Il monte Chambi, situato alla frontiera algero-tunisina nella regione del passo Kasserine che vide l’ultima resistenza dell’Asse in terra d’ Africa, era diventato negli ultimi tempi, il campo base dei Jihadisti da entrambe le parti della frontiera.
Due-trecento islamisti, con oscuri appoggi politici che consentivano di tenere in scacco le autorità, hanno provocato finora perdite alle FFAA tunisine di oltre duecentotrentaquattro uomini tra morti e feriti.
Se si eccettuano i cinque giorni di scontri coi francesi a Biserta nel 1961, l’esercito tunisino non aveva mai affrontato la prova del fuoco.
Gli algerini sono invece freschi di attività antiguerriglia e orgogliosi di aver piegato la Francia costringendola allo sgombro con gli accordi di Evian del 1962. Il loro Genio militare ha all’attivo lo sminamento della famosa linea Morice posta dai francesi al confine orientale algerino durante la guerra di indipendenza ( 500.000 mine).
Per quasi tre anni il governo tunisino aveva nicchiato all’idea di una collaborazione transfrontaliera, ma la perdita di quasi cinquanta uomini tra morti e feriti nell’ultimo scontro e la reazione della pubblica opinione, ha indotto il governo “tecnico” di Mehdi Jomaa e non più religioso ( Ennahda) a concordare una alleanza, temporanea, coi più esperti vicini. L’Algeria ha risposto positivamente due ore dopo la richiesta.
La collaborazione tra i due paesi coinvolti da questo focolaio è decollata grazie all’approvazione del piano del presidente Boutlefika ed al concomitante licenziamento del sottocapo di Stato Maggiore tunisino Mohammed Salah Hamdi, in disaccordo circa le nuove scelte politiche antiterrorismo del suo governo.
Un totale di 14.000 soldati ( 8000 algerini e 6000 tunisini ) dotati di droni e artiglieria stanno investendo la zona che viene sminata da una unità specializzata algerina del genio assistita dal GFS ( raggruppamento unità speciali) tunisino, mentre 2.500 guardie di frontiera hanno provveduto a chiudere tutti i varchi dell’area e neutralizzare i numerosi contrabbandieri che assicuravano la logistica dei “maquisards”.
L’iniziativa congiunta è iniziata con una operazione eliportata mista sulla vetta del monte in maniera da impedire preventivamente un’azione di resistenza estrema dei guerriglieri che avrebbe anche potuto assumere un aspetto politicamente sfruttabile in quanto simbolico.
La campagna, che si svolge in territorio tunisino viene affiancata dalle forze di polizia che hanno messo sotto controllo l’intero traffico telefonico e internet e ogni forma di raccolta fondi nelle moschee tunisine.
L’obiettivo è l’annientamento completo di ogni attività jihadista e dalla sua riuscita, o meno, si potrà rilevare il radicamento dei ribelli sul territorio e il grado di coordinamento raggiunto con altri spezzoni di ribellione presenti nel Mali, Chad ecc. dove i rapimenti hanno fruttato oltre 125 milioni di dollari che potrebbero essere impiegati per sostenere gli accerchiati di Kasserine, anche con azioni terroristiche di alleggerimento.
Una inchiesta del Nouvel Observateur ha acclarato che circa la metà di questa cifra proviene dalla Francia, benché anche questo governo ( come il nostro) sostenga di non aver pagato riscatti per la liberazione degli ostaggi. Questo del finanziamento al terrorismo a causa dei riscatti resta come problema sullo sfondo.
Un altro aspetto politico delicato della vicenda è rappresentato dalla occupazione temporanea del territorio tunisino da parte di truppe algerine che già si avvalevano del diritto di inseguimento di gruppi ribelli, mentre ormai si tratta di diritto di insediamento, almeno fino alla fine delle operazioni, la cui durata non è stata comunicata.
Commenti
Meno male che l’islam arabo é dotato di anticorpi decisi ad opporsi al fanatismo religioso.
Speriamo che abbiano la meglio e che lo zio Sam non ci metta lo zampino pure lì.
"Mi piace""Mi piace"
Considerazione assennata. Sono stupito.
"Mi piace""Mi piace"
Anche i gatti ogni tanto rinsaviscono.
"Mi piace""Mi piace"
I gatti lo sono sempre, tranne quando sono in amore….
"Mi piace""Mi piace"
la vulgata in tunisia e’ che il capo di stato maggiore hamdi abbia dato le dimissioni spontaneamente per non si sa quali ragioni. le sue considerazioni in merito sono piu’ credibili di quelle ufficiali. potrebbe fornire maggiori dettagli?
"Mi piace""Mi piace"
I generali “danno sempre” le dimissioni e non vengono mai cacciati.
"Mi piace""Mi piace"
L’ha ribloggato su IL CORRIERE DELLA COLLERAe ha commentato:
A Agosto 2014 il raccordo transfrontaliero tra guerriglieri alla frontiera tra Tunisia e Algeria era già in funzione. Adesso ( gennaio 2016) inizia il raccordo tra la frontiera Tunisina e Libica che finora era stato usato solo per filtrare adepti da addestrare in Libia e poi spedire in Siria.
"Mi piace""Mi piace"