ISLAM: E’ ARRIVATA LA VERA RIVOLUZIONE. RIGUARDA L’OCCIDENTE E IL PETROLIO ED E’ FIRMATA PUTIN. di Antonio de Martini

PREMESSA NECESSARIA

L’Islam, come il Cristianesimo, è costituito da una galassia  di movimenti e prassi religiose minori. Il filone principale è costituito dal sunnismo ( ossia il 90% dell’universo islamico diviso in quattro scuole principali). Il 10% è rappresentato dall’Islam sciita.

Chi controlla il movimento sunnita, controlla l’Islam. L’assenza di un clero, inteso nel senso cristiano del termine, rende difficile il controllo e non esiste  un equivalente del Papa o dei Vescovi. Ognuno risponde a Dio e alla sua coscienza.

Gli Imam sono dei dotti studiosi del Corano e degli Hadith che assistono chi ne faccia richiesta nella interpretazione della Sharia ( compendio di leggi e suggerimenti  creatisi con la tradizione). Sono insomma un altro portato dell’analfabetismo come i pubblici scrivani che un tempo esistevano anche in altri paesi mediterranei.

Sul piano “scientifico”La scuola più prestigiosa del mondo è l’Università di Al Azhar al Cairo.

L’Iran  ( sciita)  è il solo paese  mussulmano al mondo che si sia dotato di un clero vero e proprio e merita un discorso a parte legato al fatto che era un impero già tremila anni fa ed ha mantenuto caratteristiche di autonomia religiosa per reazione alla inopinata conquista araba, che gli hanno permesso, col tempo di ergersi nuovamente ad antagonista degli arabi.

IL FATTO

Tra il 25 e il 27 agosto scorsi, a Grozny, in Cecenia, si sono riuniti oltre duecento Imam, giurisperiti islamici sunniti, e studiosi di fama, per stilare un elenco dei movimenti islamici che possano dirsi sunniti.

L’iniziativa è stata presa da Ahmed Al Tayeb, rettore della Università di Al Azhar  ( recentemente ospite del Papa), lo Cheick Chawki Allam ( gran Muftì d’Egitto), il gran Muftì di Siria Abdel Fattah Al Bezm e numerosi altri pensatori e predicatori – tutti sunniti- provenienti da ogni dove, Europa inclusa.

Risposta corale: ” le genti del sunnismo e coloro che appartengono alla comunità sunnita sono gli Ashtariti, i Maatiridi, sia a livello della dottrina  che a livello delle quattro scuole della giurisprudenza sunnita e anche i sufi, sia a livello di conoscenza  che a quello della morale e dell’etica”. Tutto qui, assieme alla richiesta di creare una catena televisiva in concorrenza con Al Jazeera ( proprietà wahabita) creare un centro di pensiero apposito      ( Tabsir= chiaroveggenza)  e stanziare un adeguato numero di borse di studio.

I wahabiti brillano per la loro assenza dall’elenco della comunità sunnita  e le raccomandazioni a corollario del raduno sono tutte in funzione antiwahabita.  Sono cortesi.  Ma è una scomunica senza appello.

Se alle dichiarazioni di principio contro ” i concetti falsi ed ambigui” del wahabismo seguiranno i fatti ( catena televisiva antijazeera, thinktank  TABSIR e finanziamenti aglistudiosi  interessati al sunnismo) i mussulmani del mondo verranno a conoscenza delle argomentazioni del summit islamico e i wahabiti e la casa reale saudita, come pare abbia detto ( Asianews) il predicatore della moschea reale di Ryad, la capitale  del regno, ” la conferenza della Cecenia ci deve servire da campanello di allarme: il mondo sta per accendere il rogo per bruciarci”.

Ora, o la casa reale saudita si adegua ( un po come Enrico IV a Canossa) o verrà spazzata via, non importa quanto tempo ci vorrà.

