UCRAINA TRA USA E RUSSIA ( con Germania mezzana) : DALLA RIBELLIONE ALLA SECESSIONE A ……. di Antonio de Martini

la nave da intelligence elettronica russa Viktor Leonov CCB-175  equipaggiata di armamento contraereo moderno ha attraccato al molo delle navi da crociera dell’Avana all’alba del 27 febbraio.

In zona c’é anche una squadra navale iraniana che dieci giorni fa ha annunziato di voler incrociare al limite delle acque territoriali USA in segno di reciprocità per la presenza della sesta flotta nel golfo persico.

Questa è solo una delle numerose escalation messe in atto in occasione della crisi ucraina tra le potenze coinvolte ed ognuna di queste scelte potenzialmente può creare un casus belli.

Tre  post fa mi chiedevo se la crisi ucraina fosse la prima pedina di un gioco di Domino o il prodromo di una nuova Yalta.

La strategia USA nei confronti della Russia – specie dopo la crisi siriana – mira a due obiettivi ormai chiari che speriamo la Russia riesca a padroneggiare, a meno che un'”riflesso patriottico” vecchio stile la perda.

PRIMO OBBIETTIVO: La Russia è troppo grande e va “sfaldata” 

Lo strumento per” sfaldare” la CSI ( Confederazione degli Stati Indipendenti) è la N.A.T.O.  evidentemente non paga di aver annesso all’alleanza nell’Aprile 2004 le tre repubbliche baltiche che facevano parte del Patto di Varsavia ( Estonia, Lituania, Lettonia).

Nel dicembre dello stesso anno, la rivoluzione rosa in Georgia portava al potere Mikhail Saakasvili, certamente pro-occidente.  La rivoluzione arancione ottenne lo stesso effetto in Ucraina.

Mentre gli USA fin dal summit N.A.T.O. di Bucarest nel 2008 ( altro paese, la Romania, passato dal patto di Varsavia alla N.A.T.O.) non facevano mistero di voler spingere l’alleanza atlantica oltre il mar nero, la Russia iniziò una serie di contromosse – essenzialmente basate sulla leva energetica  nelle sue variabili economica e politica- per ricondurre alla ragione l’Ucraina dove era stata eletta Julia Timoshenko , filo occidentale e sensibilissima agli affari, e la Georgia dove il Presidente  Saakasvili si credette tanto appoggiato da attaccare militarmente la parte di Ossezia rimasta in territorio russo ( il sud Ossezia non è, in realtà,  mai esistito).

Una scorribanda e un  giorno di fuoco bastò ai russi per far capire che, se necessario,  erano pronti alla guerra. ( Agosto 2008).

Nel 2010, le nuove elezioni in Georgia che videro prevalere i filo russi e l’eliminazione dalla scena del Kirgyzistan del Presidente  Kurmanbek Bakiev hanno tranquillizzato la Russia  che stava preparando la sua rentrée caucasica con le Olimpiadi di Sochi e seguiva attentamente la situazione siriana nella quale vedeva l’occasione di un ritorno sulla scena del Levante dopo anni di ripiego su se stessa. L’adesione dell’Armenia all’area doganale russa ( e che tutti davano per acquisita all’occidente)  sembrò avvalorare questo vantaggio e confermare l’appoggio che la Chiesa ortodossa offre alla nuova Russia.

Il caso Shalabayev, ( il dissidente Kazako) con un risvolto un po vigliacco qui in Italia, completò il quadro strategico con cui la Russia credette di aver imposto lo stop alla  “operazione erosione della CSI”.

La reazione USA, dopo le i contrattempi del caso Snowden e del diplomatico spia ( Ryan Foggle, terzo segretario) preso a Mosca con la parrucca bionda in testa e un impegno da un milione in tasca, non si è fatta attendere e ad onta dell’avvertimento recapitato via Italia ( a Verona dall’ex candidato presidente  Sergyey Glaziev  al convegno  di ottobre scorso di Banca Intesa: ” non cederemo l’Ucraina senza una situazione di guerra come la Jugoslavia”) l’attacco si è verificato. I governi fantoccio non reggono mai e anche questo non ha fatto eccezione.

E’ probabile che “l’ansia europeista” si  estenda alla Moldova dove – notizia di due giorni fa – il Ministro della Difesa   Vitalie Marinuta  ha trovato modo di dimettersi in polemica col Presidente Nicolae Timofti accennando a dissapori circa argomenti strategici non specificati ma che includevano “input dalla UE e dagli USA”. Senza l’adesione alla UE da parte della Moldova, la collaborazione dei romeni con l’occidente sarà sempre tiepida.

