UN PO DI PEPE NEL MINESTRONE

Il direttore romano di Equitalia e’ stato oggetto di un attentato, reso piu’ odioso dal fatto di essersi svolto in clima natalizio.
Per fortuna – o calcolo degli attentatori – e’ rimasto ferito, anche se una ferita all’occhio non può essere presa alla leggera.
Questa federazione anarchica non e’ nuova a imprese di questo genere anche in Italia.
Ricordo in particolare la stessa firma per un attentato all’ambasciata svizzera ( e forse anche a un’altra).
Non ci vuole Sherlock Holmes per capire che questo gruppo terroristico e’ stato creato per scandire i momenti salienti della crisi economico- finanziaria e ” decide” di colpire solo in Italia e Grecia.
Un governo ben consigliato in termini di comunicazione, avrebbe evitato di mettere l’accento sui sacrifici imposti alla classe meno abbiente e avrebbe cercato altre ragioni di legittimazione politica.
Adesso questa oscura coschetta di terroristi ad orologeria, raggiunge il sogno dei “rivoluzionari” del 1968: Posizionarsi come i Robin Hood in difesa dei poveri contro l’occhiuto esattore delle tasse che vessa gli abitanti già’ colpiti dalla carestia.
In questa opera hanno la loro parte sia le ripetute interviste del Presidente di Equitalia – fare l’esattore e’ un mestiere che richiede discrezione – che alcune disattenzioni alla legge, ripetutamente violata, mettendo l’ipoteca sulla casa anche a persone che dovevano all’erario cifre di poco conto.
Inoltre se vogliamo rendere credibile la volontà’ del governo di entrare in Europa ed essere europei, bisognerebbe comunicare non con toni gentili e comportamenti aggressivi e prevaricatori, ma piuttosto smettendola con le decisioni amministrative di stampo borbonico, inclusa l’immediata esazione di cifre in contenzioso ( che si potrebbe sveltire altrimenti), l’applicazione di parametri predeterminati ( che in periodi di crisi non hanno ragione d’essere considerati validi) ed altre piccole rivincite che una burocrazia frustrata prende sulle persone sbagliate.
Al terrorismo burocratico- fiscale la risposta, prima o poi, e’ assordante.

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Commenti

  • Avatar di Gonzalo Gonzalo  Il dicembre 10, 2011 alle 12:45 PM

    Salve, da quello che si apprende questo “gruppo” avrebbe mandato un pacco bomba anche ad Ackermann, presidente della Deutsche Bank, l’unico banchiere che ha avuto il coraggio di denunciare il Bilderberg ed i suoi complotti, strano vero?

    Voglio anche aggiungere, magari avessimo un governo borbonico il quale ebbe la più bassa pressione fiscale d’Italia e tra le piu basse d’Europa e che favorì sempre la produzione industriale nazionale difendendola da quella estera, cosi facendo il Regno delle Due Sicilie divenne lo stato più industrializzato in Italia ed i primati stanno a dimostrarlo, così come il PIL era il 7° d’Europa.

    Il debito pubblico era bassissimo ed addirittura in Sicilia fino al 1848 non esisteva debito pubblico.

    L’aggettivo borbonico dovrebbe quindi essere usato per indicare cose positive, per le cose negative lo sostituisca magari con “savojardo”.

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  • Avatar di Gonzalo Gonzalo  Il dicembre 10, 2011 alle 1:09 PM

    Monarchia o democrazia non fa alcuna differenza, ciò che è importante è sempre la coscienza dei governanti

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    • Avatar di antoniochedice antoniochedice  Il dicembre 11, 2011 alle 2:44 PM

      Caro Gonzalo,
      Tra monarchia e democrazia la differenza e’ molto. Quel che NON fa differenza e’ la coscienza dei governanti. Pensaci.

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