TUNISIA 15 OTTOBRE 2012 . AVEVO AVVERTITO CHE NON ERA QUESTIONE DI DEMOCRAZIA, MA DI FAME. FAME. FAME.

Avevo già ribloggato questo post. Adesso ha fatto il copia e incolla. Le rivolte scoppiano al salire dei prezzi cerealicoli oltre lo stesso limite. Leggere il testo. Grazie.

FINE DI UN EQUIVOCO: LA STATISTICA ECONOMICA DIMOSTRA CHE LA PRIMAVERA ARABA E NORD AFRICANA NON E’ FAME DI DEMOCRAZIA. E’ FAME E BASTA.
Chi segue le analisi di questo blog basate sull’esperienza diretta e su informazioni rigorosamente vagliate, non si meraviglierà della notizia e non si meraviglierà che nessun media l’abbia riportata.
Già nell’autunno del 2010 , quando statava per arrivare la prima ondata di ” tunisini democratici” assetati di diritti umani, avvertii che non di sete di democrazia si trattava, ma di fame tout court. A molti sarà sembrata una delle battute ciniche, per le quali finitò all’inferno risparmiando sulla bolletta.
Una panoramica più dettagliata su questi temi , l’ho scritta nei tre post del 18, 20 e 23 gennaio 2011.
Stesso scenario quando poche settimane fa scrissi ” La Siria resiste ai ribelli, ma resisterà alla fame?”.
Ho anche segnalato – a giugno mi pare o ai primi di luglio – che il prezzo dei contartti cerealicoli in Egitto, Libia e Siria stavano aumentando in poco tempo del 40%.
Ai trafficanti di commodities della borsa merci di Chicago conveniva pagare la penale del 10% e rifare i contratti coi nuovi prezzi , guadagnando il 30% netto.
Adesso, uno studio condotto da tre ricercatori del NECSI ( New England Complex System Institute) dimostra ( leggere appresso) che tutte le rivolte sono esplose – in ogni paese – al raggiungimento dello stesso livello di prezzi delle materie prime alimentari ( Grano e cerealicoli ).
E non è successo solo nel 20011, ma anche durante le rivolte della fame del 2008, iniziate in Senegal e nel Sahel.
I cattedratici mi hanno sempre detto che “un caso è una coincidenza, due casi costituiscono un trend.” Qui siamo in presenza di numerosi casi in due periodi differenti a tre anni di distanza.
The Food Crises and Political Instability ( clikka questa linea blu per aprire il documento).
Identificando le cause, i tre ricercatori del NEW ENGLAND COMPLEX SYSTEM INSTITUTE, Marco Lagi, Karla Z. Bertrand e Yaneer Bar-Yam hanno indicato come principale, la speculazione di pochi operatori , sempre gli stessi, come causa prima e la siccità in secondo luogo.
Ecco il terzo post di fila che mostra la priorità del tema idrico nella zona del mondo chiamata AREA MENA ( Middle Esat & North Africa) .
Ecco la prova scientifica che le rivolte scoppiano solo dopo che si raggiunge un certo prezzo dei cereali.
Ecco che si dimostra che a monte di ogni operazione di sterminio per fame ci sono una decina di grandi operatori della borsa merci di Chicago.
Ecco che emerge la necessità di un grande piano idrico e di irrigazione che eviti a chi non muore di fame, di andare a fare il martire suicida per assicurare una pagnotta al giorno alle famiglia.
Il ministro per la cooperazione Andrea Ricciardi della Comunità di S Egidio, smetta di occuparsi delle miserie di Roma e faccia il suo dovere di ministro e di cristiano che per una volta coincidono – confesso mi era simpatico – ma dovrebbe recitare qualche rosario in meno e qualche mea culpa in più.

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