Intanto – qui si risente l’odore di una Yalta in preparazione – la Russia ha occupato i due aeroporti della penisola ben difendibile ( l’assedio di Sebastopoli da parte russa nel 1944 durò oltre otto mesi) e la base navale di Sebastopoli , affittata fino al 2050,   senza colpo ferire e gli USA – e la Germania – che hanno protestato quando non volavano ancora le pallottole, non hanno fiatato.

In più Il rappresentante ucraino nei negoziati con la UE, Kostyantyn Yeliseyev ha colto la palla al balzo chiedendo “l’immediata firma dell’accordo di adesione ” alla Unione Europea che converrebbe anche agli USA dato che porrebbero un altro grosso fardello sulle spalle dell’Euro e della Germania.

I tedeschi , che hanno fatto una guerra sanguinosa  per conquistare e conservare  l’Ucraina ( e rifiutarono la pace separata nel 1942 con la Russia per non cederla. vds biografia di Beria già cit.) , dovrebbero a questo punto  pagare i debiti e ristrutturare le industrie e gli costerebbe ben più dell’annessione della Germania est e dovrebbero farlo questa volta  senza aiuti dagli altri paesi dell’Unione e col fardello della crisi interna in eurozona.

Oltre alla Crimea – considerata russa senza discussione – si avrebbe una separazione su base culturale e etnico-linguistica: il sud e l’est in orbita russa e l’ovest in quella tedesca.

Aspettiamo l’attacco al Kazakistan con un ruolo per Shalabayev dopo che gli effetti della svalutazione ( del 20% per ora) si saranno fatti sentire. Per tamponare, il presidente Nazabajev ha nominato governatore della banca centrale il suo pupillo Karimbetov togliendolo dalla direzione del fondo sovrano di trenta miliardi che era il vanto del regime.

SECONDO OBBIETTIVO: La Russia deve uscire dal Mediterraneo.

Sarebbe stato un obbiettivo a portata di mano senza le primavere arabe, adesso è molto più difficile e forse è una delle ragioni della inversione di marcia americana.

In questo momento siamo in presenza della prima opzione ( la crisi ucraina), ma questa seconda ( mediterraneo libero da navi russe)  è di gran lunga più pericolosa per noi e per la sicurezza del Mediterraneo.

Dopo la caduta dell’URSS , la ripresa russa è stata molto più rapida di quanto prevedessero gli analisti e il ritorno di Putin alla presidenza della Russia ha creato i presupposti per una ulteriore serie di frizioni  basate sul fatto che la Russia pretende un trattamento di parità nel consesso internazionale e l’America non glielo ha riconosciuto che a malincuore nella sola occasione della crisi siriana, con l’intento di fargliela pagare alla prima occasione.

I russi dispongono di una base in Siria a Tartous e non è chiaro se abbiano già ottenuto una base navale vera e propria a Cipro.

Ipotizzo che la concederanno non appena abbandonata la presidenza di turno della UE.

“L’umiliazione” subita nella vicenda siriana  ha impresso una accelerazione al processo di confronto, mentre la Russia ha ingenuamente creduto di aver ormai raggiunto l’agognato status di parità. Non ci può essere parità tra due paesi quando uno dei due ha un bilancio di spesa militare decuplo ( anche se il territorio da presidiare è dieci volte più grande…).

La Russia dispone di un alleato di taglia nel mondo mediterraneo-Egeo : la chiesa ortodossa russa.

A meno di passare alla guerra guerreggiata, l’obiettivo di togliere la base di Sebastopoli alla flotta Russa ( che comunque ha un contratto di affitto che scadrà tra trentasei anni) sembra rinviato sine die.

La fornitura di armi concordata con l’Egitto ( oltre 2 miliardi di dollari di armi specie antiaeree) permette loro di rientrare politicamente nel paese che controlla il canale di Suez.

L’Algeria guarda con sospetto alla NATO dai tempi della Libia. L’opinione pubblica italiana – da sempre contraria alla guerra –  è crescentemente ostile alla presenza delle basi USA e NATO che tendono a consumare merci proprie e godono di immunità giuridiche superiori a quelle dei parlamentari, non imparano la lingua e fanno lievitare gli affitti.

Se questo confronto dovesse continuare, sarebbe molto saggio ed economicamente vantaggioso dichiararsi neutrali, ospitando tutti e non legandosi a nessuno.

