CONTRO I SOLDATI BAMBINI GIORNATA INTERNAZIONALE DI GENEVA CALL

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Commenti

  • gicecca  Il febbraio 12, 2015 alle 6:16 PM

    Giusto. Ma mi pare un poco ipocrita. Ci hanno insegnato che quello che si può fare, si fa, e non ci sono limiti etici (dai bambini in provetta a quelli con tre genitori ai droni, ai “capitani non coraggiosi” e via dicendo. Le “regole” ora nella guerra ? Rileggete, vi prego, Sebald di pochi giorni fa. GiC

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    • antoniochedice  Il febbraio 12, 2015 alle 6:20 PM

      Sarebbe ipocrita se i diversi messaggi fossero comunicati dalle stesse persone. Per fortuna ci sono ancora persone non disposte a mercificare chiunque.

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  • gicecca  Il febbraio 13, 2015 alle 8:21 am

    Per me, a dirla nel mio difficile che poi è il facilissimo di Morigi, é tutta una antropologia sbagliata. GiC

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  • abrahammoriah  Il febbraio 13, 2015 alle 9:28 am

    13 febbraio 2015

    Non solo perché tirato in ballo dall’amico gicecca ma soprattutto perché il video poggia proprio nel messaggio su un’ambiguità lessicale che, per essere notata, non necessità di ‘difficili’ fonti ma solo di un minimo di attenzione dirò anch’io la mia. In breve, il video esorta a non “reclutare” bambini per combattere le guerre degli adulti. Tutto giusto e perfetto, sembrerebbe, tranne un ‘piccolissimo’ dettaglio. IL verbo ‘reclutare’ sia in Italiano che in Inglese richiama il concetto di un’organizzazione di tipo statale che, nell’esercizio del monopolio della violenza e nella difesa dei suoi interessi territoriali e/o economici recluta – cioè costringe – quote della sua popolazione nella difesa, anche attraverso la guerra, di questi interessi. Quindi, se ci atteniamo al messaggio che abbiamo ascoltato, gli stati non devono reclutare bambini da mandare in guerra. Certamente quello degli stati che mandano bambini i guerra è un fenomeno assolutamente odioso ma, in definitiva, è tipico o di stati in disfacimento e/o in via di debellatio (gli ultimi giorni della Germania nazista) o di stati, mi si passi il termine, ancora allo stato estremamente primitivo e che, considerarli stati veri e propri molto spesso non è che una convenzione dettata dagli interessi superiori delle maggiori potenze. Comunque, per farla breve, la guerra moderna, quella che le grande potenze minacciano di condurre e verso la quale le piccole potenze fanno fatica – o non riescono affatto – a tenere il passo per eventualmente fronteggiarla, non richiede certo l’apporto dell’infanzia ma di personale superspecializzato o, tuttalpiù, di un base non professionale che faccia da supporto, come dovrebbe essere nel caso dell’Italia, a questo personale (richiede, semmai, anche il sostegno di una popolazione non combattente particolarmente suggestionabile, in un certo senso assai infantile, perché consenta a chi detiene il potere di infilarsi in situazioni terribilmente assai pericolose per la popolazione stessa ma questa considerazione sull’infantilismo delle masse, necessario per sostenere gli obiettivi politici e/o militari della guerra, esula completamente dal messaggio del video anche se è, se vogliamo, il vero “cuore di tenebra” di ogni scontro armato fra gli stati). Al contrario, le immagini del video in questione, con i bambini cui viene fornita un’arma da fuoco leggera e come divisa semplicemente un berrettino, allude proprio direttamente al fenomeno di organizzazioni politiche in fase di ‘protostato’ e alle organizzazioni che praticano la guerriglia e/o il terrorismo. E con questo termine ‘demioniaco’ di ‘terrorismo’ vado a concludere rapidamente il discorso. L’ISIS che taglia le gole e manda a combattere anche i bambini è assolutamente un rigurgito di quanto di peggio possa concepire la mente umana e va combattuto, anche per questa sua disinvoltura nel reclutare l’infanzia, senza se e senza ma. Ma allora se vale questo principio come la mettiamo, per esempio, con tutte quelle popolazioni perseguitate dall’ISIS stesso che, immagino, prese dalla minaccia di essere annientate, non si fanno nemmeno loro scrupoli in materia di arruolamento? Se un bimbo curdo o yazida riesce ad imbracciare, indossando solo un berrettino, un kalashnikov, questo fatto deve essere condannato o non giudicato o – parliamoci chiaramente – addirittura incoraggiato? Contraddizioni del video che rimandano alle nostre contraddizioni su come inquadrare la guerra e che mi permettono di chiudere con il frammento 53 di Eraclito che recita “Polemos è di tutte le cose padre, di tutte re, e gli uni rivela dei e gli altri uomini, gli uni fa schiavi e gli altri liberi.” IL mio modesto parere è che se tenessimo costantemente presente questa verità e non cercassimo, invece, di occultarla con altissimi e tronfi principi (mi sto riferendo alle odierne ‘categorie del politico’ e non certo ai nobili intenti del video, per essere chiari), avremmo molte meno guerre e quindi anche molti meno bambini coinvolti in queste sporche pratiche. massimo morigi

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