A PROPOSITO DI FEDERALISMO FISCALE, NON POSSO LIQUIDARE IN DUE BATTUTE UN TEMA SOLLEVATO DALL’AMICO VENANZI, OTTIMO ECONOMISTA . Mi permetterò dunque di tornare sull’argomento anche più volte e comincerò dalla costituzione dell’ordinamento regionale: una mangiatoia più capiente di quella della sanità ( ed è tutto dire). Un deputato isolato e guardato come un appestato presentò alla Camera dei Deputati, nell’ottobre del 1967, un ordine del giorno così concepito nel quale si trovano tutti i motivi di scontento del popolo di oggi :
” la Camera, considerato che nell’ordine delle priorità per l’attuazione delle norme costituzionalideve essere data la priorità alla legge sul referendum senza la quale si priva il popolo del diritto essenziale di respingere le leggi che nella sua sovranità giuridica giudica inidonee a regolare convenientemente il proprio avvenire;
Condirerato che nelle attuali condizioni dello Stato italiano di confusione e disordine nei suoi poteri, la creazione di altri centri di potere porterebbe nuovo disordine e creerebbe ragioni di conflitto permanente;
Considerato che tutti gli stati ad ordinamento regionale si sono assicurati un potere democratico centrale forte e stabile che non esiste nel nostro paese;
Considerato che la situazione delle pubbliche finanze non consente nuovi aggravi non indispensabili di poteri eversivi e necessariamente dispersivi;
DELIBERA di non passare agli articoli.
Inutile dire che la proposta di non creare subito le regioni fu bocciata e una autentica cavalcata di “democratici su lanciò sulle casse dello stato già provato da sette anni di “connubio clerico socialista. ” In un pubblico discorso dell’epoca che metterò on line, Pacciardi disse queste parole profetiche: ” e i figli, e i figli dei nostri figli pagheranno per i debiti di questo governo”