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Commenti

  • gicecca  Il febbraio 28, 2014 alle 8:45 PM

    Il Premio Nobel per la pace continua a trovare chi si fa ammazzare per lui. Forse costano meno di un drone. giC

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  • Giacomo C.P.  Il marzo 1, 2014 alle 11:06 am

    Magari diventare neutrale, però dopo tornano le Brigate Rosse, le bombe e il presidente del consiglio che prende questa decisione – Renzi?- diventa il nuovo caso Haider-Berlusconi

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    • antoniochedice  Il marzo 1, 2014 alle 12:17 PM

      Sono esterrefatto dalla tendenza di molti, quando enunzio una politica che a mio parere deve essere perseguita, a immaginare che si tratti di un suggerimento o una petizione a Renzi. Credo sia il portato di una tendenza alla subalternità che non riesco a condividere. Cerco persone capaci di indipendenza di pensiero, parole e azioni. Credo sia una impresa inutile.

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  • SC  Il marzo 1, 2014 alle 12:37 PM

    Gli costa decisamente di piu’, ma almeno la carta stampata li elogia come campioni della liberta’ ed altre amenita’ simili. Gli inglesi, non entrano nella Ue perche’ il progetto angloamericano vuole una Ue a loro subordinata.
    L’italia dal canto suo e’ in una posizione invidiabilmente strategica: o diventiamo un paese neutrale (gli stati uniti preferirebbe per noi la guerra civile perenne e non lo permetteranno mai) ho mettiamo all’asta le basi sul nostro territorio per un 10% del debito l’anno? Dato che sono gli americano gli stampatori ufficiali del globo che paghino bene o perdano il mediterraneo.

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    • Anafesto  Il marzo 1, 2014 alle 7:41 PM

      Il generale tedesco Helmut Gerd Komossa rese pubblica l’esistenza di una “Die Deutsche Karte” che sanciva la subordinazione della Germania Occidentale (ora anche di quella orientale) al consenso anglofono fino al 2099.
      Se esistesse qualcosa di analogo per l’Italia (e probabilmente lo è) con quali probabilità di successo potremo pretender il pedaggio per le basi USA?
      Per il momento siamo noi a pagare il pedaggio, le basi USA in Italia ci costano, mi sembra, attorno al 41% della spesa sostenuta dagli USA e da quello che si è visto sembra sia impossibile anche fermare “implementezioni richieste” (vedi Dal Molin).
      Forse, dichiarare la nostra neutralità potrebbe essere una mossa per bilanciare un po’ meglio la nostra posizione (subordinata), ma da questo a dire ai fondamentalisti puritani di far armi e bagagli e togliere l’incomodo, credo possa passarne parecchia di acqua sotto i pomti.

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      • antoniochedice  Il marzo 2, 2014 alle 12:55 am

        Esistono gli articoli – mi pare 52 e 53 – dello statuto delle Nazioni Unite che autorizza i vincitori ( in pratica i membri del Consiglio di sicurezza ) a invadere e rioccupare i paesi sconfitti , anche individualmente, se a giudizio del paese si stia ricreando il fascismo o il nazismo. Questo generale – che lei cita periodicamente – ha quindi scoperto l’acqua calda. Sulle truppe USA in Italia mi sono già espresso più volte. Ormai non si cacciano via da casa nemmeno le colf senza il dovuto preavviso. La neutralità , se correttamente ottenuta e intesa, è un sistema atto a demotivare, limitare e provocare una fuoriuscita programmata. A Cuba c’è la base USA di Guantanamo da prima di Castro. Hanno convissuto da bravi avversari.

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  • Luigi za  Il marzo 1, 2014 alle 12:52 PM

    Se questo confronto dovesse continuare, sarebbe molto saggio ed economicamente vantaggioso dichiararsi neutrali, ospitando tutti e non legandosi a nessuno.

    Questa sua reiterata affermazione di ricerca di neutralità proprio non la capisco.
    Pecca di ingenuità che contrasta con l’opinione che mi ero fatto del suo carattere: cinico all’apparenza ma generoso nella sostanza, leggendo le sue ottime analisi geo-politiche.

    Si ricorda che fine ha fatto la ‘neutrale’ ex-Yugoslavia del maresciallo Tito?

    Renzi non c’entra per niente.

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    • antoniochedice  Il marzo 1, 2014 alle 3:15 PM

      Lamenti , lamenti, lamenti.
      La Jugoslavia neutrale del Maresciallo Tito è esplosa DOPO la morte del Maresciallo e dopo quella di Nehru.
      Inoltre, i ” non allineati” erano anche sparsi per il mondo .
      Io ho proposto più di una volta un gruppo di nazioni territorialmente contigue ( Svizzera, Austria, Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia, Albania ecc che
      A) si dichiarino neutrali in stato di neutralità armata.
      B) siano legate da un patto di mutua assistenza, impegnandosi a non parteggiare per uno dei futuri contendenti in caso di conflitto.

