Archivi del giorno: dicembre 11, 2011

BEFERA: LO SHERIFFO DI SHERWOOD, IL SIGNOR CUCCAGNA E LO STATO DI DIRITTO. PURTROPPO E’ MORTO IL TERZO.

L’intervista odierna al “Corriere della Sera” fatta da Massimo Muchetti – il buttafuori dell’editore – e’ un chiaro esempio di quali danni possa fare un cattivo servitore dello Stato quando si monta la testa.
Ieri avevo scritto che una delle concause dell’attentato subito dal funzionario ( che ieri ha fatto una intervista “eroica” in TV) era la sovraesposizione mediatica cui il Befera aveva esposto la funzione di recupero crediti dello stato.
Oggi il Befera ha rincarato la dose. Vedrete che ci toccherà anche pagargli la scorta.
Mesi fa, Il mio avvocato mi ha commentato una ipoteca messa , da Equitalia, su una casa per un credito di mille ottocento euro, benché sia espressamente vietato dalla legge.
Con sistemi come questi non mi meraviglia che il Befera e i suoi collaboratori siano riusciti a fare grandi incassi.
Peccato che questi comportamenti siano contrari alle leggi dello Stato di diritto.
Lo stesso Befera ha ammesso, nella intervista, che la completa abolizione del segreto bancario , come adesso ci sarà in Italia, non esiste nemmeno nella Corea del Nord.
La ” penale”, in realtà gli interessi, sono dell’ordine del 30% e anche questo e’ illegale.
Sempre nella intervista, scopriamo che il blocco del “turn over” dei dipendenti pubblici vale per la polizia antimafia, per i medici del pronto soccorso, ma non per gli esattori.
Penso che per stanare gli evasori totali basterebbe abbinare il numero della patente al codice fiscale.
Senza numero di codice fiscale si può vivere, senza patente e’ molto più’ difficile.
Per riuscire a incassare i denari dai morosi, basterebbe licenziare coloro che non fanno i recuperi.
Si fa cosi’ in America, cosi’ in Inghilterra e cosi’ in tutto il mondo.
Da noi bisogna aspettare un attentato per scoprire che il direttore romano di Equitalia dice questa frase (sentita con le mie orecchie in Tv ieri)”la mia personale persona” convinto di parlare italiano, mentre il direttore generale crede di essere democratico perche’ ha ottenuto l’abolizione del segreto bancario e il presidente del Consiglio – gia commissario europeo – emana un decreto che abolisce il segreto bancario ignaro che e’ pienamente legittimo ( art 106 del trattato di Roma) aprire un conto corrente – gestibile facilmente per telefono – in qualsiasi paese della Unione Europea ( consiglio il Belgio) e complicare la vita a tutti e tre questi signori.
Intanto la popolazione periurbana esposta alla mondializzazione e abbandonata dalla democrazia,
cova i sordi rancori che si sfogano improvvisamente come a Torino, contro i più poveri o i meno numerosi.

Il segretario invertito, ovvero l’onorevole Angelino ha imboccato l’autostrada contromano. di Antonio de Martini

Ieri mi e’ giunta una mail della ” nota politica” che mi annunziava la importante decisione della segreteria del PDL che escludeva dalle cariche di partito tutti gli eletti dal popolo.
Senatori, Deputati, Consiglieri comunali, Consiglieri municipali, dovranno scegliere tra le cariche elettive politiche ed abdicare a quelle di partito.
La meditazione sulla questione della ingerenza dei partiti nella vita pubblica, e’ evidentemente cominciata anche in seno al PDL, ma e’ partita senza radici, senza cultura politica e senza senso pratico.
Sarebbe bene sapere che questo dibattito e’ sorto all’indomani del Congresso di Napoli della DC,1954, in cui Amintore Fanfani, elimino’ i seguaci di De Gasperi, sostituendoli coi ” professorini” ( il mondo e’ una continua illusoria replica) .
Per affezionarsi gli impiegati della DC, il nuovo leader , Amintore Fanfani, abolì la proibizione statutaria di candidarsi alle elezioni – l’ho già scritto in un post del 7 settembre 2010 e lo ripeterò fino alla nausea – per i dipendenti del partito, con la conseguenza che tutti cessarono dal cercare il raccordo politico con la societa’ civile e quasi tutti ritennero di averlo trovato in loro stessi.
Ho scritto anche questo esempio e lo ripeto: nel primo collegio senatoriale di Roma, il senatore Antonio Bonadies, illustre medico, fu sostituito da Nicola Signorello, che era uno sconosciuto funzionario della DC.
Così inizio il logoramento della fiducia tra il partito dei cattolici e il popolo italiano: i sagrestani divennero Vescovi.
Se l’onorevole Angelino Alfano , nuovo segretario generale del PDL , oltre alle buone intenzioni, avesse anche cultura e memoria storica e magari anche capacita’ di analisi politica, si sarebbe reso conto che ha imboccato l’autostrada contromano.
Chi sceglie di fare il militante di partito può certo essere candidato e farsi eleggere, ma chi viene eletto a cariche politiche di partito ha caratteristiche intellettuali, energie psichiche e spesso anche doti morali, antitetiche a quelle necessarie a governare bene e nell ‘interesse della collettività. Inoltre e’ umano che un impiegato si auto candidi, migliorando il proprio tenore di vita.
Lo fa, tagliando pero’ il cordone ombelicale che lega il suo partito all’ elettorato.
Un po’ come se il commissario di un concorso di assunzione, decidesse di scartare i concorrenti e si auto assumesse….
Escludere dal partito gli eletti dal popolo e’ il valore inverso a quello che credo Alfano volesse affermare. Può essere un primo passo verso un cambiamento radicale, ma fare uno statuto serio e’ un’ altra cosa.
Se non vuol essere ricordato come l’ Achille Starace di Berlusconi, l ‘on Alfano non ascolti chi gli ha dato questo orrido consiglio e inverta la marcia.
A fine legislatura sarà troppo tardi.