.  Lo considerano sano di mente, benché fosse in cura psichiatrica.

Bankitalia dice che i risparmi degli italiani –  mentre lo Stato è indebitato fino al collo con 1200 miliardi debito pubblico – ammontano a oltre 9.000 miliardi ( e quindi potrebbero comprare 4 volte il debito pubblico).  Le Statistiche ci dicono che abbiamo il terzo deposito di oro del mondo dopo USA e Germania e prima di Francia e Inghilterra,   Il primo ministro  Monti, annunzia che se lo Stato fallisce è una catastrofe per tutti. E la gente pensa che sia sano di mente.  Cominceranno a crederlo matto solo quando  – e se – presenterà i tagli di spesa, ma c’è chi giura che non lo farà mai.

LA MANOVRA MONTI VISTA DALL’ESTERO E DA NOI. di Francesco Venanzi a proposito di un articolo del prof HUDSON sul Frankfurter Allgemeine Zeitung in cui nota il passaggio dei paesi europei dalla democrazia, verso l’oligrarchia.

 

In sintesi, il prof. Hudson sostiene che le misure di austerità che ora vengono invocate e varate dai governi europei  dell’area euro – che riducono il welfare, colpiscono i lavoratori e i loro sindacati, mettono nelle mani di privati beni, imprese e servizi pubblici –  vanno sostanzialmente a beneficio delle banche, che sono responsabili del credito facile seguito dalle sofferenze, e di coloro che acquistano  i beni e le imprese che gli Stati dovranno vendere per  coprire i propri deficit. Hudson sostiene anche che i  privati non sempre garantiscono  maggiore efficienza, ma  acquisiscono  i profitti e diventano una classe di oligarchi. E se sono stranieri  portano i profitti all’estero.  Inoltre, le banche traggono benefici   dalla regola che impedisce alla BCE di finanziare i deficit degli Stati emettendo nuova moneta; infatti  gli Stati sono così costretti a  ricorrere al mercato, cioè  alle banche, pagando interessi  elevati.  Secondo Hudson, sarebbe preferibile che la BCE finanziasse i deficit, come fanno le banche centrali di Usa e Regno Unito, senza per questo, entro certi limiti, provocare inflazione.  L’analisi di Hudson contiene molte verità ed è piuttosto suggestiva, e preoccupante.

Il prof. Hudson manca però di inserire i problemi  dell’Europa, e di tutti i paesi di antica industrializzazione,  nel quadro della globalizzazione.  Quelle economie hanno perduto  competitività  a fronte degli sviluppi industriali di paesi come la Cina dotati di grandi disponibilità di manodopera a basso costo.   I deficit di bilancio di paesi  come l’Italia sono originati dal fatto che molte delle attività industriali che hanno prodotto  nel passato  i redditi  su cui è stato costruito il sistema di welfare non sono più competitive sui mercati internazionali e hanno quindi smesso di esportare, prima, e di produrre, poi;  mentre i loro prodotti sono stati sostituiti da quelli di importazione dai paesi di nuova industrializzazione.  L’intero “sistema paese” contribuisce alla perdita di competitività con l’elefantiasi della pubblica amministrazione, l’antica e superata regolamentazione del fattore lavoro, l’inefficienza della giustizia civile, il peso del welfare.  E, nel caso dell’Italia, il mancato adeguamento delle infrastrutture,  a causa di  decenni di  paralisi dovuta all’eccessivo indebitamento dello Stato causato , appunto, dalle dette inefficienze.

Si deve quindi ammettere che le misure di austerità chieste ai Paesi europei  servono per tentare di  recuperare competitività. Se fosse possibile finanziare il deficit dello Stato stampando nuova moneta, mancherebbero gli stimoli per ridare efficienza al sistema.

Guardando alle misure finora varate dal governo Monti, si deve  osservare che solo la riforma delle pensioni agisce chiaramente nella direzione di ridare efficienza al sistema (ma penalizzando i consumi), mentre tutte le altre misure di aggravio delle tasse servono solo per  far cassa senza incidere sulla efficienza del sistema.  La riduzione dei costi della politica, compresa l’abolizione delle provincie e la riduzione del numero dei parlamentari, sarebbe stata positiva, ma è di la da venire. La riforma della regolamentazione del lavoro è per ora una pia intenzione e solo l’atmosfera di grave crisi (e la tenacia di Marchionne) ha portato i sindacati a trattare la riforma del contratto di lavoro della Fiat, realizzando così un passo avanti  per ridare competitività ad un importante settore industriale (ma uno dei  sindacati  è ancora schierato a difendere  schemi non più sostenibili). Non si vede la radicale riforma della giustizia civile necessaria per ridare certezza ai diritti e recuperare la fiducia degli investitori esteri. Gli investimenti nelle strutture sono ridotti al minimo a causa delle difficoltà di finanziamento e  delle miopi contestazioni dei “Non nel mio giardino”. E l’aggravarsi delle tassazioni induce molte imprese a studiare nuove delocalizzazioni.

Quanto alle privatizzazioni annunciate come altra misura di risanamento, dubito che siano la soluzione miracolosa che  ridarà efficienza al sistema.  Trovo azzeccate le tesi in proposito di Hudson. I miglioramenti della gestione dei servizi potrebbero essere ottenuti anche mantenendo la proprietà pubblica  se si sapesse sottrarre le gestioni  dalle ingerenze politico-clientelari. Resta allora anche qui la sola funzione di far cassa.

Siamo quindi lontano dall’obbiettivo del recupero della competitività e  credo che la crisi generata dalla globalizzazione si protrarrà a lungo, con alti e bassi ed episodi ricorrenti di nuove strette.  Credo che gli Stati in questa contingenza dovrebbero assumere un ruolo più attivo nella gestione della economia.  In particolare l’Italia dovrebbe far leva sulla posizione geografica e su una posizione politica da ricostruire facendo leva su antichi meriti nelle relazioni con i paesi emergenti, per sviluppare relazioni  speciali con molti di quei paesi, capaci di generare scambi, sviluppo  e reddito.

 

 


[1] “Europe’s deadly transition from social democracy to oligarchy” apparso il 3 Dicembre 2011 su Frankfurter Allgemeine Zeitung  con il titolo “Der Krieg der Banken gegen das
Volk”