      Esamini i fatti: nella prima guerra mondiale, per il primo anno Spagna, Portogallo, Grecia e Turchia, Italia si astennero dal partecipare mantenendo il mediterraneo fuori dal conflitto.

      C) nel secondo conflitto, neutrali per il primo anno, furono : Spagna e Portogallo, Italia ( non belligerante) , Grecia, Turchia. La nostra entrata inguerra
      Coinvolse anche la Grecia.
      Se si crea un’area neutrale prima di un conflitto, il mediterraneo resa fuori dalla guerra.

      Nei tre conflitti mondiali ( prima, seconda e guerra fredda) non abbiamo ottenuto nulla, non vedo motivo per farci coinvolgere in un altro conflitto caldo o freddo che sia.
      A capito adesso?

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      • Anafesto  Il marzo 1, 2014 alle 7:52 PM

        Sto pensando alla Grecia, invasa durante la seconda guerra mondiale dalle forze dell’asse e ora invasa da 160 esattori degli usurai tedeschi, i quali mai si sono pensati di pagare i danni di guerra e restituire l’oro ellenico graziosamente (nel senso di forzosamente) preso in prestito durante la seconda guerra mondiale.
        Forse è cambiato qualcosa?
        Credo che oggi si siano moltiplicati i bulli internazionali, o mi sbaglio?

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      • antoniochedice  Il marzo 2, 2014 alle 12:45 am

        La volta scorsa i bulli erano italiani e i greci resistettero. Questa volta i greci si sono fatti male da soli indebitandosi eccessivamente, spendendo l’8% del bilancio per la Difesa ( Italia 1,3/5) e falsificando i conti. Il paese più creditore è la Francia e non la Germania. I bulli sono sempre gli stessi.

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  • Dostojevskij  Il marzo 1, 2014 alle 4:54 PM

    ottima analisi. la posizione diplomatica che suggerisce mi sembra la più saggia da ogni punto di vista e potrebbe anche riuscire a stemperare la tensione internazionale che continua a lievitare costringendo tutti a valutare meglio le loro azioni. bisogna isolare chi soffia sul fuoco e allo stesso tempo identificarlo nel dibattito pubblico e porlo di fronte alle sue responsabilità.
    sicuramente il mediterraneo non ha nulla da guadagnare da quest’escalation né tanto meno mi sembra che siamo nella condizione di cavalcarla per ottenere da chicchessià qualche vantaggio di breve termine.

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  • Fabrizio  Il marzo 1, 2014 alle 7:03 PM

    “La reazione USA, dopo le i contrattempi del caso Snowden……”
    A me più che un contrattempo, mi è sembrato un modo per passare informazioni segrete false alla Russia. Tipo Operazione Mincemeat .http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Mincemeat

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    • antoniochedice  Il marzo 1, 2014 alle 7:31 PM

      Comunque preferisca vedere la cosa, per i riflessi sulla pubblica opinione è certo stato un contrattempo che ha monopolizzato l’attenzione mondiale.

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  • Roberto  Il marzo 1, 2014 alle 7:41 PM

    germania, francia ed inghilterra si stanno schierando. Se l’Italia assumesse una posizione autonoma sarebbe un bel segnale per oggi e per domani e forse anche per il nostro ruolo in Europa. Ma dubito che Renzi prodino possa o voglia farlo

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    • antoniochedice  Il marzo 2, 2014 alle 12:59 am

      A Roberto: sulla ipotesi di attacco alla Siria i paesi NATO si divisero su cinque offerenti posizioni. Per la guerra alla Russia – dopo averli aggrediti in casa – le posizioni saranno venti. Se Obama vuole una alleanza vasta, deve accontentarsi di abbaiare. A condannare va bene. A far guerra no.

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  • Francesco  Il marzo 2, 2014 alle 1:09 am

    come interpreta il fatto che le forze dell’ordine ukraine non hanno mai ricevuto l’ordine di sgomberare la folla da piazza Maidan, che tutto sembra tranne che inespugnabile? errori di valutazione?

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    • antoniochedice  Il marzo 2, 2014 alle 9:40 am

      Spesso atteggiarsi a democratici può essere pericoloso. Devono aver sottovalutato la pericolosità dei gruppuscoli di estrema destra ritenendo che non si sarebbero uniti aila protesta ” centrista”. Un ministro dell’interno tipo Alfano ha fatto ( o se preferisce, non fatto) il resto.

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