E’ inaccettabile che rimanga custode dei luoghi santi ( in cui si sono installate le truppe USA dal 1991) una casa reale che – oltre ad aver spossessato con la forza e l’inganno gli eredi diretti di Maometto che ora regnano in Giordania e che hanno mandato a Grozny un qualificato rappresentante – venga considerata estranea al sunnismo.

A  questa scomunica si aggiungono i 2300 morti dello scorso anno durante il pellegrinaggio alla Mecca dovuto alla disorganizzazione del flusso dei pellegrini, la crisi petrolifera, la fronda degli sciiti nelle zone dell’est petrolifero a seguito della decapitazione dello sceicco Al Nimri, la batosta nella guerra di Siria, l’andamento anodino del conflitto in Yemen, la lotta sottotraccia tra i due pretendenti al trono di un re ultraottantenne e indebolito dagli interventi chirurgici, il quadro  è completo.

A fronte di questa situazione, il governo saudita ha concesso alle donne di votare nelle elezioni municipali e sta spendendo i 37 miliardi stanziati a sostegno dell’economia interna in crisi dal 2005, ma il successivo ribasso del petrolio ha aggravato anziché migliorare la situazione, specie dei lavoratori immigrati.

COMMENTO

Come ognuno può intuire, la posta in palio non è religiosa ( che pure esiste e tende ad eliminare ogni interpretazione letterale del testo sacro fatta dai salafiti, dai fratelli mussulmani ed altri), ma politica ed economica.

Si tratta comunque di ” quanto di più importante possa succedere nel mondo mussulmano” ( Asianews del 25/2/2015 che cita le parole di Ahmed al Tayeb quando propose: “dobbiamo rivedere il nostro modo di capire il Corano, la sunna e il nostro modo di interpretarlo”, sottolineando anche che la richiesta veniva fatta  – da anni  – da grandi intellettuali laici di cui ha fatto i nomi: Abdel Majid Charfi Abd el Wahad, l’egiziano Nasr Hamed Abu Zeid, il marocchino Abdu Filali Ansari, il francese Abdennur Bidar ecc”). Rivedere l’insegnamento dell’Islam equivale al nostro Concilio di Trento.

Il Concilio di Trento non fu implementato in un giorno e anche questo passo richiederà il suo tempo. Ma l’Islam ha parlato e le boutades  di questi cialtroncelli  che giocano alle citazioni letterali per arricchire e indurre al sacrificio giovani ignoranti la lingua e la religione, saranno ghettizzate e distrutte.

Duecento giurisperiti sunniti – parecchi provenienti dal wahabismo, dato che il re Salman alla Mecca, lo scorso anno, aveva avvallato il discorso di Al Tayeb ( che non aveva fatto nomi)  stigmatizzando il terrorismo-  si sono pronunziati autorevolmente. adesso la parola passa ai politici.

COMMENTO GEOPOLITICO

Dietro questa “rivoluzione” c’è certamente La Russia che ha ispirato il governo egiziano che risulta promotore. Si tratta di un interesse primario dato che la Russia è il paese col maggior numero di cittadini  mussulmani : sedici milioni.

Inoltre gli USA e gli Inglesi stanno da oltre un decennio cercando di far scoppiare una guerra di religione-indipendenza nei territori caucasici.

Ricorderete che tre anni fa un diplomatico dell’ambasciata USA  a Mosca  ( Ryan Christopher Fogle) fu arrestato ed espulso mentre stava portando a un funzionario russo un milione di dollari per una relazione sul Caucaso.                                                                     Putin dichiarò ufficialmente poco dopo che un unrest nel Caucaso avrebbe costituito un        ” casus belli”.

Dietro Al Tayeb c’è certamente il governo egiziano che un anno fa chiese ufficialmente  alla Università di Al Azhar di rinnovare l’insegnamento religioso e l’intento politico è quello di delegittimare i fratelli mussulmani e dare una base etica al loro sterminio.

