Si tratta di due compagnie del 35 reggimento di Belfort che avevano l’incarico di coprire la ritirata del contingente principale.
È previsto che il reparto abbia una ” sosta di decompressione” di tre giorni a Cipro prima di rientrare definitivamente in Patria.
il ritiro delle truppe francesi inquadrate nel contingente ISAF , inizialmente previsto per il 2014, era stato anticipato da Sarkozy al 2013 per ragioni elettorali.
Hollande aveva rincarato la dose promettendo il ritiro entro il 2012 e con questo ultimo ritiro di truppe combattenti, mantiene anche questa promessa elettorale.
In Afganistan restano circa 1500 francesi militari ma non combattenti – in maggioranza a Kabul – con funzioni di cooperazione, tra medici militari, logistici , formatori e ” cooperanti” termine col quale i francesi indicano persone incaricate di seguire progetti di sviluppo finanziati dalla comunità internazionale per il tramite del governo Afgano o direttamente da enti internazionali.
Il ritiro dell’ultimo scaglione delle truppe operative francesi, che avevano dispiegato fino a 4000 militari, iniziato il 20 novembre, si concluderà martedì con l’arrivo in Patria di questo ultimo reparto di copertura.
L’operazione si é articolata in due tempi: concentramento a Kabul e poi evacuazione.
Il presidio NATO di circa 100.000 uomini – due terzi dei quali americani o aspiranti tali – dovrebbe ritirarsi entrò il 2014.
Il prossimo contingente a ritirarsi dovrebbe essere quello britannico, mentre i nostri continuano a rimanere sul posto a contatto con gli insorti.
Non si capisce quali ragioni ci spingano a restare per ultimi a meno che non sia dovuto al fatto che, presi dalle beghe interne, ci accattiviamo le simpatie del Grande Fratello offrendo un olocausto.
A febbraio è previsto l’afflusso sul teatro di operazioni del nostro reparto elicotteri attualmente stanziato in Veneto che sta intensificando la sua preparazione in vista dell’avvicendamento.
Lady Ashton , incaricata di politica estera della UE e Ban Ky Moon segretario generale dell’ONU , invece di affrontare i problemi per cui sono pagati, comunicano al governo USA il loro dolore per la strage del Connecticut – un fatto di ordinaria follia – in cui un ragazzo di una ventina di anni, influenzato dal clima di violenza che ormai si respira ovunque, ha assassinato 27 persone.
Si cerca il motivo, in attesa della prossima strage.
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16 dicembre 2012
L’Italia, intesa come soggetto politico internazionale sovrano, non ha più una politica estera. L’Italia, intesa invece realisticamente come delimitato campo di battaglia dove si scontrano vari potentati che vogliono eliminarla come soggetto dotato di sovranità internazionale, ha diverse e contrastanti politiche estere. In Afghanistan si vuole tenere buono il grande fratello statunitense mentre per quanto riguarda il campo geopolitico europeo prevalgono le forze che vogliono l’Italia un protettorato della Germania (talvolta molto singolari i “sintomi” attraverso i quali si può leggere questo scontro: vedi il caso della strage dei bambini in America dove la mitraglietta dei giornalisti italiani ha voluto leggere un’invalicabile differenza politico-culturale fra gli USA ed il Vecchio continente lasciando così sottotraccia il discorso che invece con la Germania…). Questo scenario in dinamica – e micidiale – evoluzione non trova alcun partito che si prenda l’incarico di darne una pubblica rappresentazione. Da qualsiasi parte la si guardi, ci troviamo quindi in una situazione dinamica ed aperta a qualsiasi sbocco: solo se la sapremo guardarla in faccia e non farci irretire dalle vecchie abitudini, slogan e luoghi comuni che hanno strutturato i primi cinquant’anni della costituzione materiale italiana del secondo dopoguerra, potremo dare una chance di sopravvivenza al nostro paese nel XXI secolo.
Massimo Morigi
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