Ma le conseguenze geopolitiche più rilevanti riguardano la possibile rivoluzione del mondo petrolifero nella ricerca e distribuzione del prodotto che sono oggi  controllate dagli anglosassoni ma di proprietà dei sauditi che, prudentemente, hanno cominciato a mettere in borsa la loro compagnia petrolifera. Non più protetti dalla religione, cercano la difesa del libero mercato.

Gli USA sembrano essere stati colti in un momento di distrazione. Appena si accorgeranno dell’accaduto, vedremo la reazione.

 

 

 

 

 

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Commenti

  • antoniochedice  Il settembre 10, 2016 alle 11:10 am

    per una migliore comprensione degli eventi suggerisco su questo blog di leggere ” la dinastia dei saud rischia di non sopravvivere al 2014 e con essa cambierebbe tutto il sistema petrolifero dell’occidente” del 7 febbraio 2014;
    e ” situazione disperata ma non seria. Arriva la guerra dei due Mohammed” del 18 dicembre 2015.
    Spiacente ma non so fare i link….

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  • gicecca  Il settembre 10, 2016 alle 7:15 PM

    Se stanno al concilio di Trento troppa strada hanno da fa’. giC

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  • abrahammoriah  Il settembre 11, 2016 alle 4:00 PM

    Un aiuto di servizio: “La dinastia dei saud rischia di non sopravvivere al 2014 e con essa cambierebbe tutto il sistema petrolifero dell’occidente” al link:

    LA DINASTIA DEI SAUD RISCHIA DI NON SOPRAVVIVERE AL 2014 E CON ESSA CAMBIEREBBE TUTTO IL SISTEMA PETROLIFERO DELL’OCCIDENTE di Antonio de Martini

    (da copia-incollare sulla finestrella del browser)

    mm

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  • Filippo  Il settembre 12, 2016 alle 10:14 am

    l’altro link ”Situazione disperata ma non seria. Arriva la guerra dei due Mohammed” è ragiungibile qui
    https://corrieredellacollera.com/2015/12/18/guerra-di-siria-situazione-disperata-ma-non-seria-arriva-la-guerra-dei-due-mohammed-di-antonio-de-martini/

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  • gicecca  Il settembre 12, 2016 alle 7:40 PM

    Fish for compliments … ? GiC

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  • antoniochedice  Il settembre 12, 2016 alle 11:03 PM

    Da chi?

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  • gicecca  Il settembre 13, 2016 alle 5:49 am

    Sarai pure un analfabeta informatico, ma i “compliments” te li meriti per la tua competenza geopolitica. GiC

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  • luigiza  Il settembre 13, 2016 alle 9:54 am

    Troppi complimenti, occorre bilanciare. 🙂

    ..assieme alla richiesta di creare una catena televisiva in concorrenza con Al Jazeera ( proprietà wahabita) creare un centro di pensiero apposito ( Tabsir= chiaroveggenza) e stanziare un adeguato numero di borse di studio.

    Domande fondamentali:
    1. chi ci mette i soldi necessari?
    2. qual Paese o gruppo di paesi arabi ha la potenza economica sufficiente per contrastare quella dei sauditi?

    Credo nessuno. Possiamo allora definire la proposta un semplice desiderata?

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  • antoniochedice  Il settembre 13, 2016 alle 11:55 am

    Domande al momento premature. Ritengo che alla fine a pagare saranno proprio i sauditi facendo marcia indietro. Al JAZEERA fu finanziata dal Katar. Il solo Abu Dahbi ne può finanziare quattro senza sforzo.
    Già ora, il prof dell’Universita di Medina si è precipitato a Grzony a spiegare a Kadirov che la fatwa con cui ” concedeva il sangue” ( ossia l’assassinio) suo o del padre, ( non ho capito bene . Sto traducendo) , “è frutto di un equivoco “provocato dai media”.
    Segnale questo che la casa reale saudita NON ha preso sottogamba la ” fatwa di Grozny” contrariamente a tutti i media del mondo occidentale.

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  • antoniochedice  Il settembre 13, 2016 alle 11:57 am

    Nota: il prof è il miglior giurisperito sunnita di Arabia Saudita .

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